4) Addio Bonnie e Frank
Un finale carico di emozioni e, soprattutto di lacrime. How To Get Away With Murder si è conclusa davvero con il botto, e lo ha fatto con una sequenza di scene che hanno messo a dura prova la nostra emotività.
Per uno show che è sempre stato capace di colpirci senza alcuna tregua con emozioni e dolori, non potevamo non aspettarci un finale carico di eventi, e How to Get Away with Murder non ha deluso per nulla la nostra aspettativa.
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L’ultimo, grandioso, monologo di Annalise Keating è ancora vivo nelle nostre menti quando l’ennesimo dramma si prepara davanti ai nostri occhi. Annalise è finalmente libera, pronta a lasciare volare tutto il passato di morte e orrore che l’ha perseguitata ma per coloro che hanno rappresentato i pilastri e i compagni del suo viaggio, la libertà dovrà passare attraverso un mezzo molto più estremo di un processo.
Pochi, concitati e confusi momenti si affollano davanti ai nostri occhi sotto il suono inconfondibile di degli spari. La paura lascia subito il posto all’angoscia quando i volti delle vittime vengono finalmente rivelati.
Travolto dal suo stesso impulso, ferito in quell’atto finale di vendetta che poco lucidamente aveva architettato, Frank esala il suo ultimo respiro tra le braccia della sua Bonnie. E proprio lei, amica e compagna di lui, gli rimane vicino fino alla morte, condividendone lo stesso fatale destino.
Colpita da un proiettile lontano, Bonnie non si accorge delle ferite sul suo corpo, troppo concentrata a sentire il dolore dentro il suo cuore. Il sangue colora velocemente la sua camicia bianca, riconducendo Bonnie al fianco di Frank, non prima di essere stretta tra le materne braccia di Annalise. Lei che è stata amica, mentore, sorella e insieme rovina e tormento, lei che in fin dei conti ha rappresentato l’amore più grande della piccola Bonnie, non poteva che accompagnarla verso quest’ultimo inesorabile viaggio verso la libertà.
3) Il parto di Annalise
How to Get Away with Murder non esiste senza Annalise Keating, così come Annalise Keating non esiste senza Viola Davis. Una verità incontestabile, che scene come quella di cui stiamo per parlare non possono che ricordarci con ferocia.
Abbiamo parlato della capacità di How to Get Away with Murder di farci passare in pochi secondi da un’emozione all’altra, di tenerci con il fiato sospeso tra l’incredulità e la commozione. Gran parte di questa capacità non possiamo che imputarla alla figura di Annalise Keating. Il suo personaggio è il fulcro e l’essenza della serie, il più complesso e sfaccettato, quello che ci ha donato le emozioni più forti e indescrivibili. E di questo non possiamo che riconoscere il merito anche e soprattutto a Viola Davis, che è riuscita in maniera egregia a trasmetterci tutta la grandezza di questo personaggio così particolare.
Solo pensando alla scena che ci narra della nascita e morte del piccolo Sam, non possiamo che sentire le lacrime bagnare il nostro volto. Un momento fortemente drammatico e intenso è quello che How to Get Away with Murder sceglie di raccontarci, mostrandoci passo per passo i momenti che conducono Annalise alla sala operatoria e alla nascita del figlio, fino alla scoperta della tragica notizia: il bambino non ce l’ha fatta.
Il corpicino senza vita del bambino viene lasciato tra le braccia di Annalise. In apparenza una scena come tante altre, quella di una mamma che culla il suo bimbo appena nato. Ma nello sguardo della donna si cela tutto il dolore di un momento che forse è impossibile riportare in così poche righe, ma che l’interpretazione di Viola Davis riesce in parte a restituirci, in una scena talmente carica di sofferenza e umanità da non poter far altro che commuoverci fino a lasciarci senza fiato.