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#ConsigliSeriali – Deadwood: l’altra parte del Far West

Consigli Seriali è la nuova rubrica di Hall of Series in cui per un attimo vogliamo trasformarci in una specie di “centro di collocamento per serie TV”. Il panorama seriale è talmente vasto e sconfinato, che spesso e volentieri l’imbarazzo della scelta sfocia in un dubbio amletico. Molto frequentemente l’eccessiva concorrenza fa si che alla nostra attenzione sfuggano prodotti di una qualità incredibile, o piccoli capolavori oppressi dai vari nomi che dominano il mercato. “Consigli seriali” nasce proprio per aiutare gli addicted in difficoltà o per illuminare la via a quelli affermati e vogliosi di nuove scoperte.

Deadwood è una Serie Tv nata nel 2004 che mette lo spettatore di fronte al sottile imbarazzo di non riuscire a capire dove stia il bene e dove il male (esattamente come nella vita reale), che lo ammalia con la cura maniacale dei dettagli e la finezza della trama, salvo poi sbigottirlo in continuazione attraverso dosi tutt’altro che omeopatiche di cafonaggine e maleducazione : insomma, è una serie che va vista.

Racconta una parte del selvaggio West sconosciuta al pubblico, più abituato alle sconfinate steppe desertiche del Texas o del New Mexico, che invece si trova a fare i conti con le montagne e i boschi del Dakota; qui troviamo “Deadwood”, uno dei tanti avamposti fondati dai pionieri nel loro viaggio alla scoperta della parte occidentale degli Stati Uniti: un luogo di perdizione e al contempo di grande genuinità, caratteristiche che per alcuni potrebbero sembrare contraddittorie ma che sono semplicemente una conseguenza del fatto che in questa cittadina lo zio Sam non è ancora arrivato ufficialmente e quindi non esistono leggi!

Uno dei tanti conflitti di Deadwood
Uno dei tanti conflitti di Deadwood

E’ fondamentale capire fin da subito le caratteristiche fondamentali di Deadwood:

  1. Ci vive brutta gente
  2. E’ un luogo molto piccolo
  3. Ogni cosa viene amplificata

La comunità si autoregola secondo il pugno di ferro del suo padre fondatore, Al Swearengen, che gestisce i suoi loschi traffici dal bordello/saloon di cui è proprietario sedando le tensioni, giudicando i conflitti e intascando una quantità abnorme di quattrini imponendo “tassazioni” piuttosto pesanti ai tanti cercatori d’oro approdati sul luogo. L’occhio di Al vede tutto e tutti, non si fa mai sfuggire un’opportunità di guadagno lecita o meno che sia, nascondendo la sua intelligenza finissima dietro un linguaggio rozzo e una vita sessuale “piuttosto attiva”.

Gli fa da contraltare uno straniero di nome Seth Bullock, un ex-sceriffo con uno spiccato senso dell’onore e della giustizia unito a qualche enorme difficoltà nella gestione della rabbia, che risulterà indigesto fin dal primo momento a quella specie di pseudo-Mafia che controlla Deadwood.

Una riunione al saloon di Al
Una riunione al saloon di Al

Tra prostitute, truffatori, direttori d’albergo logorroici, vedove ereditiere, battaglioni nordisti e le piacevoli comparsate di alcuni personaggi realmente esistiti come il pistolero Wild Bill Hickock, i legami di potere cambieranno in continuazione, così come le relazioni umane e i rapporti di lavoro; la concatenazione degli eventi potrà tal volta sembrare complessa ma è di cruciale importanza non perdersene nessuno perché solo così si potrà godere appieno della bellezza di questa storia.

Il paradosso è che questa mole di cambiamenti avviene all’interno di un contesto minuscolo, in fondo Deadwood non è nient’altro che una strada con un albergo, il saloon di Swearengen, il mercato dei cinesi, qualche casa e un pugno di negozi. Stop. Questo significa che gli abitanti si conoscono tutti, vivono spalla a spalla e spesso necessitano l’uno dell’altro a prescindere dal fatto che si stimino o si odino. Ad esempio in città è presente un unico medico : e se gli succedesse qualcosa? Nei boschi limitrofi scorrazzano indisturbate alcune tribù di indiani : cosa accadrebbe se attaccassero e gli uomini non fossero pronti a respingerli? Chi possiede un’attività dovrebbe sostanzialmente avere il monopolio del suo settore : e se arrivasse qualcuno a fargli concorrenza? L’equilibrio è sottile come un crine di cavallo.

Deadwood
Deadwood

Un luogo piccolo in cui tutti sono vicini e, inevitabilmente, ogni cosa si amplifica. L’importanza del denaro, la lealtà, i dissapori, le tensioni, il sesso, le malattie e in generale tutti i fatti umani vengono vissuti con intensità primordiale e, come si diceva qualche riga più in su, genuina. Eccezion fatta per lo sporco e il marcio, che sono due temi centrali che accompagnano ogni fotogramma e dei quali forse è meglio non anticipare nulla per lasciare al lettore il “privilegio” di fruirne senza pregiudizi…SI, fa tutto schifo esattamente nel modo in cui state pensando se non di più.

Infine, per testimoniare ulteriormente il livello di questo prodotto, va ricordato come sia stato capace di vincere ben 7 Emmy tra cui quello per i costumi, la regia, la fotografia e il trucco, il che ci dice molto della qualità di questa serie che vanta anche un cast di tutto rispetto in cui troviamo Ian McShane, Timothy Olyphant, Keith Carradine, Powers Boothe e tanti altri attori di grandissimo livello.

Non vi resta che dargli un’occhiata e farci sapere cosa ne pensate!