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Ma quanto era bello Keroro?

Dallo spazio il suo plotone guiderà (Keroro!)
Una rana aliena che ci spierà (Keroro!)
Questa terra tra non molto invaderà (Keroro!)
La galassia Gamagi conquisterà
.
Arriva Keroro
Una rana con il cuore d’oro
Raccoglie notizie
Sugli umani e la terra, ah
!

Correva l’anno 2006. E per la prima volta in assoluto Italia Uno trasmetteva le Keroro, un anime strambo quanto travolgente. Basta un nome, il testo della sigla e subito riecheggia nella mente la voce di Giorgio Vanni (cantante delle sigle dei cartoni della nostra infanzia), mentre scorrono le immagini di questo mostriciattolo verde che medita la conquista del mondo e invece è solo un gran pigro. Un tuffo nel passato. E rieccoci, davanti alla tv, a quando abbiamo conosciuto per la prima volta che questo alieno e il suo plotone d’assalto:  Tamama, Giroro, Kururu e Dororo.

Tra una risata e l’altra, Keroro ci ha insegnato il vero valore dell’amicizia, l’unica arma capace di dissuadere cinque ranocchie spaziali a conquistare la Terra.

Ma facciamo qualche passo indietro. La trama è piuttosto semplice, come anche gli episodi. Keroro è una rana aliena verde, comandante del plotone “Grandi manovre – divisione invasioni spaziali”. Il suo piano è quello di conquistare il pianeta Terra (chiamato Pekopon), ma in realtà ben presto realizza quanto quest’impresa possa essere difficile dal momento che il mondo degli umani ha così tanti stimoli e distrazioni: il protagonista viene ospitato a casa Hinata, dove diventa grande amico di Fuyuki Hinata. E soprattutto, Hinata lo apre al vasto mondo degli anime, fumetti e videogame. In seguito anche gli altri membri della divisione lo raggiungeranno, insediandosi a casa di Hinata o di suoi amici.

Keroro
Keroro (640×360)

Molto più simile a uno slice of life di quanto ci si aspetti a primo impatto, l’anime di Italia Uno in realtà lasciava grande spazio alle dinamiche di gruppo e ai rapporti interpersonali. Senza mai prendersi troppo sul serio, l’unico aspetto che potremmo dire era trattato con maggiore solennità è proprio l’amicizia e le relazioni che si instaurano tra questi alieni colorati e le famiglie che li ospitano. Nonché l’evolversi delle storie degli umani indipendentemente dai piani intergalattici delle ranocchie. Questo poi erano davvero un punto di forza caratteristico di questo anime con una delle sigle dei cartoni più memorabili: gli alieni, con una vocina strana e tutti di un colore diverso che li contraddistingueva per l’emozione che esprimevano con maggior forza.

Tamama, ad esempio, è nero e bianco. La sua personalità infatti appare divisa: è buono e molto sensibile, ma quando si arrabbia diventa implacabile. La sua caratteristica principale però è che le sue arti marziali imitavano parodicamente quelle di un altro cartone dall’iconica sigla (cantata sempre da Giorgio Vanni): Dragon Ball! Giroro, invece, era la rana rossa. Il più severo e duro, che passava il suo tempo a lucidare le armi nella tenda in giardino. Ma alla fine si rivela anche il più romantico, innamorato di un’umana che non lo corrisponde. Kururu è stato immerso dal protagonista nel curry e per questo diventa giallo. Era proprio il classico nerd dell’immaginario giapponese: occhiali spessi, sempre chiuso nella stanza attaccato al pc. Infine, il soldato scelto Dororo è un abile ninja dal colore azzurro. Anche lui era giunto per distruggere la terra, ma alla fine il suo temperamento calmo ha prevalso al punto da prendersi cura dell’ambiente e delle sue creature.

Keroro
Keroro (640×191)

In Keroro c’era davvero un mix di personaggi strani, dolci e divertenti. Senza contare tutti gli alieni che sporadicamente venivano a far visita alla Terra o a tutti gli umani protagonisti che hanno accolto queste rane e se ne sono prese cura.

E che dire della sua sigla?

Probabilmente una delle sigle dei cartoni più celebri di Giorgio Vanni. Era una di quelle così coinvolgenti che perfino chi non era fan dell’anime si trovava a cantarla: ti entra in testa e dopo quasi venti anni dalla prima messa in onda italiana è ancora lì nella nostra memoria.

Purtroppo, Italia Uno ha sospeso la messa in onda dopo il primo episodio della quarta stagione, senza un apparente motivo. Ma sappiamo che Italia Uno nello specifico – e la Mediaset in generale – era solita censurare, interrompere la trasmissione o riproporre repliche su repliche senza mai andare avanti. L’anime si conclude invece nel 2011, arrivando fino alla settima stagione che vede i protagonisti evolvere e maturare, senza mai perdere quella leggerezza che contraddistingue questo cartone.

Keroro (640x360)
Keroro (640×360)

Keroro appare come un anime per bambini, ma in realtà si nasconde molto di più dietro. E anche chi lo ha definito demenziale cade in errore. Questo è un cartone animato brillante che probabilmente possono apprezzare molto più gli adulti che i piccoli. I colori e la semplicità della trama coinvolgono i bambini, mentre ancora battute e situazioni che sembrerebbero essere buttate lì a caso solo per far ridere, in realtà sfruttano una regia sagace. Senza contare i numerosi riferimenti ad altri anime, riferimenti pop di quegli anni. Questo anime vuole, insomma, accalappiale un pubblico quanto più vasto possibile e direi che è riuscito nell’intento.

Molti di noi si sono approcciati a Keroro durante quei pomeriggi di Italia Uno e poi l’hanno rivisto successivamente grazie alle numerose repliche. Solo così si è riusciti a cogliere il polimorfismo di questo cartone, apprezzandone tutte le sfaccettature. Quindi, se ne sentite la mancanza, se avete voglia di ritrovare un vecchio amico e al tempo stesso di conoscerne uno nuovo, vi invito a tornare a casa Hinata non ve ne pentirete!

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