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9 scene dei film che non mi stancherò mai di rivedere

Ci sono delle scene cinematografiche che entrano dentro di noi e non ci lasciano più. Le ragioni sono molteplici: ad esempio, ci provocano delle emozioni intense e difficili da spiegare; sono fatte benissimo tecnicamente e narrativamente o gli attori sono stati talmente divini da farci venire i brividi di gioia; sono connesse a ricordi dell’infanzia o dell’adolescenza; ci fanno semplicemente morire dalle risate. Spesso le riteniamo le migliori scene dei film dato che sono legate ai nostri preferiti, ma non è una variabile strettamente necessaria perché personalmente, se dovessi rivederne una di Shutter Island o Scream, mi guarderei i due film interamente. Dunque, come penso succeda anche a voi, ogni tanto sento proprio il bisogno di andare a rivedermi quei momenti, su YouTube, sui social e dovunque li trovi, per i motivi che vi ho detto prima. Qui ve ne racconto 9, anche se non sono tutte perché, beh, altrimenti il pezzo sarebbe venuto decisamente troppo lungo.

Non ci resta che andare a vedere insieme alcune delle mie migliori scene dei film, avvertendovi che in ogni punto ci possono essere degli spoiler (attenzione soprattutto al primo della lista).

1) John Doe si rivela (Seven)

Uno dei miei film preferiti in assoluto. Seven è un brillante, originale e nichilistico rompicapo; un’analisi psicologica e morale nostra e della società, immersa in una città simbolica, con uno dei cattivi migliori del cinema e con un finale sconvolgente e iconico. Tuttavia, è un’altra la scena che ho visto così tante volte da perderne il conto: John Doe si rivela e ne scopriamo finalmente l’identità (compresa quella dell’attore che, al tempo, venne tenuta segreta).

È un momento semplicemente geniale, meravigliosamente inaspettato e la cui tensione è palpabile. Insomma, quale pazzo entrerebbe dentro un commissariato completamente ricoperto di sangue? E chi ha visto il film, sa di chi è quel sangue. Nessuno lo nota, perché sono tutti impegnati a fare altro, compreso Mills che non sente i suoi primi due richiami. E poi arriva quell’urlo da brividi e quelle parole, che la mia mente sta ripetendo in loop in questo istante, seguiti dagli occhi spiritati di un sanguinante Kevin Spacey che apre le braccia e si arrende.

O questo è quello che pensano i detective perché, anche se ha smesso di piovere e sembra arrivata la calma, il suo lavoro ancora non è finito.

2) Il confronto in tribunale tra Kaffee e Jessup (Codice d’onore)

Questi sono otto dei minuti meglio spesi nella mia vita; Codice d’onore merita di essere visto anche solo per questo confronto, costruito magnificamente come se fosse una battaglia da combattere, però, con parole e arringhe. Il giovane Kaffee è messo alle strette dall’arrogante colonnello Jessup ed è visibile nel modo in cui gli tremano le mani quando beve l’acqua. La pressione è insostenibile, si respira una tensione che può essere tagliata con il coltello. C’è solo una cosa che deve fare e noi non aspettiamo altro. Sorridiamo quando la compie, violando le regole, ponendo la domanda impronunciabile e portandoci al climax dello scontro incarnato dallo sfogo di Jessup: un mix di mezze e dure verità. Parole potentissime che ci colpiscono e ci costringono a considerare un punto di vista lontano dal nostro. O almeno dal mio.

L’insistenza di Kaffee e il suo saper usare le parole toccando i punti giusti, alla fine, gli fanno ottenere un verdetto isperato. Mosso dal desiderio di rimetterlo al suo posto, Jessup confessa. E la nostra espressione è la stessa di Tom Cruise, qui in una delle sue migliori interpretazioni dato che riesce a tenere botta a quel mostro sacro di Jack Nicholson.

Ed è una delle migliori scene dei film anche perché il nostro doppiaggio raggiunge delle vette elevatissime: Roberto Chevalier e Michele Gammino ci deliziano, infatti, con un autentico capolavoro.

3) Mi chiamo Massimo Decimo Meridio (Il Gladiatore)

Ok, forse posso essere banale ma andiamo, quando è epico questo momento? Una delle migliori scene dei film; emozionante, imprevedibile e coinvolgente come poche altre, che arriva dritta allo stomaco con una potenza stratosferica? Prima c’è quella rilassatezza che non è tale, poiché sappiamo quello che vuole fare Massimo e cosa comporterebbe. Del resto, non è facile stare dalla parte dei deboli; non è facile sfidare il più forte che per essere tale si circonda di vigliacchi come lui. A fermarlo c’è solo quel bambino che, inconsapevolmente, fa da scudo a Commodo. Quest’ultimo gli chiede di rivelarsi, lo costringe a farlo. Ciò vuol dire solo una cosa per Massimo e lo sentiamo dentro di noi quando esita, sospira e si toglie l’elmo: la morte.

Allora, se deve essere, lo fa in grande stile. E quel discorso, così magnificamente recitato da Russell Crowe e reso leggendario dal doppiaggio di Luca Ward, è capace di farci provare un milione di emozioni diverse che nemmeno noi sappiamo spiegare, con quella chiusura che farebbe gelare il sangue nelle vene a chiunque, non solo a Commodo (grazie Joaquin Phoenix per averlo interpretato così bene):

“Avrò la mia vendetta, in questa vita o in un’altra”.

Mentre attendiamo il verdetto su Massimo, pur consci che può essere solo uno, il pubblico dell’arena lo grazia. E così il generale, che divenne schiavo e poi gladiatore, sconfisse l’impero.

4) Il processo a Karkaroff (Harry Potter e il calice di fuoco)

Ci sono moltissime scene della saga di Harry Potter che nel corso degli anni sono andata a riguardarmi. Forse quelle che ho visto più volte sono il duello tra Silente e Voldemort nel quinto capitolo e, soprattutto, il processo a Karkaroff. E che vi devo dire, pur non essendo fedelissima al libro, ho adorato ogni singolo istante di questa scena, a cominciare dall’indimenticabile espressione scocciata che Barty Crouch rivolge a Silente quando difende Piton, come a voler dire che è la milionesima volta che dice che lui non è più un Mangiamorte.

Karkaroff è alle strette e, per evitare di finire ad Azkaban di nuovo, prepara il terreno a una delle rivelazioni più adrenaliniche ed entusiasmanti della saga. Il momento, poi, è costruito magnificamente: Crouch, che vuole disperatamente sapere quel maledetto nome, si alterna al figlio che si alza e che si ferma quando Karkaroff urla “Barty Crouch”. C’è quella pausa semplicemente perfetta, dove sentiamo Rita Skeeter sorprendersi, prima che l’ex Mangiamorte finisca la frase con “Junior”. E già qui, brividi di gioia.

E la felicità aumenta poco dopo grazie alla stupenda interpretazione di David Tennant, il cui muovere la lingua come un serpente fa risaltare ancor di più l’instabilità mentale di Barty. Ma del resto, che ci stupiamo a fare con lui?

5) Il monologo di Leonardo DiCaprio (Django Unchained)

Già sono innamorata pazza di Leonardo DiCaprio, figuratevi se me lo ritrovo in un film di Tarantino che fa un monologo di questa portata, rubando la scena praticamente a tutti gli altri interpreti. Da vedere sia in originale, sia doppiato perché Francesco Pezzulli fa un lavoro magistrale. Si percepisce chiaramente la tensione che Calvin Candie crea con le sue parole, così cinico e crudele da intimorire persino il diavolo in persona; il tutto poi trasformato in ansia reale quando colpisce il tavolo, rompendo un bicchiere di vetro con la mano. Cosa che, ovviamente, non era prevista. Osserviamo, infatti, l’attore alla sinistra sobbalzare, alzare la mano e abbassarla subito, cercando di far notare il sangue che gronda da quella di DiCaprio, il quale intanto inizia a togliersi pezzi di vetro da essa; sentiamo il ting quando sbatte sul tavolo; vediamo Christoph Waltz e Jamie Foxx visibilmente preoccupati e spaventati, che non sanno se continuare o meno.

DiCaprio, però, non interrompe una delle migliori scene dei film e li trascina tutti in questo capolavoro di sequenza.

Una vera e propria lezione di recitazione in cui l’attore, di fronte a un imprevisto, lo ha reso parte del momento mediante l’improvvisazione, dandogli ancor più crudezza e forza. E l’Oscar, cari miei signori dell’Academy, se lo meritava appieno, perché ha messo letteralmente il sangue nel suo personaggio.

6) “Scusa se ho aspettato la pioggia” (A Cinderella Story)

Se dovessi scegliere IL film della mia infanzia/adolescenza, non avrei dubbi nel selezionare A Cinderella Story, quello con Hilary Duff nei panni della moderna principessa e Chad Michael Murray in quelli dell’atipico principe azzurro. Guardandolo con gli occhi di oggi, riconosco che è la solita commedia adolescenziale romantica parecchio distante dalle mie corde; eppure, ieri come allora, continua a farmi sognare. Potrei citarne tante di scene che mi sono rimaste impresse nella memoria: da Sam che scende dalla scalinata a lei che affronta Austin nello spogliatoio dei ragazzi. Quando però risuona My Angel di Jimmy Eat World, il mio cuore batte ancora come quello di una sedicenne. Perché so esattamente quello che sta per succedere.

Sam non riesce ad affrontare quel momento, con tutti che incitano il ragazzo che l’ha ferita più di quanto pensasse, e se va. Austin la vede e, in pochi secondi, deve decidere: continuare a giocare e a vivere una vita che non vuole o fermare Sam prima che se la lasci scappare un’altra volta? E il buon caro Austin fa la scelta migliore. Lascia il campo, lascia il sogno del padre e corre verso le gradinate, verso la sua Cenerentola per baciarla e renderla sua, mentre quella poetica goccia di pioggia gli cade sul viso. Non solo i rain kiss sono così romantici, ma parliamoci chiaro: chi non vorrebbe un Austin Aimes che ci corteggia e ci corre dietro in quel modo?

7) Shorty e l’assassino (Scary Movie)

Rimaniamo nel mondo della commedia, passando a quella demenziale con il film che dette il via a una saga meravigliosa. Lungi da essere solo stupida, Scary Movie è una pungente e spietata satira; una parodia intelligente dei cliché del genere horror – e non solo. Tutto è concesso, niente viene risparmiato in una pellicola in cui battute volgari, cattiveria gratuita ed esilaranti scene trash sono il pane quotidiano. Ecco, parecchie di queste sono entrate nella leggenda, trovandole citate o riprodotte dovunque, soprattutto sui social. Una delle più iconiche è quando Shorty parla con il killer e parte il coro: “BELLAAAAAAAAA”. Insomma, chi è il fan della saga che almeno una volta non l’ha fatto mentre parlava al telefono? Lo ammetto, io sono una di quelli e non me ne pento affatto.

Poi la scena continua con: “Ammazzo…il tempo”, con Ghostface che si sballa assieme a Shorty e con quel rap che tocca vette altissime, doppiato perfettamente da Pino Insegno. Ma la parte migliore – e credo concorderete come me – sono le facce dell’assassino che cambiano in base al momento. Quella da sballato mi fa morire tutt’ora… dalle risate ovviamente!

8) Batman interroga Joker (Il cavaliere oscuro)

Per il pezzo, ho riguardato questa sequenza e mi sono venuti i brividi dalla bellezza di ciò che avevo davanti, una delle migliori scene dei film in assoluto. Non trovo nemmeno le parole giuste per esprimere quanto sia strepitoso questo dialogo, che tecnicamente presenta pure uno dei migliori controcampi degli ultimi 20/25 anni. Per non parlare della bravura dei due interpreti, perché senza uno dei due Il Cavaliere Oscuro non sarebbe stata la stessa cosa.

Non dovremmo più stupirci della bravura e versatilità di Christian Bale (e non lo dico solo perché è uno dei miei preferiti), dimostrandosi forse il miglior Batman del grande schermo: recita con le parole, con il corpo, con quello sguardo dietro la maschera da cui trapela ogni sua emozione. Ma la scena sì, è tutta per il cattivo ed è pienamente meritata.

Heath Ledger è il Joker perfetto, un sociopatico lucido e dalla mente brillante che nella sua follia nasconde mille verità. Ci perdiamo nel suo sguardo, rabbrividiamo di fronte alla sua risata e al solo pensiero che le sue analisi esplodono nella nostra mente nelle loro assolute verità. È un agente del caos che rivela l’ipocrisia del mondo e ne dimostra la crudeltà. “Non parlare come uno di loro, non lo sei”: dirà a Batman, sapendo esattamente dove colpirlo per farlo crollare, dimostrando che i nemici più pericolosi sono quelli che stimano l’eroe. Ah, un plauso al suo doppiatore, Adriano Giannini, il figlio di quel Giancarlo che aveva doppiato Jack Nicholson nei panni dello stesso personaggio.

9) Al Pacino contro Robert De Niro (Heat – La sfida)

Se proprio vogliamo parlare di confronti epici, ce ne uno da scomodare e non è che ne sia proprio dispiaciuta. Michael Mann è stato eccezionale nel costruire l’intera trama di Heat – La sfida sull’incontro dei personaggi di due autentiche leggende cinematografiche: Al Pacino e Robert De Niro. Il regista sapeva di non dover rovinare quel momento atteso da ben 25 anni, rendendolo dunque breve e intenso. C’è una tale elettricità in quel ristorante da propagarsi al di fuori dello schermo, investendoci con un’onda d’urto pazzesca.

Non so voi, ma ogni volta trattengo il fiato più che posso quando vedo questo magnifico dialogo, come se i miei respiri potessero in qualche modo disturbare il loro bellissimo scambio. In un ping pong d‘inquadrature che esalta ancor di più la scena, i due uomini sono nemici naturali (poliziotto e ladro), eppure hanno entrambi un lato sofferto, malinconico, lottatore e abbracciano il caos, perché è l’unico modo in cui si sentono vivi, perché Bene e Male non trionferanno mai sull’altro o la vita finirebbe.

Ed è una delle migliori scene dei film perché trascende i personaggi stessi. Non erano solo questi ultimi a parlare, erano Al e Bob, con i loro modi diversi di recitare; eppure, se si fossero scambiati di posto, sarebbe cambiato poco e questo la dice lunga sulla loro grandezza. Infine, non è solo Pacino contro De Niro, ma anche Giancarlo Giannini contro Ferruccio Amendola. E non serve aggiungere altro se non che in quell’istante il centro del mondo era quel tavolo.

E avrei potuto continuare l’elenco con tantissime altri momenti – qualcuno ha detto il ballo scolastico in Carrie – Lo sguardo di Satana? Forse ce ne sarà l’occasione, forse no. In ogni caso, spero di avervi fatto vivere quelle emozioni che io stessa ho provato guardando alcune delle migliori scene dei film. Ma ora che vi ho svelato 9 delle mie, sono curiosa: quale sono le scene che non vi stancate mai di rivedere?