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10 Dettagli che dimostrano ancora una volta quanto sia straordinaria Dark

Dark
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Dark è una Serie Tv estremamente curata nei minimi particolari. La sua intricata storia, considerata dai più come una delle più complesse, nasconde in realtà delle verità e delle spiegazioni da ricercare direttamente nei dettagli e in tutto quello che all’apparenza sembra quasi insignificante. Nulla, nella serie Netflix, viene infatti lasciato al caso, neanche le cose più futili come gli abiti che i protagonisti indossano. Cercare di venire a capo di tutti gli indizi e i dettagli nascosti di questa meraviglia è complesso, ma il risultato ripaga la fatica. Attraverso uno studio analitico più approfondito, scopriremo quanti indizi ci aveva dato questo piccolo capolavoro durante gli sviluppi della sua narrazione. Suggerimenti, metafore, anticipazioni, dettagli e cura di qualsiasi aspetto della serie: ognuno di questi ingredienti ha reso Dark una delle migliori produzioni Netflix, anche se di alcuni non ce ne eravamo neanche accorti. Ma il bello della genialità è che questa opera anche in silenzio e per vie misteriose, senza svelarsi ma riuscendo comunque a ottenere un grande risultato.

Scopriamo allora insieme i 10 dettagli maniacali che dimostrano, ancora oggi dopo anni dalla sua fine, quanto sia straordinaria Dark.

1) Il giubbotto giallo

Martha in una scena di Dark (640×360)

Come abbiamo visto, Dark non si divide soltanto in epoche ma anche in mondi paralleli. Tra questi, troviamo un mondo in cui esiste una versione alternativa dove Martha affronta un viaggio molto simile a quello di Jonas e affronta anche eventi già capitati nell’altro mondo. La serie presenta questo universo alternativo con una Martha che fa le stesse veci di Jonas, dettaglio che vediamo rappresentato dall’utilizzo dello stesso impermeabile indossato dal protagonista fin dalla prima puntata.

2) Chiari segnali anche nel giubbotto di Ulrich

Ulrich, Dark (640×360)

No Future è una frase assolutamente azzeccata tra le spalle di Ulrich, ma nessuno forse ci aveva davvero fatto caso. Il ragazzo, durante l’anno 1986, indossa infatti questo giubbotto di pelle con questa frase anticipando forse ciò che lo aspetta nel suo (non) futuro. Condannato a vivere per ben 33 anni dentro un istituto psichiatrico o in un carcere, Ulrich è di certo uno dei protagonisti che più affronta l’oscurità all’interno di Dark. Al tempo stesso, la frase anticipa anche il (non) futuro di Winden. Nel 2020 infatti la città verrà rasa al suolo da un olocausto nucleare al quale sopravvive una ristretta quantità di persone.

3) Anche nei giochi di magia di Mikkell la risposta non è dove, ma quando

Mikkel, Dark (640×360)

La prima stagione di Dark si apre prendendosi beffa dei telespettatori. Mikkel, un personaggio che a breve si renderà fondamentale per le sorti della serie, è un bambino apparentemente normale appassionato di magia. Durante un gioco di prestigio fa sparire una pallina spiegando al padre che la vera domanda non è come sia riuscito, ma quando. Questa domanda sarà inevitabilmente la protagonista dell’intera serie e sarà anche il fulcro dentro al quale tutto ha preso vita. Riascoltare questa frase, durante un rewatch, le restituirà sicuramente una forte attenzione. D’altronde, stiamo parlando a tutti gli effetti di una vera e propria anticipazione di trama.

4) Il giornale racconta eventi paralleli

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Dark (640×360)

Come molti di voi ricorderanno, la notizia della scomparsa di Mikkel fu riportata all’interno di un giornale. Quel che però vi è forse sfuggito è che accanto alla notizia della scomparsa del bambino ci sia anche l’annuncio della morte della versione anziana di Helge Doppler, tornato nel 1986 con lo scopo di uccidere la versione di se stesso più giovane per non adempiere alle volontà di Noah. Quest’ultimo voleva infatti rubare i bambini per fare su di loro alcuni esperimenti.

5) La sigla di Dark

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Dark (640×360)

Come non citare in una lista così la colonna sonora della grande Dark. La sigla, da sempre ritenuta come una delle migliori mai utilizzate per una serie, gioca con degli effetti ottici che danno vita a una sorte di loop continuo in cui tutto si scontra e poi torna al suo stato originale, per poi riscontrarsi nuovamente. Con una canzone meravigliosa che fa da sottofondo, Dark racconta la sua essenza già fin dalla sigla.

6) Doppler, un cognome che non sembra un caso

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Dark (640×360)

Elizabeth Doppler. Dopler, in tedesco, significa doppio. Questo significato può essere ricondotto alla storia che vede Elizabeth come protagonista. La ragazzina, infatti, è sia la madre che la figlia di Charlotte a causa dei paradossi temporali. Da questo, Elizabeth è dunque doppia. Doppia funzione, doppia vita, doppio ruolo.

7) Noah e il suo secondo nome che rimanda a un altro personaggio

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Dark (640×360)

Lo abbiamo conosciuto come Noah, ma l’oscuro prete di Dark porta anche il nome di Hanno Tauber. Il suo cognome, come nel caso di Elizabeth, nasconde il significato persona sorda, un chiaro riferimento al personaggio appena citato, ma anche a tutti i bambini su cui svolge i suoi esperimenti. Dopo questi, infatti, i loro timpani vengono distrutti.

8) H.G = H.G Wells

Dark (640×360)

Proseguiamo adesso con un altro interessante dettaglio che riguarda il Dottor. H.G Tannhaus. Le sue iniziali sembrano far riferimento a H.G Wells, l’autore di The Game Machine, colui che ha fatto del tema dei viaggi nel tempo un vero e proprio fenomeno di massa. Ma anche il cognome potrebbe nascondere un significato. Tannhauser è infatti un ponte presente nell’universo di Blade Runner che permette viaggi interstellari multidimensionali.

9) L’articolo del 1953

Dark (640×360)

In questo articolo del 1953, vediamo Ulrich in prima pagina a seguito del suo arresto. Come si può notare attraverso un occhio attento, l’articolo utilizza linee rintracciabili in lavori magistrali e celebri di Frank Kaka. D’altronde, l’aggettivo Kakfiano può essere considerato come una descrizione più che adeguata alla trama di Dark dato che rimanda a un significato complesso, minaccioso, e in preda a una distorsione. Nello specifico, l’utilizzo che viene fatto riguardo a Ulrich rimanda alle due opere Il Processo e Nella Colonia Penale. Entrambe possiedono temi come la colpa, l’ansia e il crimine.

Insomma, i creatori di Dark non hanno lasciato nulla al caso.

10) Il nome della città

Dark (640×360)

Come era facilmente intuibile dopo questa lunga serie di dettagli, anche il nome della cittadina protagonista di Dark nasconde un significato. In lingua tedesca Winden significa molte cose, tra queste spirale, una parola che di certo condivide una grande realtà con il contesto in cui viene utilizzata. Tutto infatti si riavvolge su stesso senza mai lasciar spazio ad altro e, come tale, Winden non potrà scampare al suo destino.

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