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Alberto Angela racconta la tremenda guerra tra Fring e i Salamanca 

Buonasera e benvenuti in questa nuova puntata di Ulisse: il piacere della scoperta. Oggi racconteremo la storia di una guerra, una lunga e tormentata battaglia che ha visto coinvolti i protagonisti di Better Call Saul per diversi decenni.

In piedi al centro del suo studio, Alberto Angela iniziò a introdurre il suo pubblico alla storia che li avrebbe intrattenuti quella sera. Dietro di lui, un enorme schermo ricostruiva le immagini con i volti dei protagonisti della narrazione: Gustavo Fring e la famiglia Salamanca, volti noti ai fan di Better Call Saul.

È una storia che molti di voi già conoscono, ma che oggi voglio provare a presentarvi da un punto di vista diverso. Negli anni passati a studiare e a ricostruire le vicende salienti di questa guerra, mi sono infatti reso conto di come non si tratti solo della cronaca di uno scontro tra due imperatori della droga, ma è anche e soprattutto il racconto di una battaglia interiore, l’introspezione nella vita di un uomo sceso a patti con il suo dolore, che si è prodigato per anni nella ricerca di una vendetta salvifica, in grado di tirarlo fuori dall’abisso del tormento causato dalla morte dell’amato. Ed è proprio su quest’uomo, sulle sue fragilità e sulla sua sete di vendetta che ci incentreremo durante il nostro viaggio, ripercorrendo le vicissitudini di Fring e dei Salamanca, provando ad allontanarci dal freddo sguardo di meri osservatori, ma immergendoci piuttosto nel vivo della loro avventura e indagando sulle ragioni più profonde dietro le loro scelte. Un viaggio alla riscoperta dell’animo umano, che ci permetterà di scoprire qualcosa in più su come il complesso mondo emotivo possa influenzare la nostra vita e quella dei grandi personaggi che hanno costruito la storia del nostro mondo.

Alberto Angela aveva sempre avuto quel potere mistico di coinvolgere il pubblico fino a farlo immergere a pieno nel flusso delle sue parole. Lente e perfettamente scandite, le prime premesse del racconto avevano già avuto il potere di fermare gli spettatori della Rai sul suo documentario, ormai curiosi di conoscere il resto del racconto.

La storia dei protagonisti di Better Call Saul sembrava prendere vita sotto la fluente narrazione di Alberto Angela, mentre le immagini trasmesse sullo schermo della Rai permettevano di entrare pienamente all’interno della vicenda.

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Alberto Angela (640×360)

Alle mie spalle, la villa di Don Eladio, il luogo da cui prende avvio il nostro racconto e che ha segnato l’inizio della grande guerra Salamanca-Fring.

Alberto Angela parlava lentamente, lasciando che le riprese del luogo scorressero alle sue spalle. Pian piano l’ambientazione si trasformava sotto gli occhi degli spettatori, mentre le sagome dei protagonisti della vicenda si posizionavano uno alla volta sulla scena.

Quella piscina dall’acqua scintillante, destinata a colorarsi di rosso, è l’unico testimone rimasto a raccontarci le vicende di quel tragico giorno. È il 1989, un giovanissimo Gustavo Fring siede insieme al suo partner, Max Arcineaga, a un passo dalla piscina della villa. La coppia attende ansiosamente l’arrivo di Don Eladio. È Hector Salamanca, tuttavia, a presentarsi per primo al loro cospetto. Uomo sprezzante e dai modi irrispettosi, Hector è il capo della famiglia Salamanca e un membro rispettato del cartello. Palesemente infastidito dalla presenza dei due giovani, Don Hector marca il territorio urinando nella piscina del boss, e non manca di nascondere la sua irritazione nei confronti degli ospiti con numerose mancanze di rispetto. Seduto educatamente al suo posto, Gustavo accetta silenziosamente il trattamento riservatogli, continuando a recitare la sua parte in attesa dell’arrivo del Don.

Gustavo Fring quel giorno spera di realizzare il primo passo nella costruzione del suo impero: convincere Eladio a entrare in affari con lui e Max. Non sa, però, che le regole del cartello non sono inclini ad accettare l’improvvisazione. Nessun passo può essere compiuto senza il consenso del Don e ogni tradimento viene pagato a carissimo prezzo. Gus non riesce a scorgere il pericolo fin quando non se lo ritrova davanti agli occhi. Ancora giovane, ancora impreparato al mondo in cui si appresta a immergersi, non coglie i segnali del suo capo fino all’ultimo.

È Max a parlare in sua difesa quando, dopo il suo ingresso e i dovuti complimenti per l’impero del pollo costruito dalla coppia, Don Eladio corre dritto al punto della questione, mostrando il suo disappunto per la produzione di droga svoltasi autonomamente per volere di Gus all’interno del suo territorio. Pochi e veloci gli attimi che precedono la tragedia.

Convinti di poter risolvere con il dialogo e con i ragionamenti la questione, Max e Gus non temono la morte fino a che essa non si palesa potente dinnanzi a loro. Fermo e impassibile, Hector Salamanca sferra il colpo di pistola che segnerà la fine della vita di Max, e l’inizio della guerra tra la sua famiglia e Gustavo Fring.

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Alberto Angela (640×360)

Steso sul pavimento, gli occhi rivolti verso quello che è ormai il cadavere del suo amato, Gus inizia a meditare la sua vendetta, maturando un odio che lascerà bollire per anni, nella paziente attesa del momento del grande riscatto.

L’immagine del corpo senza vita di Max troneggiava sugli schermi dello studio Rai. La tragedia appena consumatasi veniva raccontata da Alberto Angela con la semplicità e solennità di cui solo lui è capace, donando alla storia dei protagonisti di Better Call Saul un volto nuovo, intenso e ancora più coinvolgente.

Gustavo viene risparmiato, il suo passato, che per noi è ancora oggi un mistero, gli fornisce un lascia passare capace di mantenerlo in vita. Il suo errore viene perdonato, e l’uomo del pollo ottiene una seconda change, che gli permetterà con il tempo di diventare il collaboratore fidato di Don Eladio e il possente colosso della droga che ci è noto.

Ma quella che per Eladio e i Salamanca è solo una spiacevole parentesi, diventerà per Fring ragione stessa d’esistenza e motore di ogni azione e decisione. Da quel momento per Gus inizierà un lungo percorso alla ricerca della vendetta, un tragitto che troverà una prima e fondamentale tappa proprio in quella stessa piscina da cui è partita la nostra storia.

Ma quel che è fondamentale tenere a mente è che quel giorno non segna solo l’inizio di una guerra, ma anche il punto di passaggio più importante nella vita di Fring, quello che porta alla sua trasformazione definitiva nel freddo e calcolatore trafficante di droga che oggi la storia ci tramanda. Con la morte di Max, infatti, muore anche una parte di Gustavo: quella più vitale, più umana. E dalle ceneri di quel giovane, tanto ingenuo da sottovalutare la cattiveria di Don Eladio e dei Fring, da non accorgersi del pericolo, nasce un uomo nuovo, paziente e privo di scrupoli, disposto a dedicare la sua intera vita alla ricerca della vendetta.

Alberto Angela
Alberto Angela (640×360)

Per tanti anni la battaglia tra Gus e i Salamanca si svolgerà come una vera e propria guerra fredda. Capace di enorme pazienza, Gustavo costruisce la sua azione passo per passo, determinato a consumare lentamente il suo avversario.

Una morte veloce non è nei suoi piani. Don Hector deve soffrire, per lui non vi può essere la pietà della morte. Da quel momento Gus dedicherà ogni suo respiro all’obiettivo di rendere la vita del suo nemico un vero e proprio inferno in terra.

Alberto Angela ricostruì con precisione nel suo documentario Rai gli eventi già noti ai fan di Better Call Saul, raccontando con attenzione i numerosi episodi che vedevano Gustavo Fring intento a tutelare la vita del Don, al solo scopo di mantenerlo in vita in attesa della grande vendetta.

Tra i Salamanca e Fring si creò un rapporto di apparente collaborazione. Per quasi un ventennio le due famiglie si ritrovarono a lavorare insieme, odiandosi silenziosamente, ma privi della possibilità di trasformare la loro rabbia in una guerra aperta, per volere di Don Eladio. Se Gustavo odiava Hector per delle ragioni ben note, l’odio del Don è più difficile da motivare. Probabilmente si trattava semplicemente di un sesto senso. Ciò che è certo è che Don Hector non vedeva di buon occhio Gustavo e non riusciva a fidarsi di lui.

Ogni successo di Fring era un colpo duro da digerire per lui e la sua famiglia. Man mano che il potere dell’Uomo del Pollo cresceva, in Hector aumentava il timore e l’astio nei suoi confronti.

Ma se l’ostilità dei Salamanca era ben evidente agli occhi di tutti, Gustavo al contrario manteneva in pubblico un atteggiamento di rispetto e amichevole collaborazione. Sempre impeccabile e attento a misurare ogni parola e ogni sguardo, Gus puntava a consumare i Salamanca lentamente, in una lotta più psicologica che fisica.

L’obiettivo di Gus, in quella fase, era far si che i Salamanca soffrissero. E per fare ciò era indispensabile che Hector rimanesse in vita, lucido e capace di cogliere pienamente il dolore che Gus intendeva scatenargli addosso.

Fu proprio per questo che, a seguito del memorabile “incidente” che condusse Hector su una sedia a rotelle, Gus si prodigò per mantenere le cure del suo nemico, assicurandosi la sua sopravvivenza e premurandosi di scoprire se a dispetto di quel corpo ormai assente, Hector fosse ancora lì dentro, mentalmente presente nel nostro mondo.

In quegli anni la guerra fredda si trasformò in una vera e propria battaglia psicologica. Gustavo provava piacere nel torturare il nemico sbattendogli in faccia i suoi successi, godendo della posizione di supremazia che il suo corpo perfettamente funzionante gli garantiva contro il boss dei Salamanca.

Alberto Angela
Alberto Angela (640×360)

Con la malattia di Don Hector un nuovo personaggio entra in scena. Si tratta di Lalo Salamanca, nipote del boss e nuovo capo della famiglia nelle veci dello zio.

L’immagine del protagonista di Better Call Saul compare alle spalle di Angela, riempendo lo studio Rai e preparando la narrazione di un nuovo capitolo del documentario.

Accecato dall’odio verso coloro che hanno determinato la morte del suo amato, Gustavo non compie alcuna distinzione all’interno della famiglia Salamanca: ogni componente di essa è un nemico e merita di essere travolto dalla sua furia. Ma c’è di più: uccidere ogni persona cara al Don, rappresenta per Gustavo anche un modo ulteriore di alimentare la sua vendetta, scatenando il dolore e la rabbia di Hector.

Non sorprende, dunque, che l’arrivo in scena di Lalo determini una nuova fase nella lotta tra le due famiglie. Giovane e astuto, l’uomo rappresenterà una vera e propria complicazione nel percorso di vendetta di Fring, mettendogli più volte i bastoni tra le ruote. Un nemico difficile da sconfiggere, ma che non riuscirà comunque a sopraffare il cileno. Sarà quest’ultimo, infatti, ad avere la meglio sul giovane, riuscendo a ucciderlo e segnando un importante goal nella lotta contro Hector.

La morte del nipote e la consapevolezza del coinvolgimento di Gus nell’omicidio, uniti alla frustrazione di non riuscire a ottenere l’ascolto da parte di Don Eladio, causeranno una grande rabbia in Hector, e una grande vittoria per il suo nemico.

In seguito Gustavo rinfaccerà apertamente a Hector la morte di Marco e Leonel Salamanca, iniziando a rendere sempre più esplicito il suo odio per la famiglia. Le sue continue visite al centro in cui Hector vive ormai abitualmente, hanno come scopo quello di torturare il Don, ricordandogli a chiare lettere i suoi obiettivi di vendetta.

Ma per potersi sbarazzare definitivamente dei Salamanca, Gustavo deve prima liberarsi di Don Eladio, mettendo in atto il primo grande tassello del suo piano.

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Ci troviamo quasi a conclusione del nostro documentario e la nostra indagine si sposta ancora una volta in quella villa da cui ha avuto inizio il nostro viaggio. Lo scenario che ci si presenta davanti, però, è questa volta radicalmente diverso.

A 20 anni dalla prima tragedia, la piscina della villa di Don Eladio si appresta a divenire ancora una volta scenario di morte. Ma questa volta a essere artefice della carneficina sarà proprio Gustavo, il quale ormai cresciuto e conscio del suo potere, si impone sulla scena con una consapevolezza nuova.

Dell’uomo ingenuo che aveva sottovalutato il Boss del cartello non c’è più traccia. Gustavo è ormai forte e conosce perfettamente il suo avversario. Ciò è reso evidente dalla precisione maniacale con cui mette in atto il suo piano. Ogni cosa, dall’ospedale provvisorio che lo attende alla fine della missione, alle pillole ingerite poco prima di bere, dalle parole ai gesti, denotano una grande attenzione ai dettagli.

D’altronde per uccidere gli esponenti più importanti del cartello e sperare di uscirne vivi serve una grande astuzia, e in questa occasione Gustavo dimostra di possederla in pieno.

Il liquore avvelenato preparato appositamente per l’operazione compie l’effetto sperato. In poche ore quello che era stato il cartello più potente del tempo viene debellato senza alcuno spargimento di sangue, dalla sapiente mente di Gustavo Fring. È il primo passo di una vendetta attesa per una vita intera. Manca solo un’ultima mossa: quella contro Hector.

Dopo aver comunicato a Hector la morte dei membri del cartello e la fine della dinastia Salamanca, Gustavo è ormai convinto di essere invincibile. Il suo nemico è ormai sotto scacco, la sua famiglia distrutta, e per Gus è il momento di godersi la vittoria.

Ma nella vita di Fring si è ormai insinuato un altro terribile nemico: Walter White, l’esplosivo produttore di droga che riuscirà a battere Gus in astuzia, determinandone la morte.

In due occasioni Gustavo Fring ha compiuto l’errore di sottovalutare il suo nemico: la prima, analizzata all’inizio del nostro documentario, fu quella che determinò la morte del suo amato; la seconda, che ci apprestiamo a ripercorrere, condurrà all’errore che costerà la vita del magnate della droga.

Troppo sicuro di sé per accorgersi del pericolo, Fring non sospetta l’inganno prospettato da Walt nei suoi confronti. Intanto, ormai determinato a sbarazzarsi di lui, Walter White decide di scendere a patti con il nemico numero uno del suo ex capo, fornendogli tra le mani l’arma perfetta per uscire vittorioso dalla secolare guerra che intercorre tra la famiglia Salamanca e Fring.

Dopo aver ingannato Gustavo inducendolo a credere che Hector si sia rivolto alla polizia, Walt riesce a convincere l’uomo a incontrare il suo nemico. Gus si reca in quella residenza che per lungo tempo è stata, per sua stessa volontà, la prigione di Hector, inconsapevole che proprio nelle stanze di Casa Tranquila sarà destinato a incontrare la sua fine.

Ormai senza più nulla per cui lottare, Don Hector sopravvive nel solo desiderio di vendetta. Un sentimento talmente potente da convincerlo a rinunciare alla sua stessa vita per amore di sconfiggere colui che è stato l’artefice di ogni sua sofferenza.

In un epico confronto, Hector e Fring si ritrovano finalmente faccia a faccia, pronti al confronto finale. É solo nello sguardo di Hector, per la prima volta dopo tanti anni puntato con forza su quello di Gustavo, che quest’ultimo riesce a cogliere l’ira che precede la sua sconfitta. Ma è troppo tardi. Suonando con tutta la forza che gli rimane quel campanello che per anni ha rappresentato il suo unico mezzo di contatto con il mondo, Hector accende la miccia della bomba che porterà alla morte del suo nemico e di sé stesso, portando ufficialmente a conclusione la guerra.

Muore, pur di trascinare con sé nella morte il suo nemico. Segna l’ultimo e tragico scacco matto nella partita, lasciando da vincitore questa terra e chiudendo un capitolo di storia segnato da numerosi spargimenti di sangue e infinito dolore.