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Jon Snow, il modello dell’uomo virtuoso

Ognuno di noi sa quanto sia importante, specie in fase adolescenziale, avere un modello di riferimento, un ideale a cui vorremmo conformarci, una volta adulti. I modelli in questione ovviamente sono diversi per ciascuno di noi e questa diversità riflette la nostra indole, la nostra natura, il nostro spirito più profondo: a cosa tendiamo, qual è la nostra inclinazione? Solo osservando un personaggio chiave, erroneamente definibile stereotipo per capirci, solo allora potremo capire se conforma o meno i nostri ideali e se potremo essere noi un giorno, quell’uomo o quella donna.

Quello che cercherò di fare oggi è una sorta di esperimento, poiché consisterà nel descrivervi perché Jon Snow potrebbe incarnare il modello dell’uomo ideale, non tanto a livello attrattivo quanto a livello esistenziale: l’uomo virtuoso, razionale e pragmatico. Un uomo (non strettamente Jon Snow, ma il concetto che egli incarna) la cui storia potrà divenire mito e il mito leggenda.

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Prendendo in prestito una grande frase ad effetto pronunciata da Christian Bale nelle vesti di Batman in “Batman Begins”, possiamo dire che “Non è tanto chi sono, quanto quello che faccio, che mi qualifica”. Non è forse un’espressione che calza a pennello se cucita addosso al nostro Jon? Questo mio esperimento, per essere tale, non può e non deve contenere soltanto teorizzazioni e come ogni esperimento che si rispetti necessita di osservazione, deduzione e conclusione. Necessita di pratica dunque, di manifestazioni esteriori. Partiamo così dal principio, analizzando le fasi cruciali dell’esistenza di Jon per poi metterle sotto un’attenta lente di ingrandimento.

maxresdefaultConosciamo Jon nel primo episodio e l’impressione che abbiamo sin da subito è quella di un giovane ragazzo particolarmente legato alla famiglia o, meglio, alla famiglia “adottiva”, per quanto ne sappiamo all’inizio noi quanto loro. Nonostante sia sempre stato riconosciuto come il bastardo della famiglia Stark, uno Snow, soprattutto dalla matrigna Catelyn, ha sempre dato ascolto non tanto al legame di sangue (che come sappiamo è addirittura del tutto inesistente) quanto al legame di parentela. Il solo fatto di essere cresciuto insieme a Robb, Sansa, Arya, Bran e Rickon, lo ha fatto sentire in tutto e per tutto parte di quel nido famigliare, ripudiando senza ombra di dubbio l’interesse per un’eredità dinastica o per il riconoscimento del titolo di “Stark”: ricordiamo certo quanto, seppur compostamente, lasciò intendere un enorme apprezzamento interiore all’idea di ricevere il nome della casata quando gli fu proposto dai Bolton. Ma a differenza dell’interesse puramente egoistico e materiale che ha spinto Ramsey ad acquisire il nome degli stessi Bolton, Jon avrebbe ricevuto il titolo per puro rispetto reverenziale nei confronti di quella cara famiglia che lo aveva accolto e accudito sin da piccolo e che oramai sembra in rovina.

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E cosa potrebbe mai essere l’amore per un uomo razionale e pragmatico? Ricordiamo senza ombra di dubbio il forte sentimento provato da Jon verso Ygritte, la bruta. Questo legame è stato per lui ispirazione, esaltazione dello spirito e fonte da cui trarre forza: non ha mai rinnegato il suo sincero amore, neppure davanti agli oppositori che hanno cercato di denigrarlo come fosse un traditore, per questa relazione vietata dalla consuetudine. Un uomo, tuttavia, che non si lascia trasportare dalle futili passioni, se pensiamo alle varie tentazioni e avances di Melisandre e questo perchè Jon è esattamente un uomo razionale e pragmatico, che non si lascia trasportare dalle incontrollabili e indomabili correnti delle passioni mondane, ma che al contempo può vivere di un solo forte sentimento, anche a distanza di mesi, anni o addirittura dopo una rinascita. Un amore che per lui va oltre la morte e raggiunge l’eternità.

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Poco dopo la grave e greve perdita di Ygritte, il Castello Nero è stato scenario dell’elezione del nuovo Comandante dei Guardiani della Notte, a cui Jon non era minimamente interessato nonostante le ingenti spinte dei compagni alleati. Questo perchè non è mai stata la notorietà ad attirare Jon e neppure la brama di potere, tanto che avrebbe addirittura accettato di assoggettarsi agli ordini del suo acerrimo oppositore Ser Alliser Thorne. Un uomo infimo e malvagio ma soprattutto accecato dalla superbia e dal senso di competizione, nei cui confronti Jon è stato costretto a reagire in ultima istanza, reazione non impulsiva ma meditata e perpetrata soltanto per dovere e senso di giustizia, per l’alto tradimento nei confronti dello stesso Jon, appena divenuto Lord Comandante.

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Dopo il suo “ritorno” è stato visto come un dio o, meglio, come l’eroe divino, da molti dei suoi compagni, ma nonostante ciò Jon è sempre rimasto al servizio dei suoi nobili intenti e mai si è arrogato il ruolo di “capo indiscusso”, preferendo invece il ruolo di “guida” e, nei confronti degli altri Guardiani conosciuti da tempo, di amico. E una volta ricongiunto con Sansa ha subito inquadrato il suo obiettivo, chiaro e nitido: espugnare Grande Inverno e riportare alto lo stendardo della famiglia Stark, sotto consiglio della giovane sorellastra. Finalmente è giunta la possibilità di rendere onore e giustizia alla famiglia tanto amata e compianta.

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Ciò che osserviamo nella scena della battaglia dei bastardi, quando Jon sfodera la spada di fronte alla tempesta incombente di cavalieri, non è una reazione impulsiva alla dipartita di Rickon e neppure un gesto avventato di stizza: Jon Snow, il Lord Comandante dei Guardiani della Notte, scende in prima linea a combattere per il suo onore, per la sua famiglia adottiva, per il luogo natìo da riconquistare e sfida il tiranno, Ramsey, ad avere il coraggio di fare lo stesso, di mettersi in gioco definitivamente. E dopo la vittoria, il Lord Comandante decide di dare in pasto alla giustizia il signore dagli stendardi sanguinolenti, su decisione della vera vittima di questa straziante storia che ci ha accompagnato nell’ultima stagione: la stessa Sansa Stark.

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Il senso di giustizia non abbandona Jon neppure quando, alla scoperta della tragica e cruenta morte della piccola Shireen operata su consiglio di Melisandre, decide di esiliare quest’ultima, ma non di giustiziarla o farla giustiziare. Grazie alla sua lungimiranza, il nuovo Re del Nord ha pensato bene di mantenere in vita la donna rossa date le sue grandi potenzialità e i suoi poteri, poiché potrebbero tornare utili in futuro.

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Jon Snow, l’umile ragazzo quasi anonimo che abbiamo conosciuto come bastardo della famiglia Stark, è adesso divenuto un uomo, il Re del Nord, un titolo questo che su due piedi sembra anche intimorirlo. Tuttavia, grazie alla gioia dimostrata dai signori del Nord nonché dalla giovane Sansa che hanno sicuramente percepito la forte tenacia del giovane Re, si sentirà nuovamente membro di quella ormai decimata, ma al contempo grande famiglia ove tutto ha avuto inizio.