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I 5 momenti di Harry Potter Return to Hogwarts che ci hanno sciolto il cuore

È il 1 gennaio 2022, HBO e Sky stanno per rilasciare lo speciale per il ventennale dall’uscita di Harry Potter, sei sotto la copertina nel tuo divano, dopo una notte di capodanno poco movimentata, va tutto bene. Si torna a casa. Quella in questione è una reunion, come ce ne sono state tante tra glorie passate di questi tempi, ma non è come le altre. C’è qualcosa di viscerale in Harry Potter, un senso di appartenenza che coinvolge tutti quelli che in questo universo hanno trovato la loro dimensione. Sarà la magia? Sicuramente sì, ma anche qualcosa di più e in questo speciale capiremo meglio cosa.

Per moltissimi ragazzini/bambini di una volta si tratta della prima occasione in cui vedere negli Studios inglesi di Watford gli attori nella veste di se stessi, e non dei loro iconici personaggi. È assolutamente razionale rendersi conto che Emma, Rupert e Daniel (e tutti gli altri) stavano semplicemente interpretando un ruolo come altri, ma allo stesso tempo disorienta, tanto che durante le interviste quando ci si riferisce con nome proprio a un altro membro del cast si tende a inserire subito il suo nome ‘potteriano’. Allora dopo 20 anni capiamo una cosa: la recitazione in Harry Potter ha comportato un livello di immedesimazione attore-personaggio tale da rendere tutto diverso. Il Golden Trio stesso ce lo conferma, raccontando la sensazione alienante di non riconoscersi più nel proprio vero nome dopo 10 anni di riprese.

Se la magia di Harry Potter sta nella fatica a distinguere il vero dall’immaginario, quella di Return to Hogwarts sta nel non spezzare l’incantesimo, facendoci fare un soffice salto nel passato il cui ricordo è così vivido da sembrare presente.

Nella confusione della commozione generale ci sono 5 momenti che più di tutti ci hanno letteralmente sciolto il cuore.

1. I titoli di apertura

I primi minuti in queste occasioni sono cruciali. E il sottofondo delle musiche di Danny Elfman anche. I membri del cast, indaffarati in ordinarie commissioni londinesi – vengono convocati alla loro Alma Mater con il metodo più tradizionale possibile: una lettera in ceralacca da Hogwarts. Certo, a noi quella lettera tanto attesa non è mai arrivata, forse che arrivi due volte a chi di dovere è per compensare (ti perdoniamo ufficio ammissioni di Hogwarts). Quello che è certo è che l’emozione è alle stelle e non diminuisce quando, seguendo la migliore delle logiche, sarà proprio l’Hogwarts Express a trasportare tutti al castello. Vedere Emma, Bonnie ed Evanna chiacchierare in uno scompartimento in abiti ‘civili’ fa venire un tuffo al cuore per tutte quelle volte che ci siamo immaginati di essere noi quelli seduti lì in vesti più moderne. E se questo non sarà bastato a farvi riempire gli occhi di lacrime, aspettate i veri titoli di apertura dove ogni partecipante alla reunion viene presentato assieme al nome della sua Casa.

Harry Potter

2. Emma Watson ha sempre saputo di essere Hermione

Molto tempo dello speciale è dedicato a raccontare il processo di selezione degli attori. Quando i primi libri di Harry Potter erano già famosissimi furono indetti dei provini aperti senza esperienza di recitazione richiesta, a cui parteciparono un’immensità di bambini dell’età adatta. Tra questi ovviamente anche la piccola Emma Watson, che insieme a suo fratello minore era ossessionata dalla saga. Emma racconta di come sapesse al 100% di essere Hermione, riconoscendosi in tutte le sue caratteristiche, tanto che i suoi genitori erano molto preoccupati di come potesse reagire in seguito a un rifiuto. Ma volere è potere e ovviamente al giorno d’oggi non sapremmo immaginarci un Harry Potter senza Emma nei panni della strega più brillante della sua età. Come si dice: quando lo sai, lo sai.

3. Robbie Coltrane e il tributo ai morti

I ragazzi di questa generazione faranno vedere Harry Potter ai loro figli,

quindi fra 50 anni si guarderà ancora Harry Potter.

Io non ci sarò, ma Hagrid sì.

Questa citazione di Robbie Coltrane è forse la migliore per riassumere l’immortalità che i film di Harry Potter hanno conferito a chi ne ha fatto parte. Durante un doveroso momento amarcord dedicato ai membri del cast che sono scomparsi è proprio questo effetto di immortalità del personaggio che ci fa ancora più male. Alan Rickman se ne è andato dal 2016 ma basta inserire un DVD e Severus Piton è vivissimo e inquietantissimo nella sua aula di pozioni, John Hurt è facilmente rintracciabile dietro al bancone di Olivander e Richard Griffiths è da qualche parte in cui la posta fatica ad arrivare. In generale c’è grande compostezza tra i superstiti nel parlare dei loro ex-colleghi, ma Tom Felton non riesce a trattenere le lacrime di fronte al ricordo di Helen McCory (Narcissa Malfoy), scomparsa a soli 52 anni lo scorso aprile. Qui il cuore ci si spezza più che sciogliersi, ma ringraziamo di aver avuto l’onore di vedere attori di questo calibro interpretare i nostri personaggi.

4. Le paure e il legame del Golden Trio

Sono cresciuti assieme, condividendo ansie, stanchezze, drammi amorosi, e il tutto con lo spirito di una famiglia. Agli spettatori è sicuramente rimasta la parte più piacevole dei film di Harry Potter, quella dove sedersi a vederli, ma il processo di creazione non è stato così facile. Le prime paure in cui Emma, Rupert e Daniel si sono trovati a sostenersi a vicenda sono state quelle riguardo le proprie capacità attoriali: essendo degli attori bambini non professionisti, recitare circondati dalla crème della scena cinematografica inglese li portava alla costante sensazione di dover migliorarsi per diventare attori ‘veri’. Ricordano come spronarsi a vicenda sia stato essenziale per superare quei periodo di insicurezze. Altro aneddoto molto tenero parla di come abbiano tutti dormito l’uno sull’altro nelle più importanti cattedrali inglesi per ingannare la stanchezza delle riprese. E ancora, tutti e tre si rammaricano di non essersi confrontati sulla loro ansia comune di voler lasciare la saga prima che terminasse, sopraffatti dalla sensazione che non finisse mai. Quando concludono dicendo che hanno un legame che in pochi possono capire, noi gli crediamo ciecamente.

5. Quando Hermione aveva un cotta per Draco

Questo è un gossip abbastanza risaputo e che ha, tra l’altro, generato un numero stratosferico di fan fiction. La diligente interprete di Hermione innamorata del suo antagonista Tom Felton, bad boy sullo schermo ma assolutamente un cuore di panna lontano dalle telecamere. Finalmente possiamo sentire la storia e immaginarla dall’altro lato della medaglia, quella di due adolescenti pieni di ormoni che si trovano a convivere su un set. Emma racconta di essersi innamorata di Tom, che ha due anni più di lei, durante una lezione privata in cui lui stava disegnando una ragazza che andava in skateboard. Dopo di che lei aveva preso l’abitudine di controllare ogni mattina il foglio presenze per capire se lui sarebbe stato sul set a rallegrargli la giornata. Lui dal suo canto aveva benissimo capito la situazione e l’aveva presa in simpatia, non sapendo bene come comportarsi. Nello speciale Emma dice che “tutto quello che può dire” è che tra loro c’è sempre stato un bellissimo rapporto di amicizia. Questa storia ci fa un’incredibile tenerezza e ci fa venire la voglia di sapere anche quello che la dolce Emma non ci può dire…

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