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I 10 migliori sequel horror che hanno inaspettatamente reinventato il franchise

La storia dei film horror ci insegna che i sequel possono andare in due modi: cadere nel dimenticatoio o essere il più importante capitolo di un determinato franchise. E la cinematografia horror è piena zeppa di esempi dell’uno o dell’altro caso, soprattutto quando si parla di saghe longeve del calibro di Scream, Nightmare o Venerdì 13. Ma se di seguiti falliti e dimenticati se ne parla davvero spesso, oggi abbiamo deciso di rendere omaggio a quei sequel, diretti o meno, che si sono assunti l’arduo compito di donare nuova verve al franchise horror di riferimento. In questa lista troverete slasher movie, cult psicologici e storie di serial killer.

Ecco quindi i 10 migliori sequel che horror che hanno ridato vita a certe famose saghe, o almeno ci hanno provato!

1) Venerdì 13 parte VI: Jason vive (1986)

Venerdì 13 (640×438)

Venerdì 13 è una delle saghe horror più longeve della storia della cinematografia. Le dodici pellicole della serie rientrano nel filone slasher, un genere molto in vago nel cinema horror degli anni Ottanta. Insieme ad altri cult come Nightmare, Halloween e Chucky, anche Venerdì 13, pur ricevendo critiche pressoché negative, si è imposto nel corso del tempo come simbolo della cultura pop di riferimento, grazie anche al merchandising e agli svariati riferimenti alla cultura di massa. Le pellicole, tuttavia, rimangono quasi tutte prodotti di serie B, dove lo schema è pressoché identico e ripetuto di film in film.

Si raggiungono perfino punte di trash altissimo come quel Venerdì X, sequel horror, in cui Jason arriva addirittura nello spazio.

Nel sesto capitolo del franchise assistiamo invece alla resurrezione di Jason, morto alla fine del quinto capitolo. Proprio in questo film, la figura di Jason Voorhes, per ora killer sanguinario e truculento, trascende definitivamente i limiti dell’umano per trasformarsi in un moderno Frankenstein senza padrone. Da questo momento in poi, Jason diventerà un cattivo dai toni sovrannaturali nello stile dei colleghi Freddy e Chucky. Tommy Jones, ossessionato da Jason e desideroso di porre fine alla minaccia una volta per tutte, decide di riesumarne il corpo. Con l’aiuto di un amico, Tommy riesce a riportare in vita Jason accidentalmente e questi fa così ritorno al lago Crystal Lake e inizia una nuova ondata di omicidi. Il film è considerato uno dei più divertenti della saga non solo per il suo approccio più leggero e fresco ma anche per la presenza di un protagonista, Tommy appunto, che è tutto fuorché l’eroe di tutto o la final girl da copione.

2) Aliens – Scontro finale (1986)

Aliens (640×341)

Il primo capitolo diretto da Ridley Scott rimane ancora oggi uno dei migliori film di horror sci-fi mai realizzati. Merito di un’eroina d’eccezione e di un’estetica intramontabile. Negli Ottanta, James Cameron ha raccolto quell’eredità firmando un film, forse, ancor più bello del precedente. E non siamo solo noi a dirlo ma i fan di ieri e di oggi. Nonostante la virata più action, Aliens è da molti considerato il miglior capitolo della saga. Sigourney Weaver ritorna nei panni di una Ripley memorabile, eroina coraggiosa e impavida in un mondo cinematografico di personaggi maschili. Soprattutto per i tempi, infatti, una figura come Ripley era più l’eccezione che la regola ed è stata proprio lei, d’altronde, a spianare la strada per le eroine del domani.

La storia si svolge 57 anni dopo gli eventi del primo film. Ellen Ripley viene salvata da un sonno criogenico e scopre che la colonia su LV-426, dove l’equipaggio della Nostromo aveva incontrato il primo alieno, è diventata una colonia prospera. Tuttavia, il contatto con la colonia è stato perso e Ripley viene reclutata per una spedizione per scoprire cosa sia accaduto. Una volta arrivati, il gruppo scopre che la colonia è stata invasa dagli alieni e che la “Regina” ha intenzione di proteggere il proprio nido e sbarazzarsi di qualsiasi minaccia. James Cameron ha preso il tono claustrofobico e horror del film originale di Ridley Scott e l’ha trasformato in un action adrenalinico. Il film è diventato noto anche per l’introduzione del concetto di “marines spaziali” e ha influenzato numerosi film successivi nel genere.

3) Non aprite quella porta (2022)

Non aprite quella porta (640×360)

La storia cinematografica di Non aprite quella porta è un tantino complessa dato che, tra reboot e prequel, la trama non ha mai seguito una progressione chiara. Nel 2022 esce quindi un nuovo capitolo del franchise, il nono, che però si va a inserire come il sequel diretto del primo film del 1974. L’intenzione del sequel sarebbe quello di ridare continuità alle vicende di Leatherface, nel tentativo di costruire magari un futuro per il franchise. La pellicola non ha riscosso grandissimo successo, nonostante l’idea nasca da un progetto del talentuoso Fede Alvarez. In ogni caso va riconosciuto il merito di averci provato.

49 anni dopo gli omicidi del feroce e sanguinario serial killer Leatherface nel 1973, gli imprenditori Melody e Dante, insieme alla giova fotografa Lila e a Ruth, fidanzata di Dante, si recano nella isolata cittadina di Harlow, in Texas. Qui le case sono state quasi del tutto abbandonate fatta eccezione per un vecchio orfanotrofio dove abitano la signora Mc e un silenzioso uomo enorme. L’uomo si rivelerà essere proprio Leatherface, impazzito dopo la morte improvvisa della donna e ora in preda a una furia omicida che non risparmia niente e nessuno. Nel film torna anche il personaggio di Sally Hardesty, unica sopravvissuta degli eventi del 1973 e prima final girl della storia dei film slasher.

4) Evil Dead (2013)

Evil Dead (640×320)

Con La casa, Sam Raimi rivoluzionò un genere cinematografico unendo comicità grottesca e orrore truculento. Nel 2013, Fede Alvarez dirige un reboot di quell’inaspettato cult rendendolo ancora più sanguinoso e visivamente violento. Il film segue un gruppo di cinque amici che si riuniscono in una cabina isolata nei boschi per aiutare Mia (Jane Levy) amica di infanzia che sta tentando di superare il suo problema di tossicodipendenza. Nel gruppo, insieme agli amici di sempre, c’è anche il fratello di Mia al quale la ragazza è particolarmente legata. Il ritiro nei boschi prende però una piega inquietante quando, nel seminterrato, il gruppo trova il Necronomicon, un antico libro dei morti. Ignorando gli avvertimenti scritti tra le sue pagine, uno dei ragazzi legge gli incantesimi oscuri dando inizio a un rito negromantico che attira sulla casa le forze demoniache che abitano la foresta.

Evil Dead è uno dei sequel horror più cruenti, spaventosi ed esteticamente d’impatto degli ultimi vent’anni.

Alvarez spinge l’acceleratore costruendo una storia spaventosa con una protagonista fragile e spezzata, preda perfetta per le forze del male, ma che riuscirà a sorprendere se stessa e lo spettatore lottando con le unghie e con i denti. Il personaggio di Mia, interpretato in modo potente da Jane Levy, è al centro della narrazione, e il suo viaggio personale si intreccia con l’orrore sovrannaturale, aggiungendo un elemento emotivo alla storia. Mentre il film di Sam Raimi era noto per il suo stile campy e umoristico, il reboot del 2013 ha adottato una tonalità più seria e spaventosa, adattandosi ai gusti contemporanei.

5) Scream IV

scream (640×360)

Nel 1996, dalle menti di Wes Craven e di Kevin Williamson, venne fuori un film horror come non se n’erano mai visti prima, destinato a fare la storia del genere. Perché nel film in questione, i protagonisti, lungi dal vivere in una dimensione fuori dalla realtà, sono perfettamente consapevoli dei film horror e delle loro “regole”. Anzi è proprio sulla base di queste regole che il film costruisce il suo più grande punto di forza: la satira al genere horror. Quel primo fortunato e innovativo capitolo, in cui la final girl Neve Campbell deve vedersela con Ghost face insieme all’aiuto della giornalista Gale Weathers e del poliziotto Linus, ebbe un successo straordinario dando origine a una delle trilogie più famose degli anni Novanta.

Nel 2011, il compianto Wes Craven torna a dirigere i volti più amati della trilogia per un nuovo capitolo del franchise che, ancora una volta, stravolge le regole di ogni horror conosciuto. La storia si svolge 10 anni dopo gli eventi del terzo film e vede il ritorno di Sidney Prescott a Woodsboro, la sua città natale, dove è autrice di un libro autobiografico in cui racconta la sua esperienza di sopravvissuta. La visita di Sidney, però, coincide stranamente con una nuova ondata di omicidi, che riprendono il modus operandi dell’assassino mascherato Ghostface.

6) Halloween, sequel diretto dell’iconico horror anni Settanta (2018)

sequel horror
Halloween (640×427)

Dopo la pausa intensissima e non adatta a deboli di stomaco dei due capitoli diretti da Rob Zombie, Halloween torna con una trilogia firmata da David Gordon Greene e con protagonista (di nuovo) Jamie Lee Curtis. Questa pellicola del 2018 segna l’undicesima produzione dedicata a Michale Meyers e rappresenta un sequel diretto di Halloween – La notte delle streghe del 1978 diretto da John Carpenter. Nel film ritroviamo quindi il personaggio di Laurie Straude, che segnò la carriera della Curtis e la rese un’icona del genere slasher. La storia ha luogo 40 anni dopo gli eventi del film originale. Laurie è sopravvissuta all’attacco di Michael Myers ma non è mai riuscita davvero a superare il trauma, convinta che, prima o poi, Michael sarebbe tornato per lei. Anziana e isolata da tutto e tutti, Laurie vede solo di rado la figlia e la nipote, alle quali è comunque molto affezionata. Nel frattempo, Michael Myers è stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico da decenni, ma durante un trasferimento scappa e fa ritorno a Haddonfield.

Il film del 2018 è il migliore della nuova trilogia perché riesce, anche se con una trama molto lineare e una sceneggiatura semplice, a farci vivere la tensione, l’ansia e la paura suscitata dal ritorno di Michael. Non è un caso che il sequel sia stata apprezzato dal pubblico e dalla critica, proprio per la ventata di freschezza che è riuscito a donare alla saga horror dopo una parentesi molto pesante come la duologia di Rob Zombie. Tutto, dalla protagonista Laurie alla colonna sonora intramontabile, ci riporta agli anni d’oro della saga facendo la felicità dei fan più accaniti del franchise.

7) 10 Cloverfield Lane (2016)

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10 Cloverfield Lane (640×427)

Mai una trilogia ha cambiato tante volte genere come quella di Cloverfield. Dal found footage all’horror sci-fi passando per quel thriller psicologico serratissimo che rappresenta il punto più alto della trilogia. Apparentemente scollegati gli uni dagli altri in realtà Cloverfiel, 10 Cloverfield Lane e Cloverfield Paradox sono uniti da un sottile filo rosso e da una minaccia aliena in comune. La pellicola del 2016, scritta tra gli altri da Damien Chazelle, vede protagonista Michelle (Mary Elizabeth Winstead) che dopo aver avuto un brutto incidente d’auto si risveglia all’interno di un bunker sotterraneo. Qui, Howard (John Goodma) le dice di averla soccorsa spiegandole inoltre che il mondo è stato devastato da un attacco chimico, rendendo l’aria esterna inabitabile. Nel bunker, oltre a le e a Howard c’è anche un altro sopravvissuto di nome Emmett (John Gallagher Jr.), il quale le confida di aver assistito all’attacco alieno. Michelle però non è convinta, sentendosi sempre più una prigioniera che un’ospite nel bunker di Howard.

Quasi interamente ambientato all’interno di quelle quattro mura di metallo e pietra, il film gioca moltissimo con il senso di claustrofobia e isolamento generato dal luogo. La natura chiusa del bunker contribuisce a un’atmosfera di suspense, con gli spettatori che si chiedono costantemente se Howard sia effettivamente un salvatore o solo un bugiardo. Il film mantiene un alone di mistero sulle circostanze esterne mostrando il mondo di fuori solo negli ultimi dieci minuti della pellicola. Il perno centrale della storia è il rapporto sempre più teso tra Michelle e i due uomini, con particolare riferimento all’ambiguità di Howard.

8) Candyman (2021)

sequel horror
Candyman (640×320)

L’uomo nero, Boogeyman, El Coco oppure Candyman. Tanti nomi che riportano alla mente lo stesso tipo di paura, quella che ti assale quando ti trovi da solo al buio in balia dei mostri che possono sbucare fuori dall’armadio o avvinghiarti da sotto il letto. L’antagonista principale della pellicola del 1992 era stato creato da Clive Barker, altro maestro della letteratura horror moderna, già papà di Hellraiser. Quello del 2021 è il sequel diretto di quel sottovalutato horror. Ambientato a Chicago, il film segue l’artista visivo Anthony McCoy (Yahya Abdul-Mateen II), che si trasferisce nel quartiere gentrificato di Cabrini-Green con la sua ragazza. Dopo aver scoperto la leggenda di Candyman, collegato all’omicidio di un uomo di colore innocente nel 1977 e dalla misteriosa follia criminale di Helen Lyle, Anthony ne diventa sempre più ossessionato e comincia a vivere dei propri incubi a occhi aperti.

Più Anthony disegna opere ispirate da quella leggenda, più la figura di Candyman inizia a risvegliarsi e prendere forza. Il film, come tutti quelli prodotti da Jordan Peele, si fa promotore di una critica sociale affrontando anche temi sociali e razziali, in particolare la gentrificazione, la violenza razziale e le conseguenze storiche che si riflettono nel presente. Candyman assume così i tratti di un angelo vendicatore, venuto a portare una giustizia violenta per tutto il male inflitto agli schiavi afroamericani. Tuttavia, per quanto nobili siano state le intenzioni, il film manca di quel mordente capace di catturare davvero l’attenzione dello spettatore.

9) Blair Witch (2016)

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Blair Witch (640×419)

Nel 1999, The Blair Witch Project fu un vero e proprio caso mediatico. La pellicola, infatti, realizzato da una coppia di registi esordienti era stata girata con la tecnica del found footage e preceduta da un’originale campagna pubblicitaria. Ed è stata quella campagna, che prometteva non un film ma un documentario basato su eventi realmente accaduti, a confondere il pubblico e a generare tanto malcontento. Il tempo lo ha collocato poi tra le schiere dei cult del genere e nel 2016 è stato prodotto un sequel horror diretto. Stavolta nessuna confusione, Blair Witch si presenta fin da subito infatti come un film di finzione in cui ciò che vediamo sullo schermo è una storia da spavento e nulla più.

James è il fratello di Heather, la protagonista del film originale. Dopo aver visto un video online che suggerisce che sua sorella potrebbe essere ancora viva e vittima della stessa leggenda della strega di Blair, James decide di formare un gruppo per esplorare la foresta di Black Hills, la stessa area in cui sua sorella è scomparsa diversi anni prima. Il gruppo inizia l’escursione con una serie di videocamere per documentare il loro viaggio ma, man mano che si addentrano nella foresta, iniziano a sperimentare eventi paranormali e a perdere il senso della realtà. La notte cade, la tensione aumenta, e diventa evidente che la presenza malevola della strega di Blair potrebbe essere molto reale di quanto avessero creduto. Il film aggiunge nuovi elementi al mito della strega di Blair, rivelando dettagli e sottotesti che ampliano il contesto della leggenda e che ridanno valore e dignità a quel film del 1999, rimasto incompreso per troppo tempo.

10) Spiral (2021)

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Spiral (640×427)

Le ambizioni erano altissime, le intenzioni davvero nobili ma il risultato è stato troppo scadente per dare adito a un seguito. Un vero peccato perché Spiral era un film dal grande potenziale con due interpreti d’eccezione e una trama ben pensata per staccarsi di dosso la pesante eredità del franchise di Saw. Pur ambientato in quell’universo, infatti, Spiral voleva creare una storia a se stante, con un nuovo killer e un nuovo modus operandi. Il film si presentava un tono più incentrato sulla suspense e sulla trama investigativa rispetto ad alcuni dei film precedenti della serie Saw, legati soprattutto all’elemento splatter e senza alcun interesse ad approfondire psicologicamente le malcapitate vittime.

Il detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner, il detective William Schenk (Max Minghella), indagano su una serie di omicidi che sembrano collegati a un nuovo assassino che prende ispirazione dal modus operandi di Jigsaw. Mentre gli omicidi si fanno sempre più efferati ed enigmatici, Zeke si trova coinvolto personalmente quando gli assassinii si collegano al passato oscuro del padre Marcus Banks (Samuel L. Jackson), un tempo rispettato detective poi caduto in rovina. Zeke scopre ben presto che i crimini potrebbero avere radici più profonde e connessioni con la corruzione all’interno del dipartimento di polizia.

Moralità, etica e giustizia tornano anche in questo caso come elementi centrali della trama di questo sequel horror seppur narrati sotto una luce diversa.