2. Uccisa mille volte: il caso Nora Dalmasso

Uccisa mille volte: Il caso Nora Dalmasso è una docuserie crime Netflix, che riporta alla luce uno dei casi di femminicidio più sconvolgenti della cronaca nera argentina. La serie si apre con la notte del 25 novembre 2006. Nora Dalmasso, 51 anni, madre di due figli, viene trovata morta, nella città di Río Cuarto. È nuda, strangolata con la cintura della sua vestaglia.
Le indagini, invece di chiarire i fatti, si perdono tra errori clamorosi. Si parla subito di una vita privata sregolata e si insinua che Nora frequentasse molti uomini. I giornali e le TV cavalcano l’onda di tali speculazioni e la vittima si trasforma beceramente in una figura da demolire. Gli accusati cambiano nel tempo: un imbianchino, il figlio Facundo, il marito, il medico. Nessuna accusa regge, ma ognuno di loro viene pubblicamente esposto. A quasi vent’anni dai fatti, la vicenda è ancora aperta. Di recente è emerso un nuovo sospettato, ma anche in quel caso la giustizia è lenta.
È una serie che, oltre ai fatti, guarda anche agli effetti collaterali del sistema giudiziario e del potere mediatico. Ci mostra come una comunità intera possa accanirsi contro una donna e contro la sua famiglia, alimentando stereotipi, sessismo, pettegolezzi. Il titolo di questa docuserie crime è evocativo: Nora non è stata uccisa una sola volta. È stata uccisa dal suo assassino, dai media, dal sistema e da una società che ha preferito giudicarla, piuttosto che riconoscerla come vittima.
3. Conversazioni con un killer: i nastri del figlio di Sam

New York, anni ‘70, un uomo cominciò a sparare a giovani coppie in macchina. Le vittime sembravano scelte a caso. I giornali parlavano di un killer che colpiva senza pietà, sempre di notte, con una calibro 44. Dopo alcuni mesi, arrivarono delle lettere. Scritte con una grafia ossessiva, cariche di simboli e di deliri, firmate “Son of Sam” — il Figlio di Sam. David Berkowitz, il postino dal sorriso inquieto, fu arrestato il 10 agosto 1977. Confessò subito. Disse che un demone dentro il cane del suo vicino lo aveva spinto a uccidere. Era finita lì, o almeno così sembrava.
Qui comincia la vera storia raccontata nella docuserie crime Conversazioni con un killer: I nastri del Figlio di Sam. Il protagonista della docuserie non è solo Berkowitz, è anche Maury Terry, un giornalista investigativo ossessionato dal dubbio che l’assassino potesse non aver agito da solo. Terry era convinto che dietro agli omicidi del Figlio di Sam ci fosse molto di più: una setta satanica, rituali occulti, forse legami con il famigerato culto di Charles Manson. E per dimostrarlo, dedicò tutta la sua vita alla ricerca di una verità nascosta. La docuserie segue la sua indagine come se fosse un thriller.
Eppure, più si va avanti, più tutto si fa confuso: ci sono volti sfocati, storie inquietanti, fotografie misteriose, nomi che tornano e spariscono. Questa docuserie crime è un racconto ipnotico, in cui si alternano le lettere originali del killer e le registrazioni delle conversazioni con Maury Terry. I nastri del Figlio di Sam non ti dà risposte certe. Ma ti lascia inquieto.






