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Situazioni grottesche. Nessuna pretesa di interiorizzare, approfondire psicologicamente\moralmente o altro. Una trama che procede spedita – forse troppo -, un ritmo incessante e divertente. La prima stagione di Come vendere droga online (in fretta) scivola via che è una meraviglia, e la scommessona di Netflix in questo preludio d’estate è vinta a mani basse. La serie è tratta da una storia vera: quella di Maximilian S., un ragazzo che dalla sua camera da letto di Lipsia tra il 2013 e il 2015 lanciò un commercio di droga online vendendola in tutta Europa, per un valore attorno ai 4 milioni di euro. L’epilogo, per Maximilian S., è stato ovviamente disastroso, dato che il ragazzo è stato giustamente condannato nel novembre 2015 a 7 anni di reclusione. La storia del suo alter ego telefiilmico Moritz Zimmermann non sappiamo ancora come proseguirà, ma di fatto conosciamo già la conclusione.

Fatte le dovute premesse, andiamo al dunque. Non era facile lanciarsi in una sfida del genere. Il presupposto storia vera basata sul commercio di droga era invitante, ma allo stesso tempo c’era il rischio di scimmiottare – e diventare copia sbiadita di – altre serie di enorme successo che abbiamo visto in questi anni, basate sullo stesso canovaccio di partenza con droga, ascesa e caduta eccetera eccetera: Narcos e Breaking Bad, giusto per fare due nomi scarsi.

Come vendere droga online (in fretta) aveva quindi un’unica possibilità per farsi ricordare, e far bramare la seconda stagione agli utenti: essere diversa. Non prendersi troppo sul serio, nonostante la storia in questione seria lo sia eccome. Netflix ha colto la palla al balzo regalandoci un prodotto fresco, con puntate da mezz’ora che già dalla durata rivelano quanto ibrido sia il genere: non sono i 20 minuti di una comedy, non sono i 40-45 minuti di un drama. Come vendere droga online (in fretta) si collocherebbe quindi nel genere dramedy, stando anche a Wikipedia. Anche se è una categorizzazione un po’ forzata: nelle dramedy che siamo stati abituati a seguire in questi anni, da Scrubs ad How I Met Your Mother, gli approfondimenti psicologici e morali si sprecavano, con un’intensità emotiva crescente che poteva evincersi sin dalle prime puntate. La nuova serie Netflix è invece una serie molto più cazzona. E’ una comedy con una trama da drama, ma senza i risvolti riflessivi e introspettivi di quest’ultima.

E come detto, questa miscela era l’unica possibile per far sì che il prodotto funzionasse. I personaggi sono in gran parte ben scritti, per ciò che richiede la serie: Moritz – il protagonista, col padre poliziotto – è il geniaccio nerd un po’ molto disadattato socialmente, e l’attore che lo interpreta è perfetto nell’evidenziare le caratteristiche della tipologia del suo personaggio, risultando divertente in ogni sua goffa mossa o espressione. Ma è un geniaccio con un lato oscuro, che viene fuori quando la sua ragazza, Lisa, decide di lasciarlo una volta tornata dall’America. Lisa comincerà ad interessarsi a Dan, stereotipo apparente del belloccio senza cervello, rinomato spacciatore della scuola.

Da questo fatto scatenante, si scatenerà tutta la serie: con l’obiettivo di riconquistare la sua amata e regalarle della droga per la sua festa di compleanno, assieme all’amico Lenny il protagonista Moritz scoverà il grande spacciatore da cui Dan si rifornisce, e con uno stratagemma banale riuscirà di fatto a fregare quest’ultimo, Buba: uno dei personaggi più grotteschi che io abbia mai visto, che da solo vale il prezzo delle 3 ore di durata dell’intera prima stagione, e che fa una fine perfettamente coerente con la sua ridicola caratterizzazione.

Da lì in avanti una serie di peripezie che porteranno Moritz a prenderci gusto e diventare lui stesso uno spacciatore: ma online, partendo dal darknet e trasferendo poi la sua redditizia attività sul clear web. Una mossa che, probabilmente, pagherà molto cara.

Tra feste di ragazzini in preda all’incoscienza della loro età, famiglie disastrate e un commercio di sostanze stupefacenti inusuale, fatto di spedizioni postali e aerei che lanciano pacchi di droga in mezzo a sterminate distese di erba, Come vendere droga online (in fretta) fa passare le prime 6 puntate in un batter d’occhio, grazie anche a un contorno di situazioni comiche straordinarie.

Concedendosi nel frattempo anche piccolissimi spazi di riflessione più seriosa, ma soltanto accennata: è evidenziata ad esempio la totale innaturalezza dell’approccio al mondo da parte dei giovanissimi. Che trova la sua massima espressione nella scena del compleanno della sorella di Moritz, 12enne, la quale chiede al padre di rifare il video del momento in cui soffia le candeline per il suo compleanno, per postarlo su Instagram: momento, quello dello spegnimento delle candeline, che in passato era solenne e ora è totalmente sporcato dalla ricerca spasmodica di artefatta perfezione da sbattere online, così come tanti altri momenti delle nostre vite.

Alcune cose potevano risparmiarsele, come ad esempio la rapida ed improbabile evoluzione di Dan, spasimante dell’ex fidanzata di Moritz: il classico canovaccio del belloccio\cattivone\nemico che poi in realtà si rivela un buono\amico\eroico, salvando la pelle a Moritz e Lenny nel finale di stagione, in una delle scene più divertenti in assoluto.

Ma nel complesso la serie è promossissima: in un mondo seriale alla ricerca di qualcosa da dire e da insegnare sempre e comunque, con una pretesa sempre più spinta di seriosità, Come vendere droga online (in fretta) ci ricorda che guardando una serie non necessariamente dobbiamo soffrire, pensare, ragionare sulle nostre vite o su quelle degli altri. Ogni tanto ci possiamo anche divertire e basta, lasciandoci andare al relax e all’intrattenimento allo stato brado. Riuscire a raggiungere questo risultato con un presupposto come Storia vera basata sul commercio di droga online da parte di un adolescente” era una delle cose più difficili del mondo: Netflix ha azzardato, e ha vinto. E noi non vediamo l’ora di vedere la seconda stagione: consegnatecela in fretta, per favore.