7) Acciaio (1997)
Tra tutti i titoli citati, quasi sicuramente questo lo conosceranno solo pochi cultori. Acciaio è unico tra gli eroi DC perché, nonostante la sua forza e il suo armamento, è principalmente un uomo di scienza. Non ha superpoteri naturali, ma usa la sua straordinaria intelligenza e le sue competenze ingegneristiche per costruire l’armatura che lo rende un supereroe. Una caratteristica che lo rende un personaggio molto accessibile per il pubblico, rappresentando l’idea che l’ingegno e la conoscenza possano trasformare un individuo qualsiasi in qualcosa di straordinario.
Nel contesto più ampio dell’universo DC, Acciaio diventa uno dei “Supermen” che sorgono dopo la morte dell’Uomo d’Acciaio. Anche se all’inizio è considerato uno dei tanti “sostituti”, il personaggio guadagna rapidamente il rispetto degli altri eroi e del pubblico grazie alla sua integrità e determinazione. Si allea con Superman quando quest’ultimo ritorna, diventando uno dei suoi più fidati alleati.
Nel 1997 venne prodotto e realizzato un adattamento cinematografico del fumetto, diretto da Kenneth Johnson e con protagonista il celebre giocatore di basket Shaquille O’Neal.
La trama del film segue vagamente la storia dei fumetti: John Henry Irons è un ex progettista di armi che si rende conto del danno causato dalle sue invenzioni e decide di usare la sua abilità ingegneristica per diventare un supereroe. Costruisce così un’armatura di acciaio e un martello per combattere il crimine in città . Eppure nonostante alcune somiglianze di base con il personaggio dei fumetti, il film ha compiuto una serie di scelte creative che lo hanno distanziato dalla versione originale. La performance di O’Neal è stata criticata per la sua mancanza di carisma come attore, e il film nel complesso è considerato uno dei peggiori titoli dedicati ai supereroi.
Uno degli elementi peggiori del film è stata proprio la scelta del suo supereroe. Pur essendo un’icona sportiva e un personaggio molto amato, O’Neal non aveva l’esperienza attoriale necessaria per portare un personaggio tanto complesso sul grande schermo. Il risultato è stato un’interpretazione legnosa e poco convincente, che ha reso difficile per il pubblico prendere sul serio il personaggio. A ciò si è aggiunta una sceneggiatura lenta e piatta, incapace di offrire momenti realmente avvincenti o twist narrativi degni di nota. Il film segue una formula estremamente semplice: John Henry Irons diventa Steel, combatte i cattivi e alla fine vince. Tuttavia, manca completamente lo sviluppo dei personaggi e il senso di minaccia che ci si aspetterebbe da un film di questo genere.