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What’s new scooby-doo?
We’re gonna follow you
You’re gonna solve that mystery
We see you scooby doo
We’re coming after you
What’s new scooby-doo?

Correva l’anno 2004, e per la prima volta Boomerang trasmetteva uno dei cartoni animati più celebri in tutto il mondo: Scooby-Doo. Basta un nome, il testo della sigla e subito riecheggia nella mente la canzone dei Simple Plan, mentre scorrono le immagini della Mistery Machine che sfreccia pronta per risolvere un nuovo mistero. Un tuffo nel passato. E dopo le scene, i nomi dei protagonisti e la sigla, arrivano i ricordi legati a quei pomeriggi passati davanti alla tv, aspettando un nuovo episodio, aspettando di scoprire come Fred, Daphne, Velma, Shaggy e Scooby-Doo avrebbero incastrato il nuovo finto mostro.

Ogni episodio ripeteva lo stesso schema. Eppure, non c’è stato un episodio che ci abbia annoiato.

Scooby-Doo è uno dei cartoni animati con il maggior numero di episodi. Pensate che fino al 2015 ha detenuto questo titolo, quando poi I Simpson si sono ripresi il loro primo posto. Questo anche perché sono state prodotte diverse serie animate. La primissima, Scooby-Doo Where Are You? è stata mandata in onda nel 1971. Ma la più celebre, e quella a cui siamo anche più affezionati, è proprio questa del 2004 con la memorabile sigla che abbiamo ricordato sopra. Boomerang acquistò i diritti e da quel momento anche la Mistery e Affini si è unita al grande gruppo di cartoni animati di Boomerang: i Looney Tones, Tom&Jerry, I Puffi.

scooby-doo
Scooby-Doo (640×267)

La Mistery e Affini è una squadra composta da quattro adolescenti e un alano parlante. Appassionati di misteri e dell’occulto, ogni volta si trovano coinvolti in qualche fatto inesplicabile che devono risolvere. Così si trovano a dover indagare musei, case stregate, piramidi. E puntualmente, il gruppo decide di dividersi per trovare degli indizi: Scooby e Shaggy sono distratti dal cibo, poi tutti iniziano a correre spaventati e alla fine, Velma riesce sempre a mettere insieme i pezzi. A questo punto, Scooby e Shaggy – i più fifoni del gruppo – vengono usati come esca per catturare la creatura. Con una trappola e un piano che quasi mai va come previsto, riescono a prendere il mostro e Fred lo smaschera. Infine, i quattro e il cane parlante risalgono sul furgoncino, la Mistery Machine offerta dal padre di Daphne, pronti per una nuova avventura.

Era davvero tutto qui, ma ogni episodio nascondeva sempre una trama avvincente, delle gag esilaranti e un mistero esotico che ci incollava allo schermo. E soprattutto, nonostante sapessimo che tutte le volte quei mostri non erano veri, restavamo comunque in attesa fino alla fine della puntata: e se questa volta fosse tutto vero? Ma puntualmente venivamo disattesi, niente sovrannaturale.

Scooby-Doo in fin dei conti ha sempre voluto insegnarci questo: che i mostri non esistono.

Scooby-Doo
Scooby-Doo (640×366)

I fantasmi, le mummie spaventose, le maledizioni e i le creature orripilanti non sono null’altro che un’invenzione. O meglio, sono uno strumento e in quanto tali possono essere usati per compiere atti malvagi o al contrario per veicolare un messaggio positivo. Per dare coraggio a dei ragazzini spaventanti che ogni volta che vedevano un episodio si convincevano di poter sventare un nuovo crimine e squarciare il velo. Insomma, trovare la verità e la luce sotto tutti quegli spaventosi inganni. E in effetti è così. I protagonisti spiccavano anche con i loro abiti: sempre colori sgargianti, ognuno contraddistinto da una gamma di colori. Erano un arcobaleno di speranza, una sorta di oasi di luce in confronto a tutti gli altri personaggi, cupi e ingannatori, con cui avevano a che fare. La sgargiante verità contro la scura bugia.

Ma alla lunga lista di prodotti che avevano per protagonista questa gang assurda si aggiungono anche i film: li trovate su Netflix e continuano a essere uno degli appuntamenti fissi immancabili di Halloween. Fin da quando Boomerang e Italia Uno li trasmettevano in questo periodo dell’anno nel lontano 2010. I film su Netflix, che avevano per protagonista anche Sara Michelle Gellar (la nostra Buffy l’ammazzavampiri) riassumevano perfettamente l’atmosfera dei cartoni animati, sebbene si rivolgessero a un pubblico un po’ più maturo. Infatti le personalità dei protagonisti erano approfondite e ciascuno dei personaggi veniva inizialmente presentato con una figura stereotipata, per poi essere indagato e diventare personaggi a tutto tondo. Abbiamo così avuto modo di conoscere altri lati dei detective della Mystery e Affini che ce li hanno fatti amare ancora di più.

Quindi, visto che Halloween è alle porte e potrebbe essere necessario ricordare a noi stessi che non c’è nulla di cui aver paura, sia esso su Netflix o su Boomerang, è il momento più appropriato per fare un bel rewatch di questa serie di cartoni animati e film. E mi raccomando: possiamo essere noi a sfruttare questi mostri come metafora per esorcizzare le nostre insicurezze e andare dritti al cuore della questione, scoprendo la realtà nascosta.

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