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House of The Dragon è molto di più di un semplice spin off 

Ho sempre amato i mondi creati da George Martin e, fin dalla primissima puntata di Game of Thrones, ho considerato il suo lavoro come frutto di una mente geniale. La trasposizione televisiva della famosissima saga letteraria delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ha restituito tutto il fascino di un universo instabile, un macrocosmo sorretto da dinamiche di potere e strategie di guerra studiate nel minimo dettaglio. Game of Thrones non sarà finita nel modo più coerente possibile ma è senza ombra dubbio la serie che mi ha accompagnato con vigore e meraviglia per tantissimi anni, pomeriggi, ore. Quando è stato annunciato House of The Dragon ho però avuto paura, per un secondo il timore che un mondo del genere avesse perso tutto il suo splendore dopo la fuga di Jon Snow oltre la barriera. Ho pensato che lo spirito dei romanzi avesse ceduto il passo ad archi narrativi inverosimili e ingarbugliati, ma sono stato smentito molto presto. E per Fortuna. 

House of The Dragon è fedele all’opera di Martin

House of the Dragon

Innanzitutto House of The Dragon ha funzionato, per ora, perché il materiale originale di Fuoco e Sangue è stato uno strumento imprescindibile per l’impalcatura storica degli episodi. Le vicende legate alla famiglia Targaryen sono state narrate con una fedeltà pazzesca rispetto all’opera madre, svelando alcuni antefatti della serie televisiva che ha conquistato milioni di spettatori. Ma anche se House of the Dragon si presenta come uno spin off, a me è sembrato un piccolo capolavoro, indipendente e allo stesso tempo qualcosa in più di un semplice sbocco secondario. Le storie di Viserys e sua figlia Rhaenyra sono state scritte come se si potesse provare una forte empatia nei loro confronti anche se qualcuno fosse orfano delle vicende narrate in Game Of Thrones. Proprio dai migliori episodi di Got, House of The Dragon prende la grandissima forza centrifuga legata alle questioni ereditarie, alle guerre, ai migliori intrighi di palazzo. Tutti gli episodi della serie si aprono e si chiudono con una nuova strategia da proporre agli alleati, mentre i nemici, d’altra parte, accolgono le proposte di chi ha abbandonato la nave precedente cambiando bandiera, a seconda del proprio tornaconto personale: un mondo sfaldabile come pochi.

Personaggi memorabili

House of the Dragon (1200x675)

Tutti i personaggi nascondono più di una sfumatura diversa, cambiano pelle come se ci fosse bisogno di indossare un vestito diverso a seconda delle occasioni. In questo senso House of The Dragon ha dato vita a personaggi memorabili, partendo proprio da quel re, Viserys, a cui viene chiesto di comandare dei sudditi fin troppo curiosi. Debole, accecato dai suoi stessi poteri, Viserys è una scia che si spegne da sola nel mezzo della tempesta, ma la vera stella della serie è senza dubbio suo fratello Daemon, un uomo a cui non interessa molto se non diventare il samaritano che guida le pecore, il capo a cui devono sottostare tutti senza esitazione. La figura di Daemon è certamente quella più affascinante, perché se da un lato porta avanti il lato pathos della vicenda, d’altro sfugge a qualsiasi logica, a ogni nostra supposizione: tutto e il contrario di tutto. Cruciale, all’interno di House of The Dragon, è il suo rapporto con la principessa Rhaenyra, sua nipote nonché amante, regina ma allo stesso tempo alleata in una guerra contro la fazione nemica dei Verdi capeggiata da Alicent. Anche quest’ultima riesce ad attirare l’attenzione di tutti noi, soprattutto quando la faida con la sua amica del cuore riporta in auge vecchi scheletri nell’armadio e gelosie mai sopite. Le due protagoniste propongono la forza femminile all’interno di un mondo dominato da logiche maschili, soppiantando ogni tipo di pregiudizio e idea innaturale. Sono proprio i personaggi femminili che guidano i fili della storia: una traccia mai prevedibile.

Insomma, House Of The Dragon è piena di protagonisti brillanti, uomini o donne capaci di lasciare un segno indelebile. La guerra per l’ambito trono di spade non lascia spazio a sentimenti di natura benevola e quasi tutti concorrono affinché la vita assegni loro un posto ideale all’interno della corte. Da questa premessa generale si muovono una serie di colpi, tradimenti, dinamiche surreali che riportano tra noi la vera essenza dei romanzi di Martin: fuoco e sangue, per l’appunto. Ciò che rende House of The Dragon ancora più speciale risiede nei brillanti dialoghi tra i personaggi, tutti inseriti al momento giusto nel posto altrettanto giusto. Quando all’interno della serie qualcuno dà aria alla bocca lo fa solo per lasciare un’impronta, un siluro nei confronti di un nemico, o una parola di conforto per qualcuno che si ama. A questo proposito, il ritratto di famiglia all’interno di un contesto sociale pieno di violenza è molto importante, soprattutto per Rhaenyra. La principessa agisce solo per il bene e la sicurezza di chi gli sta attorno e lo sguardo nell’ultima clip dell’episodio finale lascia presagire la danza dei draghi: subbuglio contro chi ha lasciato morire suo figlio. 

Azione e draghi non mancano all’interno della serie, soprattutto nella seconda parte della serie

Non manca l’azione perché, seppur limitata per presentare al meglio la vicenda storica, quando c’è si fa sentire. Pensiamo soprattutto alla battaglia per le Stepstones, all’incredibile guerra portata avanti da Daemon nella parte meridionale del Mare Stretto per il controllo di un pezzo di terra strategico e fondamentale. Pur disponendo di un’armata meno imponente di quella degli avversari, il principe e i suoi alleati infliggono numerose sconfitte alla Triarchia nell’arco di due anni, al termine dei quali Daemon uccide Craghas Drahar in singolo combattimento servendosi della sua spada valyriana. Anche l’uso dei draghi, come riferisce il titolo, è al centro della trama e questo aspetto ha reso ogni parte ancora più interessante, soprattutto quando ci sono stati presentati attraverso i loro caratteri, le loro debolezze, le loro forze. Proprio una lotta tra draghi é stata al centro della trama nell’ultimo episodio, quello in cui Lucerys, figlio della regina, viene ucciso per mano di Aemond e del suo drago: un piccolo assaggio di quello che sarà questa serie nelle prossime stagioni.

C’è chi ha paragonato la serie a una Succession con i draghi, chi alla miglior trasposizione di un libro di Martin, chi ancora alla più bella ereda di Got, ma House of The Dragon è soltanto House of The Dragon: una serie bellissima, affascinante. Più di un semplice spin off.