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L’amore secondo Dark, oltre Jonas e Martha

Dark
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Quando Dark è arrivata con la sua prima stagione, tutti avevamo chiaro chi fosse davvero l’ago della bilancia. Non sapevamo come, non sapevamo quando o perché, ma sapevamo chi. Jonas e Martha non erano solo al centro della storia: Jonas e Martha erano IL centro della storia. Amanti, fidanzati, amici, perfino uniti dallo stesso sangue: non vi è cosa che Martha e Jonas non siano stati. La nostra attenzione si è presto concentrata su di loro, e con ragione. Sapevamo che seguirli significasse rintracciare le risposte giuste, e sapevamo che sarebbero stati loro la chiave d’apertura per la comprendere a pieno l’intricata e meravigliosa storia della serie. Ma Dark non è solo il racconto oscuro e affascinante del loro amore. Dark è una Serie Tv che racconta il complesso sistema dei sentimenti in modo trasversale, toccando corde che fanno parte di chiunque. La tematica del tempo, nella serie, è infatti solo un mezzo. Il vero scopo è mettere in atto i sentimenti, preservarli, soddisfarli, proteggerli.

Ogni cosa in Dark è condizionata dal potente ruggito dell’amore. Qualunque esso sia, per chiunque sia

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Dark (640×360)

I sentimenti in Dark non conoscono pausa o momento di tregua, come nella vita reale. Qualsiasi cosa accada, l’unica cosa che muta nel tempo sono le emozioni, e non i sentimenti. Quelli, purtroppo o per fortuna, rimangono inalterati sia che siano passati 33 anni che cinque minuti. Questo lo sanno bene i personaggi di Dark, cittadini di una città che è ovunque e da nessuna parte. Lo sanno bene quando si accorgono di agire sempre e solo in nome dei sentimenti, di quei desideri che non riescono a esaudire perché silenziati da qualcosa di più grande di loro. Perfino il personaggio di Hannah, così tanto odiato, agisce sempre e solo in nome di ciò che sente dentro di sé nei confronti di un uomo che l’ha sempre voluta, ma che non l’ha amata mai.

Hannah non è solo la madre di Jonas: Hannah è il personaggio più odiato di Dark. Vendicativa, all’occorrenza crudele e apparentemente apatica, chiunque abbia visto la serie non nutre alcun dubbio rispetto alla sua natura. Eppure, basterebbe soffermarsi per un attimo sulla sua infanzia (e non solo) per comprendere che il vero moto scatenante di tutto questo ha un solo nome, ed è Ulrich. Fin dai tempi della sua adolescenza e anche prima, Hannah ha aspettato e scelto Ulrich, anche se lui non sceglieva lei. La illudeva, si prendeva gioco di lei, la trattava come un oggetto che compri consapevole che lo butterai di lì a poco. La stessa cosa è accaduta durante il presente. E’ successa nonostante Hannah sapesse che Ulrich non l’avrebbe scelta di nuovo, nonostante il matrimonio. Era ben consapevole che le cose non sarebbero mai potute essere modificate, ma qualsiasi operazione logica veniva contraddetta dai sentimenti.

Qualsiasi cosa sbagliata faccia, e ne fa tante, ha a che fare con i sentimenti. Hannah è arrabbiata tanto quanto non è amata, tanto quanto – allo stesso tempo – ama. E’ il suo paradosso: i suoi sentimenti vanno di pari passo con la sua rabbia e, anche se ciò che fa non le fa onore, non è la rabbia il motore scatenante delle sue azioni, ma l’amore.

Dark (640×360)

La lotta contro il tempo, in Dark, è guidata dai sentimenti anche attraverso Eva. Il suo ostinato piano ha a che fare con la volontà di salvare Lo Sconosciuto, ovvero il figlio concepito con Jonas che fa da legame tra i due mondi. Forse questo concetto era già chiaro, ma in Dark non esiste alcuna banalizzazione del potere. Raramente, di fronte a noi, si palesa un personaggio che compie delle azioni solo per ottenere il controllo o la gloria. La maggior parte dei personaggi si muove in base ai sentimenti e, anche se le azioni che compiono non sono sempre onorevoli, le loro motivazioni sono spesso da indagare più a fondo.

E come non parlare, in questo senso, del legame imprescindibile tra Ulrich e suo figlio Mikkel. I due sono legati da qualcosa che va oltre, qualcosa che li unisce in tutte le epoche e che supera qualsiasi cosa, perfino la condizione del protagonista nel 1987. Anziano e internato dentro un ospedale psichiatrico con l’accusa di aver ucciso due bambini, Ulrich scopre che il proprio figlio è nel suo stesso posto e nella stessa sua epoca. Il loro incontro diviene immediatamente uno dei momenti più intensi dell’intera serie. Con i capelli lunghi, lo sguardo anziano e trasandato, Ulrich è quasi irriconoscibile, ma non per Mikkel che immediatamente capisce di aver di fronte suo padre. Il lieto fine non viene però concesso. I due si dividono solo qualche scena dopo, tornando esattamente da dove provenivano. Ulrich tornerà in ospedale consapevole che forse, quell’attimo, non potrà più essere ripetuto. Ma loro sono padre e figlio, e qualsiasi cosa accada, al tempo stesso, il filo non potrà mai spezzarsi impedendogli di riconoscersi anche tra un milione di anni. Questa singola scena racchiude a tutti gli effetti il senso dell’amore e dei legami all’interno di Dark. Perché alla fine, come dice un cavallo antropomorfo che conosciamo bene, tutto quello che ci resta in questo mondo orrendo sono i legami che costruiamo.

La logica, la scienza e la razionalità hanno reso Dark perfetta, ma sono i sentimenti ad averla resa un capolavoro. E’ stato questo il tocco che ha conferito alla fantascienza una realtà, qualcosa su cui tutti abbiamo potuto poggiarci, il legame tra tutto quello che fa parte della nostra esistenza e l’assurdo paradosso della serie. Forse, senza tutto questo, non avremmo capito, ma Dark – nonostante la sua complessità – è una Serie Tv che vuole farsi capire. Che vuole rendersi chiara. Il mezzo per riuscirci era mettere in atto un argomento trasversale che lega chiunque e che la serie ha raccontato da tutti i punti di vista. La rabbia, il sentimento silente, il tradimento, i legami familiari, il legame con il tempo, con ciò che eravamo e con ciò che diventeremo: tutto in Dark è amore, e tutto viene mosso da questa condizione astratta che ci permette, fin dall’inizio della serie, di capire, comprendere e interiorizzare.

L’amore per eccellenza ci è stato raccontato attraverso l’imprescindibile legame tra Jonas e Martha, ma non c’è stato attimo in cui Dark non abbia parlato di questo argomento. Jonas e Martha hanno urlato i loro sentimenti, gli altri personaggi – invece – molto spesso li hanno utilizzati in modo silente, ma sempre presente. Dark è la storia del tempo, del come, del quando, del perché. E’ una storia che si preoccupa di dar risposte certe a ogni cosa, ma è anche – e soprattutto – una storia d’amore che analizza i sentimenti più remoti e più arrabbiati, restituendoci una visione dell’amore chiara in cui tutto quello che facciamo ha a che fare con loro, e non ci lascia modo di sfuggirgli. D’altronde, sono proprio questi il vero loop della serie. Tutti i personaggi tornano o cercano di tornare da chi hanno amato, e questo meccanismo naturale è il vero punto di contatto tra noi e loro. Purtroppo, o per fortuna.

Dark for Dummies