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I 7 migliori film di animazione europei degli ultimi dieci anni

Flow

4) La canzone del mare

La canzone del mare
Credits: Cartoon Saloon

Il nostro itinerario europeo questa volta ci porta in Irlanda del Nord, paese di origine del regista Tomm Moore, autore di uno dei migliori film di animazione dal carattere onirico e fiabesco. Le favole irlandesi a cui si è ispirato il lungometraggio sono come gemme luccicanti dalla capacità unica di farci sognare e di farci tornare bambini. Se poi le si unisce a un disegno in 2D dalle figure morbide e tondeggianti color pastello, il risultato è un libro aperto sulla coperta del nostro letto. Di quelli che leggevamo la sera con concentrazione e stupore prima di addormentarci.

La canzone del mare è un racconto di selkie, ovvero creature mitologiche del folklore celtico. Ma anche di isole remote, di un papà che lavora come guardiano del faro e di una strega con il potere di rubare le emozioni e di trasformare le persone in pietra. È una storia intrisa di elementi della tradizione fantasy, che in quelle terre verdi battute dal vento acquisisce un significato ancora più suggestivo e identitario. Saoirse, la protagonista insieme al fratello Ben, avrà l’opportunità di scoprire che tutte le emozioni sono importanti allo stesso modo, siano esse positive o negative. E che esistono animali antichi, considerati saggi e spirituali, che vanno salvaguardati. Come le foche tanto decantate durante il film.

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5) Flee

Flee
Credits: Imdb

Se un regista come Bong Joon-ho ha inserito questa pellicola nella lista dei suoi film preferiti del 2021 un motivo ci sarà. In realtà le ragioni per considerare Flee tra i migliori film di animazione sono più di una e ora andremo a scoprirle insieme. Partiamo con il presentarvi la trama: il lungometraggio narra la storia di Amin, un ragazzino fuggito dall’Afghanistan dopo lo scoppio della guerra ed emigrato in Danimarca. Dopo molti anni trascorsi a Copenaghen, Amin è divenuto un adulto in procinto di sposarsi con l’uomo che ama. La vera sorpresa, però, è che il protagonista della sua vicenda personale non ne ha mai fatto parola con nessuno, fino all’intervista con il cineasta Jonas Poher Rasmussen. Ed è così che quest’ultimo, accogliendo con ascolto e comprensione la dolorosa storia di Amin, ha deciso di farne un’opera cinematografica.

“Cosa significa per te la parola casa?” è la primissima domanda che il regista rivolge al suo interlocutore. Un rifugiato politico che, come tanti, ha vissuto un passato di traumi e di soprusi senza avere l’occasione di poterli esprimere ad alta voce. Almeno fino a questo magico incontro. Il progetto è stato candidato a tre Premi Oscar (miglior documentario, miglior film d’animazione e miglior film straniero) e ha riscosso un successo immediato sia di pubblico che di critica. Inoltre ha ottenuto punteggi altissimi dalle recensioni presenti sui principali siti dedicati al cinema, e noi non possiamo che accodarci al fiume di complimenti meritati. Con la speranza di potergli dare ancora più visibilità tramite la presenza in questo articolo.

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