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Si torna sempre dove si รจ stati bene. O almeno, cosรฌ si dice. From 3ร03 rovescia perรฒ questo assunto e ci ricorda che, per quanto ci si possa illudere del contrario, si torna sempre anche dove si รจ stati male. Volenti o nolenti. Si torna sempre in quellโincubo a cielo aperto chiamato Fromville. Nelle recensioni delle scorse puntate avevamo parlato di come apparentemente le porte dei misteri cominciassero a schiudersi: certo, eravamo consapevoli del fatto che ci sarebbe voluto ancora del tempo, ma ci aspettavamo che la narrazione extra-Fromville, quella legata alla storyline di Tabitha, procedesse a passo lento verso qualche soluzione, verso qualche speranza concreta di dirimere il rompicapo. From 3ร03 perรฒ ci riporta indietro, proprio quando qualcosa sembrava finalmente muoversi, e ci fa capire che noi spettatori siamo finiti nello stesso buco nero in cui abitano i personaggi della serie: ci illudiamo che qualcosa possa accadere, ci sono certe fasi della narrazione in cui qualcosa sembra effettivamente muoversi verso una qualche direzione, salvo poi tornare sempre e comunque al punto di partenza. Come se fossimo anche noi, assieme a Boyd e ai suoi malcapitati concittadini, finiti tutti quanti dentro un loop senza via dโuscita.
Lโanno scorso avevo parlato di come From fosse lโerede di Lost, sottolineando perรฒ โ tra le tante specifiche โ come si trattasse di ereditร concettuale, piรน che strutturale in tutto e per tutto. Perchรจ poi รจ ovvio che di differenze tra From e Lost โ senza scomodare paragoni diretti โ ce ne siano tantissime. Una di queste รจ senza dubbio lโapproccio dei personaggi al mondo in cui vivono. Citando il mio stesso articolo di un anno fa, โin Lost cโera sempre e comunque speranza, e alla preoccupazione di non poter tornare alle proprie vite da parte di Jack e soci, si univa la meraviglia della scoperta. From invece รจ una serie che si impernia su una rassegnazione contagiosa eppure non definitivamente arrendevole per mero spirito di sopravvivenza, su una sorta di speranza passiva che sa di vera disperazione.โ Ed รจ quello che succede anche in questa puntata, iniziata con Boyd pronto a suonare la carica per provare a invertire la tendenza della loro vita assieme ai mostri: il capo-branco di From si mette in testa di provare a ribaltare il tavolo, smetterla di difendersi e basta, catturarne uno e farlo parlare. Piรน che vera e propria volontร di potenza, perรฒ, piรน che come un atto attivamente rivoluzionario, suona come una forma disperatamente reattiva di provare a fare qualcosa di diverso, qualcosa che esca fuori dagli schemi prima di morirci definitivamente dentro, quegli schemi. Un momento di autodeterminazione, quello dello sceriffo, che potrebbe (dovrebbe) generare un poโ di speranza nel resto dei concittadini. E che invece viene accolto come un atto di disperata follia da parte di chi lo sta a sentire, decisamente piรน preoccupato di proteggere quel poco che ha. Accettando in modo sempre piรน evidente il silente compromesso coi mostri di vivere dentro un incubo, pur di vivere un giorno in piรน.
Perchรจ se sguazzi troppo tempo nel male, alla fine, hai pure paura ad uscirne.

E cosรฌ a Boyd non rimane che suonare stancamente, per lโennesima volta, quella fottuta campana mentre pensa a come fare per fare qualcosa, nonostante la sfiducia generale che ormai avviluppa gli abitanti della marcescente cittadina. In From 3ร03 (disponibile su Paramount+) si conferma comunque la coralitร della narrazione, ma soprattutto si conferma un crescente โ e totalmente comprensibile โ stato di follia che coinvolge ormai buona parte dei presenti. Che sia follia indotta da chi cโรจ dietro questo alienante esperimento o sottoscala del purgatorio che dir si voglia, o provocata dagli infiniti traumi che queste persone sopportano ormai da tempo immemore, poco importa. Jim prova a dribblare la chiamata del suo finto figlio, che lo inquieta ma non lo fa cadere del tutto, e alla fine decide anche di non rispondere piรน. Jade โ il personaggio piรน mistico della serie assieme a Tabitha, e uno di quelli da cui piรน ci illudiamo di poter avere risposte e\o illuminazioni โ vede la gente morta come ne Il Sesto Senso, e come sempre capita con lui non riusciamo a capire che tipo di peso dobbiamo dare alle sue visioni: allโapparenza, per ora, niente di concreto, ma dato il pathos conferito dagli sceneggiatori ai momenti in cui รจ presente e dato che piรน spesso degli altri viene isolato narrativamente, qualcosa sotto deve esserci. Anche Randall รจ alle prese con insetti fantasma mentre qualcosa di concreto sta succedendo a Fatima (avevamo parlato qui di tutte le teorie sulla sua oscura gravidanza), che stavolta viene colta in flagranza di reato mentre mangia le verdure marce da unโanziana signora che prima prova a rassicurarla senza successo e poi decide di farle i tarocchi, ma giusto il tempo di cominciare e un inquietante uccellaccio del malaugurio spacca i vetri della casa e si schianta contro il muro. Anche qua, forse, ne sapremo di piรน la prossima volta, ma magari in realtร no.
From 3ร03 รจ stata una puntata dal ritmo piรน blando rispetto alle due precedenti, con pochi momenti cult veramente significanti a riempire lโepisodio e che si รจ quasi deresponsabilizzata nella parte centrale lasciando tutto in mano al solito scoppiettante finale, come sempre condito da un cliffhanger che ci farebbe venire voglia di guardare subito la puntata successiva ma sappiamo bene che dovremo aspettare ancora una settimana. Un finale in cui Tabitha e il padre di Victor si stanno dirigendo in macchina verso lโalbero che potrebbe contenere tutte โ o almeno alcune โ delle risposte che stanno e stiamo cercando, ma a cui non arriveranno mai perchรจ la donna decide di fermare lโoperazione, provocando di fatto lโincidente che porterร lei, il padre di Victor e due malcapitati paramedici nuovamente dinnanzi a quel maledetto albero che blocca la strada. Si torna sempre dove si รจ stati male, e a quanto pare per Tabitha รจ arrivato il momento di tornare a Fromville. La sua gita nel mondo reale รจ giร finita, almeno per il momento. E ci sono varie possibili spiegazioni dellโaccaduto: potrebbe anche essere che come lei stessa sospetta, nel mondo reale non ci sia mai stata (se volete approfondire, ne abbiamo parlato qui).
Nonostante il consueto finale di puntata attraente ed entusiasmante in pieno stile From, va senza dubbio messo a referto un passo indietro a livello narrativo rispetto ai precedenti episodi. Eravamo molto affascinati dallโidea che la narrazione potesse proseguire sulla linea della duplice dimensione tracciata allโinizio di questa terza stagione, sospesa a metร tra la raccapricciante Fromville e il mondo reale (o qualsiasi cosa esso fosse): rinchiudere di nuovo tutto allโinterno dellโorrenda cittadina, buttando la chiave, potrebbe comportare un serio rischio di appiattimento narrativo. La probabile riconciliazione tra Victor e suo padre ci farร piangere parecchio, lo sappiamo giร , e al contempo la contemporanea presenza dei due a Fromville, con Tabitha e Boyd a fare da registi, potrebbe anche sbloccare dei tasselli finora invisibili che potrebbero portarci (e soprattutto, portarli) a qualche risoluzione. Questo รจ ciรฒ che ci aspettiamo, ma rimaniamo dellโidea che riportare indietro Tabitha sia stata una scelta poco coraggiosa. Ha una sua poesia, certo, perchรจ ci ricorda che non si scappa cosรฌ facilmente da mostri e incubi. Ma insomma, diciamoci la veritร : ci siamo innamorati di From perchรจ rispetto ad altre serie del genere non รจ quasi mai caduta in meccanismi di prevedibilitร . E la speranza รจ che questa discutibile scelta narrativa sia soltanto un male necessario per portare la serie ancora a un altro livello.
Vincenzo Galdieri