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Borgen – Un political drama molto più vicino a noi

Se pensate che i political drama siano un marchio di fabbrica anglosassone, non avete mai dato un’occhiata a Borgen, la serie danese che è stata recentemente distribuita da Netflix sulla piattaforma. Si tratta di una serie tv prodotta e trasmessa in Danimarca, sulla rete televisiva nazionale DR1 e andata in onda dal 2010 al 2013 con le sue tre stagioni, per un totale di trenta episodi da circa un’ora l’uno. A guardarla, non si direbbe mai che siano passati dieci anni dal suo esordio televisivo: Borgen è attuale, attualissima, e calza perfettamente anche per il nostro tempo. Sarà per questo che Netflix ha deciso di riproporla al grande pubblico dello streaming mettendola in catalogo e di ordinarne una quarta stagione, che dovrebbe approdare sulla piattaforma nel 2022.

Borgen significa “il castello” ed è il nome con cui i danesi chiamano il Palazzo Christiansborg, la sede del Parlamento, dell’ufficio del Primo ministro e della Corte Suprema della Danimarca. È una serie che parla del potere e della politica (ecco le serie tv che ogni appassionato di politica dovrebbe guardare), di come la politica gestisce il potere e di come il potere gestisce la politica. Ci sono gli intrighi di palazzo, gli scandali, i ministri corrotti, le pressioni dei gruppi di potere, le battaglie ideologiche, gli scoop giornalistici, storie di sesso e di rapporti inappropriati, i veleni delle opposizioni, i tradimenti degli alleati e tutti gli altri ingredienti che fanno di una serie tv un buon political drama. Borgen ha riscosso enorme successo in patria, ma anche oltreoceano, tant’è che la HBO pare stia lavorando ad un remake statunitense di cui però ancora non si conoscono i dettagli. Il pubblico italiano ha potuto guardare Borgen su LaEffe a partire dal 2013, ma scommettiamo che molti di voi non ne avevano mai sentito parlare prima di vederla approdare sul catalogo Netflix. E anche lì non è che sia proprio in bella vista.

Borgen

Borgen è un prodotto nascosto, che sfugge alle classifiche sulle serie tv politiche.

Ci si imbatte in questo show quasi per caso, ma poi si finisce per essere risucchiati dalle trame della politica danese. La serie si impernia su tre filoni principali: la vicenda personale del Primo ministro Birgitte Nyborg (Sidse Babett Knudsen, Theresa Cullen in Westworld), il rapporto tra stampa e potere raccontato attraverso il lavoro della giornalista Katrine Fønsmark (interpretata dall’attrice Birgitte Hjort Sørensen, che qualcuno ricorderà per la sua comparsa in Game of Thrones nella puntata Aspra dimora, nella quale ha vestito i panni di una donna del popolo libero che tentava di scappare dall’arrivo degli Estranei) e il percorso personale e professionale dello spin doctor Kasper Juul (il Pilou Asbæk che ha interpretato lo spregiudicato Euron Greyjoy in Game of Thrones). Una panoramica a trecentosessanta gradi sulla politica della Danimarca, sui suoi processi decisionali, sulle sue dinamiche di potere.

Perché andrebbe assolutamente recuperata se non lo avete ancora fatto?

Borgen

Perché Borgen parla di politica vera. Pochi toni melodrammatici, pochi espedienti fantasiosi, poche trame inverosimili: questa serie affronta le questioni più attuali con cui la politica deve fare i conti. Dalle instabilità di governo alle questioni ambientali, dai rapporti internazionali ai conti da tenere in ordine, dalle battaglie sulla parità di genere ai conflitti di interesse di ministri e membri del governo. Birgitte Nyborg è l’esponente dei Moderati che riesce a diventare Primo ministro contro tutte le previsioni dei sondaggi. È la prima donna alla guida del governo danese e la serie si divide tra la sua esperienza politica, fatta di compromessi, di trattative, di concessioni e negoziazioni, e le ricadute sulla sua vita privata, dove la quotidianità della famiglia verrà messa a dura prova dal suo nuovo prestigioso incarico. Birgitte vorrebbe rappresentare il capo di governo illuminato che fa valere i propri principi a discapito di tutto, ma la stabilità del suo governo si assesta su equilibri molto precari. Non sarà semplice destreggiarsi negli acquitrini fangosi della politica di palazzo.

La serie nello stile a uno dei tanti political drama made in USA, ma risulta più appetibile per i nostri palati di spettatori europei perché racconta di una politica più vicina a noi, ai nostri standard e alle nostre dinamiche politiche.

I problemi che deve affrontare il Primo ministro danese non sono poi così distanti da quelli con cui deve scontrarsi ogni giorno un qualsiasi capo di governo italiano. Inoltre, la forma di governo della Danimarca – una monarchia parlamentare – è lontana dal presidenzialismo americano, tutto incentrato sulla figura dell’inquilino della Casa Bianca, mentre si avvicina molto di più alle democrazie europee. Borgen, oltre ad essere un prodotto televisivo piacevole da guardare, è anche un’occasione per capire il funzionamento dei meccanismi di governo della Danimarca, per capire quale possa essere l’iter di una legge, quali siano le tematiche più scottanti, le problematiche che stanno più a cuore ai cittadini. L’ideale del Paese perfettamente funzionante che ci siamo fatti della Danimarca è parzialmente sfatato dalla maniera in cui questa serie ci racconta come funziona la politica nel cuore del Nord Europa. I problemi di Birgitte somigliano molto ai nostri, per cui lo spettatore europeo riesce ad immedesimarsi alla perfezione nella trama e a calarsi nel contesto sentendosi assolutamente a proprio agio, molto di più di quanto non avvenga per gli show politici d’oltreoceano, inevitabilmente più distanti dai nostri standard.

Sono molte anche le battute e i riferimenti all’Italia, che ci aiutano a capire quale sia la percezione che si ha all’estero del nostro Paese. Non tutto è perfetto in Borgen, inutile nasconderselo. Gli episodi sono quasi sempre autoconclusivi e seguono tutti lo stesso copione, per cui dopo un po’ lo spettatore riesce ad intuire le svolte narrative prima che queste si presentino. La serie, inoltre, sembra talvolta patire di un eccesso di buonismo: quella di Birgitte vuole essere una politica pulita in mezzo a un mondo dominato da meccanismi perversi e la discrasia tra slancio ideale e microcosmo reale qualche volta rischia di essere troppo marcata. Ma in generale Borgen risulta essere una serie davvero interessante, ancora troppo sconosciuta al pubblico italiano. Lo show ha ricevuto apprezzamenti e riconoscimenti dalla critica e Sidse Babett Knudsen ha persino ottenuto una nomination agli International Emmy Awards per la sua interpretazione del Primo ministro. È, insomma, una serie che tutti gli appassionati di trame politiche non dovrebbero lasciarsi sfuggire.