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La classifica dei 4 spin-off di CSI, dal peggiore al migliore

Correva l’anno 2000 quando un nuovo procedural investigativo cambiò per sempre la storia delle serie tv, CSI – Scena del Crimine andato in onda per la prima volta sulla CBS. Uno show rivoluzionario che riesce a catturare l’attenzione di una larga fetta di pubblico, proponendogli un modo di fare indagini che non si era visto mai visto in tv e tanti nuovi interessantissimi investigatori. Interessante e affascinante nel suo mostrare su schermo la morte e la violenza senza per questo risultare disdicevole e troppo esplicita ma anche tecnicamente all’avanguardia nello spiegare procedimenti ed esperimenti da laboratorio volti a verificare le supposizioni dei suoi detective, la prima e originale versione di CSI ambientata a Las Vegas fu un successo epocale e divenne in poco tempo un prodotto imperdibile che la fece andare avanti per ben tredici appassionanti stagioni. Ma, come sappiamo bene, il brand non si limitò a ciò e sfornò ben quattro spin-off: Miami, New York, Cyber e il recente revival Vegas, per non parlare di tantissimi videogiochi e similia.

Se CSI: Scena del crimine può essere considerato la pietra fondante di tutta questo fortunato franchise, la domanda che tanti appassionati si sono da sempre posti è: qual è lo spin-off migliore di CSI? Per quale motivo? Per rispondere a tale quesito abbiamo tentato riordinarli dal “peggiore” al migliore così da farne emergere i pregi e i difetti.

Senza ulteriori indugi, ecco a voi la nostra classifica di tutti gli spin-off di CSI!

4) CSI: Cyber

csi cyber
CSI: Cyber (640×360)

Partiamo da questo presupposto: il fatto stesso che CSI: Cyber sia durata solo per un paio di stagioni, al netto delle assai longeve colleghe, dovrebbe costituire già di per sé un campanello d’allarme circa la totalità della sua produzione. Trattasi infatti di una serie che, occupandosi così a fondo di tecnologia, finisce per tradire quello che era sempre stato il focus scientifico che costituiva l’anima di CSI e che, d’altra parte, non riesce a risultare tanto interessante da permetterci di sorvolare su tale mancanza. Neppure l’aiuto dato dal personaggio di D. B Russel di Ted Danson che aveva guidato le ultime stagioni della serie originale CSI: Scena del Crimine riesce a salvare la squadra della dottoressa Avery Ryan (Particia Arquette): il dinamismo della serie madre, le sequenze in laboratorio e presso il coroner tipiche di CSI vengono infatti ridimensionate a favore di scene parecchio più statiche, in cui lo spettatore deve limitarsi a guardare i protagonisti progredire nelle indagini grazie ai software, schermi fissi e altre soluzioni che risultano senza dubbio poco accattivanti.

Una serie che non ha saputo reggere il confronto con gli show che l’hanno preceduta!

3) CSI: Vegas

CSI
Gil Grissom e Sarah Sidle in CSI: Vegas (640×360)

Quando, nel pieno dell’epoca dei reboot, dei remake e dei rilanci di brand storici, vi fu l’annuncio di un revival della storica prima versione di CSI, è inutile dire che i fan della serie andarono in delirio. In CSI: Vegas, infatti, i due fan favourite Grissom e Sarah (e successivamente anche Catherine) tornano per risolvere una grave crisi interna alla scientifica che minaccia di rimettere in libertà un altissimo numero di assassini, in una prima breve stagione composta da 10 puntate pensate per farla adattare alle tempistiche moderne e una seconda che ritorna al più famoso format della ventina di episodi. Pensare di rivedere su schermo due fra i volti più amati del procedural sapeva di miracolo, ma neppure questo è bastato a innalzare lo show a livello della serie madre. Quel che ne risulta è infatti un rilancio mediamente apprezzato sia dal pubblico che dalla critica, che però, per sua stessa natura, sembra fuori tempo massimo e che ha ormai perso quell’incredibile fascino dato dall’effetto CSI che tanto aveva catturato il pubblico ai tempi della serie madre e dei primi spin-off.

Un esperimento godibile che però pare già aver esaurito quel che voleva inizialmente comunicare.

2) CSI: New York

CSI: New York (640×360)

Al secondo posto nella nostra classifica troviamo CSI: New York (che comunque se la gioca tranquillamente con il primo classificato), il terzo spin-off di CSI ambientato nella Grande Mela. I suoi punti di forza? Fantastiche ambientazioni urban e una squadra interessante e affiatata guidata in maniera ottima dal Mac Taylor del talentuoso Gary Sinise, un ex marine dal temperamento ordinato e con un incrollabile senso del dovere e dalla sua spalla Stella Bonasera. Mentre riprende ambientazioni notturne e va a indagare le dinamiche criminali di New York, tra lotte di Mafia e di gang, questo spin-off ben sviluppa i legami tra i protagonisti ed esplora adeguatamente i background dei vari personaggi. Trattasi, infatti, di una serie che ben si rifà alle atmosfere del primo CSI, andando a raccontare casi brillanti e interessanti, ma che, d’altra parte, alla lunga, rischia di ricadere nella ripetitività, dimostrando come anche la formula più rodata possa portare a un progressivo calo di interesse, calo che a un certo punto portò la serie a concludersi, dopo alcune variazioni nel cast fisso, alla nona stagione, terminata ormai già dieci anni fa.

1) CSI: Miami

David Caruso è Horatio Caine in CSI: Miami (640×360)

La risposta alla domanda: “Perchè proprio a Miami la medaglia d’oro”? Ha un nome e un cognome: Horatio Caine, interpretato dal fantastico David Caruso, dalla folta e fulva chioma e dagli iconici occhialetti scuri. Scherzi a parte, se CSI: Miami ottiene il posto più alto del podio non è solo per la presenza di questo meraviglioso detective dalla sua mira perfetta (che ha decimato migliaia di criminali) e dal grande carisma. CSI: Miami, infatti, pur non arrivando alle vette della serie madre riesce a proporre una trasposizione della formula originale all’interno in un contesto notevolmente diverso. Tale aspetto crea infatti una grande varietà sia per quanto riguarda la squadra della scientifica protagonista che per gli scenari diurni dell’assolata metropoli al centro della storia, tra corruzione, traffici di droga e atmosfere meno opprimenti rispetto alla serie madre. Azione e analisi forense si alternano con grande equilibrio e aprono la strada a sottotrame di lungo respiro che si intrecciano alla vita dei protagonisti. 10 stagioni capaci di intrattenere e di regalare casi accattivanti e sempre nuovi.

Una serie che ci ha tenuto compagnia per dieci anni e che tuttora guardiamo con grande nostalgia ogni volta che viene riproposta su Italia1!