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Doctor Who – Perché Osgood sarebbe un’ottima companion

Osgood è morta, l’ha uccisa Missy. Anzi no. Osgood è viva. Osgood è tornata. Solo una delle due, però. L’Osgood Zygon o l’Osgood umana? Al momento non è dato saperlo.

Clara sta per uscire di scena, e questa è una certezza. Serve una nuova companion. Sì, ma chi?

A questo punto le tessere si uniscono e potrebbero dar vita ad un mosaico che farebbe felici tantissimi whovians, la maggioranza: Osgood sarà la prossima companion del Dottore? L’ipotesi, ora come ora, è poco più di una suggestione, ma non ci sono elementi che possano escluderla. L’episodio 9×08 darà qualche risposta in più a riguardo.

Il dubbio è uno: affidare un ruolo centrale a Osgood valorizzerebbe lo sviluppo delle prossime stagioni di “Doctor Who”? Probabilmente sì, e i motivi non mancano.

UNA MANCIATA DI EPISODI PER CONQUISTARE I WHOVIANS – L’impatto sulla serie del personaggio interpretato da Ingrid Oliver è stato dirompente. Osgood, apparsa per la prima volta nello special “The Day of The Doctor”, è poi tornata nel finale dell’ottava stagione moderna nell’episodio “Death in Heaven” (puntata nella quale è stata uccisa da Missy) ed è infine ricomparsa nell’ultimo episodio andato in onda, “The Zygon Invasion”. Poco più di una comparsa, apparentemente, in realtà un personaggio straordinario.

La scienziata della UNIT ha conquistato da subito i whovians per la sua capacità di essere impacciata e determinata allo stesso tempo, lucida interprete dell’incarnazione più forte del fan medio del Dottore. Osgood rievoca diversi Dottori del passato nell’abbigliamento, con una cura maniacale dei dettagli (dal papillon di Matt Smith alla sciarpa multicolor di Tom Baker, fino ad arrivare alla mitica camicia con i punti di domanda indossata dal Quarto, il Quinto ed il Sesto Dottore). Osgood adora il Dottore, facendone un punto di riferimento esistenziale imprescindibile. Osgood sarebbe pronta a seguirlo ovunque, e in questo senso ci sono pochi dubbi.

Un personaggio del genere, dall’evoluzione imprevedibile, soddisferebbe la volontà di molti whovians: non le mancano le carte in regola per diventare una delle companions più amate.

NON SAREBBE UN FAN SERVICE – In virtù di quanto detto, la scelta di Moffat sembrerebbe in controtendenza con la personalità dello showrunner di “Doctor Who”, piuttosto restio nei confronti dei “fan service”.

Non sarebbe così.

Osgood è un personaggio dinamico, in continua evoluzione. È sufficiente valutare l’evoluzione della scienziata dalla prima apparizione all’ultima per comprenderlo. Osgood è cresciuta, e tanto, è diventata una donna consapevole delle proprie potenzialità, perspicace, coraggiosa e determinata al punto da rappresentare con forza l’incarnazione della pace traballante tra Zygon e umani.

Osgood non è più una semplice umana. Osgood è un ibrido, definita così dallo stesso Dottore con un’espressione piuttosto ricorrente nell’arco della stagione in corso (ricordate i Dalek-Signori del Tempo, la Clara-Dalek e l’Ashildr immortale?). Il Dottore non è più sicuro di potersi fidare di lei: non sa se ha di fronte l’Osgood umana o la sua versione mutaforme. Il prossimo episodio darà delle risposte fondamentali a riguardo.

Gli scenari che si aprirebbero nell’intreccio del rapporto tra il Dottore ed una companion in forma ibrida sarebbero affascinanti, pronti ad ogni soluzione.

Il concetto di “ibrido” potrebbe così ricollegarsi al destino della nuova companion, così come a quello di Clara, apparsa all’esordio (in “Asylum of the Daleks”) in forma dalek, e inserita in un dalek da Missy nell’episodio d’apertura della nona stagione. È solo un caso? Forse sì, forse no. L’addio della companion più longeva della serie moderna si ricollegherà alla sua prima apparizione? Si scoprirà tra una manciata di puntate.

SULLE TRACCE DI CATHERINE TATE – E poi c’è il profilo dell’attrice. La 37enne Ingrid Oliver è una caratterista dalla mille sfaccettature, in grado di interpretare con la stessa credibilità ruoli comici e drammatici. Un po’ come Catherine Tate, coprotagonista della quarta stagione moderna nei panni di Donna Noble.

Replicare la perfetta alchimia creatasi tra David Tennant e la Tate è pressoché impossibile, ma sarebbe interessante vedere la Oliver al fianco di Capaldi, sempre più a suo agio nel ruolo del Dottore.

Ad esclusione della stessa Donna, le companions della serie moderna hanno diversi aspetti in comune, mentre la scelta di Osgood sarebbe in controtendenza, donando a “Doctor Who” nuova linfa.

La Oliver, inoltre, un po’ come il personaggio da lei interpretato, è una grandissima fan della serie. Una whovian per i whovians, un personaggio da scoprire per tutti gli altri.

L’invasione degli Zygon porterà in dote una nuova companion? A Moffat l’ardua scelta. A meno che non l’abbia già presa.

Antonio Casu

@antoniocasu_

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