3. La fantascienza incontra l’horror in Alien

Dopo aver parlato di Blade Runner andiamo a occuparci di un altro film da vedere tratto dall’immensa cinematografia di Ridley Scott. Tre anni prima rispetto alla pellicola analizzata sopra il regista ha realizzato Alien, un’altra grandissima pietra miliare del cinema fantascientifico. Siamo di fronte a un nuovo punto di svolta, più contenutistico che concettuale. La fantascienza si contamina pesantemente con l’horror in un film che ha fatto scuola, dando il via a un franchise di enorme successo, pronto a espandersi a breve anche con una serie tv.
Le forti venature horror hanno caratterizzato la pellicola di Ridley Scott, facendo da apripista a tutta una serie di produzioni che hanno calcato la mano su questo aspetto. Non mancano poi gli elementi più puramente fantascientifici, che si rivolgono a un tema principale. Il conflitto, ovviamente, che assume diverse forme durante tutto il corso del film. Si va ben oltre il meccanismo del gatto e topo, con la fuga dell’equipaggio dalla creatura. Ci sono alcune dinamiche più profonde, come la diffidenza verso l’alieno o l’incursione corporea che rappresentano paure molto più strutturare e ben riflesse nella narrazione.
Anche in Alien affiora poi il solito conflitto umano-macchina. È visibile nelle azioni di Ash e soprattutto si sviluppa proprio in relazione all’identità umana. In minima parte Ridley Scott comincia ad affrontare quello che sarà il grande tema di Blade Runner: cosa rende l’uomo veramente umano? Come si può facilmente vedere Alien va ben oltre la minaccia della creatura e il suo attacco sulla Nostromo. È uno specchio di dubbi e paure più grandi. Grandissima fantascienza, con quel tocco horror che ha reso unico il capolavoro di Ridley Scott.
4. Matrix è il film da vedere per cambiare la prospettiva sulla realtà

Facciamo un bel salto in avanti con un film decisamente più recente. Nel 1999 Matrix è stato una sorta di apparizione. Un film in grado di riscrivere completamente il rapporto percettivo tra l’uomo e la realtà che lo circonda. La storia è arcinota: con la pillola rossa Neo scopre di vivere in una simulazione. Intorno a questo assunto viene costruita una trama estremamente appassionante, ma soprattutto una narrazione che si snoda attraverso diversi piani di lettura.
Il primo livello è chiaramente quello relativo alla realtà e alla simulazione. Un tema caro alla fantascienza, raramente però delineato con la cura vista in Matrix. Il risveglio di Neo ha delle implicazioni molto importanti. Si ragiona ad esempio sul libero arbitrio e sulla predeterminazione, due componenti importanti nella presa di coscienza di Neo. E si ragiona naturalmente sulla presa di coscienza, metafora molto potente in un mondo, quello del 1999, che avvicinandosi al nuovo Millennio si proponeva di fare i conti con un futuro spaventoso e inquietante.
Ed è proprio questa sfumatura eterofoba a fare da sostrato concettuale a Matrix. La paura di star vivendo fuori dalle proprie condizioni. In una simulazione che, riflessa sulla realtà, altro non è che un mondo che sfugge dalle regole dell’io. Un mondo appunto predeterminato, privato del libero arbitrio. A ben vedere c’è anche una fortissima denuncia sociale nel film delle Sorelle Wachowski. La pillola rossa e il risveglio di Neo sono un invito alla scelta consapevole. Tra le più grande paure tratteggiate dal cinema di fantascienza c’è quella della disumanizzazione e della perdita di autodeterminazione. Matrix sceglie una via contorta ed estremamente stimolante per affrontare queste paure.






