5) La nascita dell’intelligenza domotica e la vita nello spazio
Nel vivace e caotico quartier generale della Planet Express, la vita quotidiana è scandita dalla presenza di macchine intelligenti. Queste possiedono una personalità ben definita – spesso più esuberante che utile. Porte che parlano e fanno commenti sarcastici, termostati che regolano la temperatura in base agli sbalzi d’umore degli inquilini, frigoriferi che si offendono se ignorati. Futurama dipinge un futuro domestico in cui la tecnologia è onnipresente, senziente e spesso fonte di guai esilaranti. Oggi, gran parte di questa visione non è più solo fantascienza. Le case intelligenti sono ormai una realtà tangibile, grazie a dispositivi come Alexa, Google Assistant, Nest, Roomba e tanti altri. Queste tecnologie, pur non dotate di personalità così spiccate come quelle dello show, si stanno adattando sempre più alle abitudini quotidiane degli utenti. Le luci si abbassano all’avvicinarsi della sera, i termostati apprendono le preferenze termiche stagionali, i frigoriferi possono suggerire ricette in base agli ingredienti disponibili.
La differenza principale rispetto al mondo di Futurama è l’approccio. Nella serie, l’automazione è spesso intrusiva e comicamente maldestra, mentre nella nostra realtà punta (almeno in teoria) a rimanere discreta e funzionale. Tuttavia, la traiettoria è simile. Più la tecnologia si integra nelle nostre vite, più cresce la dipendenza da sistemi interconnessi capaci di gestire il nostro tempo e le nostre scelte. Ma questa crescente comodità ha un costo. Le case intelligenti, nel loro silenzioso operato, raccolgono dati, tracciano abitudini e modificano il modo stesso in cui viviamo. Futurama, pur con i suoi toni caricaturali, coglie un punto fondamentale. Ogni innovazione domestica, anche la più simpatica o utile, trasforma il concetto di privacy e influenza il nostro comportamento quotidiano. Quello che nella serie era una battuta, una gag esilarante, oggi suona come un avvertimento travestito da comfort.
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6) Il turismo spaziale di Futurama è oggi una realtà elitaria
In Futurama, viaggiare nello spazio è tanto comune quanto prendere un aereo. L’equipaggio della Planet Express vola regolarmente sulla Luna, su Marte e verso gli angoli più remoti della galassia. Spesso per consegnare pacchi, ma altrettanto spesso per puro svago. Il secondo episodio di Futurama, intitolato La serie è atterrata è emblematico in tal senso. La Luna è ormai un’attrazione turistica pienamente sviluppata, con parchi a tema, negozi di souvenir e tour guidati. La meraviglia dell’esplorazione spaziale è stata completamente addomesticata e trasformata in business. Quello che all’epoca sembrava una gag irriverente su come l’umanità riesca a banalizzare anche l’incredibile, oggi appare straordinariamente profetico. Oggi, infatti, il turismo spaziale non è più solo materia da romanzi o cartoni animati. Aziende come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic stanno lavorando per rendere possibile, e sempre meno eccezionale, l’accesso allo spazio per civili.
Seppur ancora riservati a milionari e celebrità, i voli suborbitali sono già realtà. Alcuni turisti hanno sorvolato l’atmosfera terrestre per pochi minuti, sperimentando l’assenza di gravità e ammirando la curvatura del pianeta da prospettive riservate, fino a poco tempo fa, solo ad astronauti addestrati. E gli obiettivi a lungo termine sono ancora più ambiziosi: hotel in orbita, vacanze lunari, colonie marziane. Futurama non si è limitato a prendere in giro queste possibilità: le ha normalizzate. Le ha inserite nel tessuto quotidiano di un mondo in cui la frontiera spaziale è diventata parte dell’economia, del turismo, perfino della noia. L’ironia è che, nella sua esasperazione comica, la serie ha colto una verità sottile: la conquista dello spazio non è solo una questione scientifica o tecnologica, ma anche commerciale e culturale. L’esplorazione, nel mondo dello show, si è trasformata in routine, in pacchetto vacanza.