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Vincent Adultman è considerabile una linea comica di BoJack Horseman o è solo un personaggio triste?

Chi non si è mai innamorato di una persona completamente sbagliata? Non vi è mai capitato di ostinarvi a frequentare una persona che non faceva per voi, nonostante tutti vi ripetessero che era un grande errore? È esattamente ciò che succede a Princess Carolyn in BoJack Horseman. Conosciamo molto bene l’affascinante agente di BoJack: spietata, cinica, sposata al lavoro. Ma sappiamo bene che Princess Carolyn ha un lato innegabilmente romantico. Anzi forse, gratta gratta, è il personaggio più sentimentale di BoJack Horseman. Ma ha anche parecchie delusioni amorose alle spalle. Prima fra tutte quella con BoJack, con il quale ha avuto una relazione a dir poco tormentata.

Inutile dire che Princess Carolyn è parecchio chiusa emotivamente. Non può permettersi di sbagliare e rischiare di stare male di nuovo. Perché è vero, in amore è bello rischiare. Ma se si rischia troppe volte con esiti fallimentari, a un certo punto si getta la spugna. Ed è anche per questo che cerca di attaccarsi a qualunque persona sembri darle attenzioni. Il punto è che Princess Carolyn ha anche poca autostima. Si è sentita rifiutata tante volte ed è per questo che non pensa di poter ambire a qualcuno che la meriti davvero, com’è giusto che sia.

bojack horseman

In un momento di grande fragilità, in cui si è sentita rifiutata da BoJack Horseman per l’ennesima volta, Princess Carolyn incontra Vincent Adultman in un bar. In quel momento vuole solo far vedere all’ex che sta bene e che è perfettamente in grado di rifarsi una vita. E così si attacca al primo individuo di sesso maschile che vede al bancone. Peccato che questo “uomo” altro non sia che tre bambini impilati uno sopra l’altro e infilati malamente in un impermeabile oversize. Sono dei ragazzini guidati da un capogruppo, Kevin (la “testa” di Vincent) che si sono travestiti per poter scroccare dell’alcol e questo è chiaro a tutti. A tutti, meno che a Princess Carolyn. BoJack Horseman continua a ripeterglielo con aria allibita, ma la gatta non vuole sentire ragioni. Quindi prende e se ne va a braccetto insieme a questo bizzarro personaggio, convinta di aver trovato il fidanzato ideale.

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Da una parte, la situazione è a dir poco comica. Anche vedere Princess Carolyn che non ascolta gli ammonimenti di BoJack, accusandolo di non essere un vero uomo come Vincent è abbastanza spassoso. D’altronde, sentir definire “uomo” tre ragazzini impilati uno sopra l’altro è qualcosa di paradossale che inevitabilmente suscita ilarità. E d’altronde è su questo che si basa la comicità di BoJack Horseman: situazioni paradossali e ben oltre l’assurdo, ma che celano sotto a una patina di risate profonde verità.

Anche lo stesso protagonista, d’altronde, ha qualcosa di comico

Altro non è che un cavallo antropomorfo diventato famoso con un’improbabile sitcom ora ridotto all’alcolismo e alla nullafacenza. E sì, a un primo sguardo fa ridere. Ma se poi si riflette sul fatto che il personaggio di BoaJck è incredibilmente reale, malgrado le fattezze volutamente fuori dalla realtà, non si può che essere presi da un senso di profonda malinconia. BoJack è lo stereotipo dell’ex divo, insicuro e convinto di essere giunto verso l’inesorabile declino. Una persona talmente annoiata dalla vita che non è in grado di coglierne il bello e preferisce farsi travolgere da un immenso velo di inerzia e alcool pur di non pensare alla sua condizione e, chissà, correre il rischio di migliorare la sua vita. Perché è più semplice rassegnarsi alla propria, triste condizione anziché assumersi delle responsabilità.

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E la cosa interessante è che Princess Carolyn è esattamente l’opposto di BoJack. Malgrado la sua corazza di indifferenza, lei vuole disperatamente migliorare la sua condizione. Ma questa ansia la porta a buttarsi in situazioni sbagliate. E, cosa ancora più grave, si butta su persona sbagliate. Il suo problema è che non si rende conto di bastarsi da sola e di non avere necessariamente bisogno di un altro per poter cambiare la sua vita. Ed è per questo che finisce in relazioni sbagliate, come, appunto, quella con Vincent Adultman.

Ecco perché Vincent Adultman è in realtà uno dei personaggi più tristi di BoJack Horseman

Da una parte, rappresenta tre ragazzini smaniosi di crescere, disposti a fingere una relazione con una persona adulta pur di dimostrare che valgono qualcosa. Se hanno questo rapporto assurdo con Princess Carolyn, non è perché vogliono prenderla in giro. Semplicemente, un giorno che volevano fare una ragazzata, cioè fingersi un adulto per poter guadagnare un briciolo di libertà, si sono ritrovati davanti un personaggio carico di frustrazioni, che ha pensato bene di attaccarsi a una figura immaginaria pur di dimostrare che vale qualcosa. E Vincent Adultman, da una parte, si sente lusingato dal fatto che un adulto gli parli e lo tratti come se fosse un suo pari. È una lusinga a cui qualunque bambino, nella sua ingenuità, cederebbe.

Dall’altra parte, il nostro personaggio è lo specchio delle frustrazioni di Princess Carolyn. La gatta smania per trovare qualcuno che la ami, che la apprezzi, perché ha bisogno di conferme che da sola non è in grado di darsi. Non crede di valere a sufficienza e pensa che una relazione funzionale con un uomo che potrebbe definirsi adulto e maturo sia l’unico modo per dimostrare a sé stessa che sì, nella vita è riuscita a fare qualcosa di buono. Peccato che questo uomo non esista, se non nella sua testa. È un individuo immaginario, così come lo è il personaggio che si è inventato Kevin. Solo che per Kevin Vincent Adultman è colui che, nella sua purezza infantile, desidera diventare una volta cresciuto. Per Princess Carolyn è l’uomo ideale, pronto a salvarla da una vita che lei reputa noiosa e mediocre.

Tutta la malinconia che si sprigiona da questo personaggio emerge nell’episodio 2×04, After The Party. Princess Carolyn sta tornando da una disastrosa festa a sorpresa organizzata per Diane da Mr. Peanutbutter. Ma quando inchioda bruscamente la macchina davanti alle strisce pedonali, ecco che vede qualcosa che non si sarebbe mai aspettata: un bambino con la faccia del “suo” Vincent che la guarda terrorizzato. Ora, chiunque capirebbe che si tratta nientemeno che della “testa” di Vincent, Kevin. Ma ovviamente Princess Carolyn non vuole uscire dall’inganno che lei stessa si è costruita. E quindi si racconta un’altra bugia per non vedere la realtà dei fatti. Per lei è ovvio che Kevin sia il figlio di Vincent.

Kevin, d’altra parte, fa di tutto per alimentare questa fantasia. Anche a lui piace essere considerato un uomo adulto e non vuole cedere alla fine dell’illusione. Si presenta dunque a casa della gatta confessandole esattamente ciò che lei vuole sentirsi dire: cioè che lui è il figlio di Vincent. Ma nel mondo ideale di Kevin e di Princess Carolyn, Vincent non può essere un uomo ambiguo e crudele. Perciò, si giustifica dicendo che non voleva rivelare alla fidanzata di avere un figlio perché non si sentiva ancora pronto.

Quello che sconvolge lo spettatore, è che Princess Carolyn, un personaggio brillante e intelligente, crede a tutte le bugie di Kevin/Vincent, malgrado sia palese che si tratti di un inganno. Questo naturalmente dà luogo a delle gag divertenti. Come quando risulta fin troppo sospetto il fatto che Kevin e il padre non si vedano mai contemporaneamente. Ed ecco che il bambino si esibisce in acrobazie notevoli, presentandosi con il suo vero aspetto e facendosi sostituire da un altro ragazzino, che si copre la faccia con un fazzoletto per non svelare l’inganno. Anche davanti a un escamotage così infantile, la gatta sembra non dubitare neanche un istante di Vincent. E, cosa più paradossale, al termine della conversazione lo lascia per dei motivi maturi e condivisibili. Perché pur di non ammettere la verità, Princess Carolyn preferisce fingere di aver posto fine a una relazione adulta in modo maturo e pacato. E, almeno per il momento, forse è meglio lasciarla nella sua illusione.

In conclusione, Vincent Adultman può di certo essere considerato una linea comica di BoJack Horseman.

Ma si tratta pur sempre di una comicità amara e malinconica, come d’altronde gran parte degli elementi che compongono lo show. E, sotto alle risate, è un personaggio incredibilmente triste. Perché non solo riflette le frustrazioni di un personaggio frustrato che preferisce circondarsi di illusioni, ma anche un bambino che vuole infilarsi a forza in una vita che non gli appartiene. E pensare a un bambino abbandonato a se stesso, smanioso di crescere perché vuole abbracciare un sogno che verrà inevitabilmente disilluso, non può che suscitare una malinconia profonda.

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