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Pensavamo di sapere tutto su una delle cantanti più famose al mondo, ma ci sbagliavamo di grosso. Framing Britney Spears ci ha mostrato un lato inedito, inaspettato, scioccante e triste della vita di una donna che voleva solo essere lasciata in pace.

Il documentario evento di casa Hulu è disponibile dal 1° marzo su Discovery+ e ha l’arduo compito di sbatterci in faccia una verità spesso trascurata: anche le persone famose sono esseri umani. A volte lo dimentichiamo e tendiamo a idealizzare le star a tal punto da pensare che le loro vite siano perfette. Framing Britney Spears ci mostra appunto pochi frame, piccole parti molto intense e dolorose della vita della cantante, dall’esordio fino al noto movimento conosciuto oggi come #freebritney.

Non è tutto oro ciò che luccica

framing britney spears

Come ci mostrano i primi minuti di Framing Britney Spears, la donna è stata una delle più importanti icone pop e teen idol che dalla fine degli anni ’90 al nuovo millennio inoltrato ha dettato legge nel mondo pop. Dotata di grande intelligenza e forza di volontà, Britney si è fatta spazio in un mondo che più volte ha cercato di buttarla giù. Intelligente, colta ed estremamente gentile con tutti, si è sempre prestata a interviste e finché ha potuto non si è mai scontrata con i paparazzi.

Purtroppo, quel che emerge dal documentario è una realtà scioccante, e forse lo è ancora di più perchè l’abbiamo sempre avuta sotto gli occhi e talvolta ne siamo stati anche complici. Britney è stata oggetto di attenzione da parte dei media e del pubblico in modo a dir poco morboso e spesso meschino. La sua vita ha visto numerosi alti e bassi, con tanto di compromissione della sua salute mentale (ricordiamo tutti la sua crisi di nervi, divenuta forse una delle più memorabili) e complicazioni a livello legale che l’hanno fatta tornare suo malgrado sulla bocca di tutti nel 2021.

Tutti contro Britney

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Framing Britney Spears non tratta in maniera approfondita le vicende che hanno visto coinvolto il padre e la donna in una strana battaglia legale, ma ci mostra una verità ancora più scioccante. Forse non ci abbiamo fatto caso, o forse qualcuno ci ha fatto credere che fosse la normalità, ma oggi sappiamo per certo che tutta la crudeltà con cui è stata trattata quando era poco più che adolescente era sbagliata e inaccettabile.

Al primo posto nella lista degli incubi di Britney c’era il sessismo con cui i presentatori televisivi le si rivolgevano, le insinuazioni e le domande in merito alla sua verginità, la persecuzione dei paparazzi a cui inizialmente non riusciva a opporsi e che trattava sempre con estrema educazione. Fino ad arrivare alla derisione, l’umiliazione quando ebbe il crollo mentale e si tagliò i capelli, perché semplicemente non voleva più essere toccata.

Ci troviamo di fronte ad un resoconto di cosa la fama possa fare alla vita di una giovane donna di talento, di come si possa prendere l’immagine di qualcuno e rielaborarla più e più volte, da vergine a ragazza facile (anche grazie alle dichiarazioni di Justin Timberlake), da madre incapace a tossica, a pazza, a seconda di quello che il pubblico desiderava, togliendo essenzialmente il diritto di replica alla diretta interessata.

Framing Britney Spears arriva tardi?

La denuncia arriva tardi, Britney come tutti sappiamo non ha più il pieno possesso della sua vita da tempo, il padre infatti è il tutore legale delle sue finanze e della sua intera vita. Una condizione che, secondo quanto riportato dalla star più volte, l’aveva “imprigionata”.

Jamie Spears è infatti il suo tutore legale sin dal 2008, quando la ragazza ebbe la celebre crisi di nervi che tutti ricordiamo, culminata nella rasatura dei capelli e nell’aggressione al paparazzo che non la lasciava in pace. Come ci mostra il documentario la donna perse anche la custodia dei figli, le scene in cui guida con il bambino in braccio scappando dai paparazzi ci devastano. Da allora il padre gestisce le sue finanze, tutto ciò che la riguarda legalmente, e vanta diritti decisionali anche sulla sua carriera, sui suoi spettacoli, persino su chi vede e chi non vede. Se allora poteva sembrare una scelta giusta per aiutare la giovane mamma a riprendere il controllo della sua vita, ad oggi le cose non sono affatto cambiate.

Framing Britney Spears ci mostra la preoccupazione dei fan, a detta loro la donna avrebbe provato più volte a chiedere aiuto, ma sempre in maniera poco esplicita. C’è chi addirittura ritiene che Britney non abbia il pieno controllo dei social, che i contenuti siano controllati dal padre che le direbbe cosa fare e cosa dire, e che lei tenti in qualche modo di far trapelare messaggi d’aiuto con caption ambigue o abiti con slogan particolari.

Non è mai troppo tardi per chiedere scusa

Dopo l’uscita del documentario il web è impazzito e gli hashtag in tendenza erano principalmente tre: “Free Britney”, “Framing Britney Spears” e soprattutto “We are sorry Britney”.

Il mondo di Hollywood è rimasto altrettanto scioccato nello scoprire un retroscena così turbolento. Di fatto la storia è sempre stata sotto gli occhi di tutti, ma probabilmente era più semplice non parlarne. Per molte star è stato così e solo a distanza di anni hanno capito cosa la collega stesse realmente provando in quel momento così buio della sua vita.

Al centro delle vicende, come anticipato, c’è anche l’ex di allora: Justin Timberlake. Ai tempi in cui la coppia si era divisa e la Spears iniziava il tracollo emotivo, Timberlake scherzava in un’intervista sulla sua relazione sessuale con la cantante e anche nel video di What Goes Around… Comes Around, pubblicato 4 anni dopo la rottura, nel momento in cui Britney stava affrontando il suo secondo divorzio e la sobrietà, ha rincarato la dose. Ai tempi della rottura, infatti, la cantante sosteneva pubblicamente di essere ancora vergine, anche se l’ex ha più volte suggerito che così non fosse, accusandola inoltre di tradimento. Anche il cantante ovviamente si è scusato, forse però troppo tardi.

Framing Britney Spears non è una felice biografia, il racconto di una scalata al successo fatta di ricchezza e soddisfazioni. È l’altro lato della medaglia, quello che fa comodo non guardare, quello che renderebbe un idolo uguale a noi, fragile, umano e soprattutto vero. Quindi sì, “lasciate stare Britney”, ma non lasciatela sola. Non di nuovo.

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