Gli uomini
Billy Brown interpreta il poliziotto Nate Leahy con cui Annalise allaccia una relazione clandestina che poi sfocia in rapporto fisso di odio/amore. Questo povero uomo, un dio dalla pelle d’ebano e gli addominali scolpiti, ha passato le pene dell’inferno per l’avvocatessa, si è preso colpe non sue, è stato in galera, ha perso il posto di lavoro. Eppure è ancora lì, al suo fianco, nonostante tutto. Spesso ha tramato alle sue spalle (risentimento: questi uomini se lo legano proprio al dito!) ma il suo letto ha sempre un cuscino caldo per lei. Beata femmina!
Mamma orsa
I Keating Five hanno combinato solo disastri sin dal loro primo ingresso nella serie. Il cucciolo Wes s’innamora di una tossica accusata di omicidio, e giacché uccide il marito di Annalise per caso; Michaela punta ad essere la prima del corso per assecondare la carriera politica del fidanzato che altrimenti l’avrebbe mollata; Laurel si diverte a mandare fuori di testa il tuttofare Frank Delfino, e intanto si fidanza con un collega avvocato di una compagnia no-profit; Connor usa il suo corpo per sedurre e ammaliare chiunque gli capiti a tiro, finendo per incastrare un hacker dello studio avversario e Asher è il classico figlio di papy che da più fastidio che utilità. Un gruppo così “affiatato”: i figliocci di Annalise non potevano che percorrere la sua stessa strada.
Suscita una macabra tenerezza
Non sono poche le scene che ritraggono Annalise sola, in lacrime nella sua camera da letto, dopo l’ennesima orribile giornata andata storta. Struccata e in vestaglia, sembra una normale donna sfiduciata, lontana anni luce dall’immagine pubblica dell’avvocato di successo. Nei numerosi flashback che ritraggono momenti determinanti del passato di Annalise spesso veniamo a conoscenza di piccoli momenti d’intimità che hanno plasmato le scelte future della donna, come quando ha perso il suo bambino in un incidente causato dal suo assistito Frank, che ha determinato un vortice di legami di scambi e favori che vedrà come protagonista proprio il suo caro marito Sam.
Ophelia superstar
L’abbiamo vista in una manciata di episodi, e sono bastati per capire che la grinta Annalise l’ha presa della madre, una donna all’apparenza minuta ed esile, ma dalla lingua tagliente come un cortello affilato. Continua a chiamare la figlia Anna Mae, ricordandole ogni momento le sue origini umili e le scelte di vita che non condivide affatto. Ma ogni figlio è piez e core, e per Ophelia Hartness (interpretata dalla magistrale Cicely Tyson) la sua bambina rimarrà sempre un cucciolo da proteggere con i denti.
Si rialza sempre
Il marito è morto, l’amante l’ha mollata, i suoi studenti sono sull’orlo del baratro, la sua amica la detesta, la madre la reputa debole: nonostante questi presupposti non proprio simpatici, Annalise è stata sempre in grado di rimettersi in piedi con le sue sole forze, senza appoggiarsi a chicchessia. Un donna determinata, spregiudicata, troppo in gamba per farsi mettere k.o. dal sistema corrotto, di cui lei è la prima artefice.
