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La Classifica dei 10 migliori film di David Lynch

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A partire da maggio 2025 fino a gennaio 2026 in alcune sale cinematografiche italiane è possibile vedere (o rivedere) su grande schermo le opere di maggiore valore artistico firmate da David Lynch. L’iniziativa The Big Dreamer è nata dalla collaborazione di Lucky Red con la Cineteca di Bologna, per celebrare il grande maestro surrealista scomparso lo scorso gennaio. Per la precisione, verranno proiettati nove film, un documentario, alcune cortometraggi e alcune scene inedite tratte dai suoi lavori. Insomma, un’occasione e una fortuna da non lasciarsi scappare, soprattutto per tutti coloro che ai tempi dell’uscita di queste pellicole non erano ancora nati o erano piccolissimi.

Da qui è germogliata l’idea di scrivere ancora una volta (e non ci stancheremo mai di farlo) un testo dedicato a questo artista unico nel saper trascendere lo spazio e il tempo. Se siete conoscitori – per non dire appassionati – della filmografia di Lynch, la classifica stilata nell’articolo sarà un modo per confrontare i nostri gusti personali e le nostre opinioni. Una proposta, quindi, che ci aiuta a tenere in vita il suo ricordo e la sua genialità. Chi invece tra voi lettori e lettrici ha visto solo una parte dei lavori presenti nell’elenco, potrà avere una guida utile per orientarsi in mezzo alla creatività esplosiva e sincera del regista statunitense.

Noi faremo anche un passettino in più (un lungometraggio in più) rispetto a Lucky Red, perché con orgoglio vi presentiamo la classifica dei 10 migliori film di David Lynch.

10) Dune

Dune
Credits: Universal Pictures, Dino de Laurentis Corporation

Partiamo con l’ultimo in classifica facendo una doverosa premessa. La scelta di ordinare le creazioni di David Lynch dalla peggiore alla migliore presuppone il fatto che ci siano prodotti che, qualitativamente e oggettivamente, risultano più riusciti di altri. Tuttavia non per questo le posizioni più basse sono automaticamente occupate da pellicole brutte per non dire dimenticabili. Anzi. Se si parla dell’opera di Lynch è naturale che il peggiore tra i migliori sia comunque un film che supera qualsiasi lavoro mediocre. Esattamente quello che è accaduto con Dune.

Questo lungometraggio ha avuto una storia travagliata a causa dei numerosi tagli che vennero effettuati in fase di montaggio per volere del produttore Dino de Laurentis. Un pasticcio, a essere onesti, che ridusse drasticamente la durata di quattro ore della versione originale in circa due ore. Ciò che ne è emerso è un film dal passo solenne, epico e dalla scenografia barocca, con effetti speciali (le scene col verme del deserto) tutt’ora validi. Lynch è riuscito a trasportare su pellicola l’anima dei personaggi dell’omonimo libro “Dune” persino nei pensieri e nelle emozioni più profonde. Con tutti i difetti del caso, evidenziati dallo stesso regista che a onor del vero non l’ha mai ritenuto tra le sue opere migliori.

Ha saputo caratterizzare in maniera appropriata i protagonisti soprattutto Paul Atreides alias Muad Dib (interpretato da un giovanissimo Kyle MacLachlan) e il fremen Liet Keynes (Max von Sydow). Dune è la storia di una lotta perenne tra bene e male sul pianeta desertico di Arrakis. È la presa di coscienza da parte della sottomessa popolazione dei Fremen che cercheranno nel Muad Dib la loro guida spirituale e politica.

9) Cuore selvaggio

Cuore Selvaggio
Credits: PolyGram Filmed Entertainment

Gli anni ’90 sono arrivati come un treno in piena corsa carico di novità e di alcune creazioni che, con il passare del tempo, hanno avuto l’onore di essere denominate capolavori. Questo road movie non rientra propriamente in questa categoria anche se è valso a Lynch la Palma d’Oro a Cannes nel 1990 (su forte insistenza di Bernardo Bertolucci, presente nella giuria). Rispetto ad altri film più enigmatici e sperimentali, Cuore Selvaggio conserva una trama inaspettatamente lineare e tratta dal romanzo pulp di Barry Gifford.

Nicholas Cage e Laura Dern sono i protagonisti, rispettivamente Sailor e Lula. Due giovani innamorati in fuga dal North Carolina e dalla madre della ragazza, in mezzo all’America più selvaggia e sregolata, provinciale e violenta. Questa pellicola ha preceduto di quattro anni il cult Pulp Fiction di Quentin Tarantino, contribuendo all’evoluzione di un certo tipo di cinema oltre che del percorso artistico dello stesso Lynch. È un’opera lodevole per la colonna sonora simbolica, per la fotografia e per i colori, spesso caldi e infuocati (elemento tanto caro al regista). Tuttavia pecca di eccesso, di esagerazione, di estremismi. Anche le interpretazioni attoriali sono al limite del manierismo, eppure Cage non è mai stato così in forma come in questo film. Insomma, crediamo che la nona posizione sia severa ma giusta.

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