ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Donnie Darko

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Cominciamo col dire una brutale e onesta verità: spiegare il finale di Donnie Darko è praticamente impossibile. Detto ciò, nulla ci vieta comunque di provarci. Tra i motivi che hanno reso la pellicola di Richard Kelly un cult c’è proprio questa cripticità dell’epilogo (il film è oggi un vero e proprio simbolo di quegli anni, come questi altri titoli). Per anni e anni frotte di appassionati si sono lanciati in speculazioni, arrivando anche a illustrare teorie strampalate e obiettivamente poco realistiche. Dal canto suo il regista non ha mai fatto luce sul significato finale del film. Ha mantenuto densa quest’oscurità che ha finito per irradiare il suo lavoro.
Già, perché se oggi Donnie Darko è unanimemente riconosciuti come uno dei migliori film di sempre, alla sua uscita non ha offerto performance brillanti. L’andamento al botteghino è stato deludente – ma su questo ha pesato anche la finestra d’uscita a poche settimane dall’attentato dell’11 settembre e la diffidenza del pubblico verso un film che partiva proprio da un incidente aereo – e in molti sono rimasti disorientati proprio dalla conclusione del racconto. Col tempo c’è però stata un’entusiasta rivalutazione (come per questi altri bellissimi film). A partire da quel finale che è diventato oggetto di ossessione per tantissimi appassionati.
Cosa succede nel finale di Donnie Darko
Prima di imbarcarci in teorie e speculazioni, ripassiamo un attimo cosa accade nel finale del film. Ormai convinto di dover salvare il mondo, Donnie si reca insieme a Gretchen e ai suoi amici a casa di Nonna Morte – alias Roberta Sparrow – per scoprire il mistero relativo alle sue visioni e comprendere la natura del suo compito salvifico. La serata finisce però in tragedia, con Gretchen che viene travolta da un auto, alla cui guida c’è Frank. L’iconico coniglio protagonista delle visioni di Donnie (se volete approfondire, qui potete trovare la classifica dei 10 migliori ruoli di Jake Gyllenhaal, il protagonista di Donnie Darko).
Il ragazzo quindi spara a Frank e torna a casa col cadavere di Gretchen. A questo punto avviene l’imponderabile. La stanza di Donnie viene nuovamente colpita dal motore dell’aereo, come a inizio film. Stavolta, però, Donnie muore. L’indomani vediamo una Gretchen viva e vegeta passare in bicicletta davanti alla casa di Donnie. La ragazza si domanda cosa sia successo e quando le viene chiesto, ammette di non conoscere chi vivesse lì dentro.

La teoria più semplicistica, ma anche meno probabile, per spiegare Donnie Darko
Dopo questo breve ripasso, andiamo ad analizzare le teorie più solide che hanno provato a spiegare questo misterioso finale. Tutte, a modo loro, sono potenzialmente valide, non essendoci alcuna spiegazione finale. Ci sono però alcuni elementi che convinco più di alti. Non è sinceramente il caso della teoria che vedrebbe l’intero film come una lunga e complessa allucinazione di Donnie. Il ragazzo è affetto da una schizofrenia paranoide e secondo molti avrebbe semplicemente immaginato tutto ciò che è successo.
Nella sua semplicità, la teoria chiaramente si adatta al contesto. È proprio questa semplicità però a non convincerci. Donnie Darko è un film troppo articolato per culminare in una risoluzione del genere. Obiettivamente tendiamo a scartare questa teoria, ma è comunque da tenere in considerazione, visto che in linea di massima funziona. Una variante sul tema considera tutto ciò che avviene nel film come una sorta di sogno premonitore della morte di Donnie. Il discorso è simile a quello fatto prima: tenderemmo a escludere tutto ciò che prova a considerare irreale gli avvenimenti del film.
La teoria del loop: affascinante, ma con dei limiti
Decisamente più affascinante è la teoria del loop. Siamo di fronte a un meccanismo narrativo arcinoto, in cui il protagonista si trova a rivivere di continuo la stessa situazione. Che sia un giorno, un evento o un periodo di tempo. Il loop è di solito contrassegnato dalla necessità di trovare la chiave per spezzarlo. E sarebbe questo anche il caso di Donnie Darko. Il suo loop durerebbe 28 giorni – ovvero il tempo indicatogli per la fine del mondo – dopo di ché si riazzera e ricomincia.
Alla fine del film Donnie riesce in qualche modo a spezzare questo loop e può morire in pace avendo assolto il suo compito. Ora, questa teoria è sicuramente affascinante, ma ha degli evidenti limiti. Innanzitutto non c’è alcuna prova che si tratti effettivamente di un loop. Non sappiamo se Donnie abbia vissuto già l’incidente nella stanza e i seguenti 28 giorni. Noi lo vediamo solo risolvere il loop. Non viverlo. Per cui già questo è un evidente limite a questa teoria.
Per di più non è molto chiaro come Donnie riesca a risolvere questo loop. Solitamente l’esperienza porta il protagonista del circolo ripetitivo a conoscere la situazione che sta vivendo e a sapere cosa deve fare per uscirne. Donnie non ha la minima idea di cosa stia succedendo. Certo, ogni loop potrebbe portare con se una cancellazione della memoria, però ci sembra di stare adattando un po’ a forza la narrazione alla teoria. Per quanto suggestiva, tendiamo a scartare anche questa idea. E allora eccoci verso quella che è la nostra scelta per spiegare il finale di Donnie Darko. La teoria più complessa, ma pure quella più efficace.

La teoria degli universi tangenti
La teoria che ci piace di più prova a mescolare il viaggio nel tempo con gli universi multipli. Nel corso del film viene introdotta la teoria degli Universi tangenti, sviluppata propria da Roberta Sparrow (alias Nonna Morte). Si tratta di una teoria ampiamente ipotetica, che si ispira alle teorie degli universi paralleli, postulando però l’esistenza di universi che coesistono nel nostro stesso spazio-tempo. Non si tratta di universi alternativi, che si sviluppano in dimensione parallele, ma di universi che esistono nella nostra stessa dimensione. E sono quindi tangenti al nostro universo.
Questa teoria trova pieno sviluppo proprio all’interno del film. Viene spiegato come, secondo questa teoria, alcuni eventi possano portare alla creazione di questi universi tangenti. Delle copie paradossali dell’universo di riferimento. Si tratta di anomalie e in quanto tale vanno risolte. Nello specifico l’incidente col motore dell’aereo avrebbe dato vita a uno di questi universi tangenti e proprio Donnie, investito dall’incidente, ha ricevuto il compito di risolvere il paradosso. Perché è toccato a Donnie? Perché lui è morto nell’universo originario – schiacciato dal motore – ma è vivo in questo tangente. Tramite le visioni, dunque, il ragazzo viene condotto a compiere il suo destino, che si traduce nella morte che altro non è che il momento che ha dato vita a quell’universo anomalo.
Il finale di Donnie Darko sarebbe, dunque, l’inizio, col ritorno però all’universo centrale. Il ragazzo era già morto. La sua vita si svolge interamente nell’universo tangente ma, una volta che l’anomalia è stata risolta, tutto ciò che è accaduto in quell’universo viene cancellato. Tagliata la ramificazione, rimane solo l’asse portate. E la morte di Donnie è la dimostrazione del buon esito della missione di Donnie.
La teoria più solida per spiegare Donnie Darko
A conti fatti, questa degli universi tangenti ci sembra essere la teoria più solida per spiegare Donnie Darko. Per diversi motivi. Intanto si spiegherebbe l’ampio spazio dato al tema durante il film. Poi con questa tesi s’incastrano un po’ tutti i tasselli della narrazione. A partire dalle visioni, che acquistano in questa cornice un senso più definito. Donnie viene guidato da Frank verso il compimento del suo destino. Senza il suo aiuto non ce l’avrebbe mai fatta. Ogni evento è infatti funzionale nel causare un incontro o una conseguenza che fa progredire Donnie nella sua ricerca. E alla fine è lo stesso Frank a travolgere Gretchen proprio per far sì che il ragazzo possa tornare nella sua stanza e morire assieme all’universo tangente.
Questo è forse il maggior grado di chiarezza che si possa raggiungere nel provare a spiegare il finale di Donnie Darko. E infatti la teoria degli universi tangenti è la più diffusa, nonostante la sua complessità. O proprio per questa, dipende dai punti di vista. Ad ogni modo ci sembra la spiegazione più affidabile per fare luce sul finale di un film che, in fin dei conti, rimarrà sempre impossibile da spiegare.