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After Life è la vita che si risveglia

È uscita lo scorso otto marzo su Netflix la miniserie After Life, l’ultima fatica di Ricky Gervais. Composta da sei episodi scritti e diretti dal comico inglese famoso anche per il suo ruolo in The Office, la nuova serie Netflix è un inno alla vita.

Afterlife è la storia di Tony, un giornalista che ha perso sua moglie Lisa da pochi mesi e si trascina da un giorno a un altro con indolenza e senza prospettive future. L’unica ragione di vita per Tony è il suo cane, che con le sue richieste d’attenzione lo risveglia di tanto in tanto dal torpore esistenziale nel quale è precipitato. La trama semplice e lineare si sviluppa in un circuito chiuso di ambientazioni; casa di Tony, la redazione in cui lavora, la casa di riposo in cui si trova suo padre, lo studio del suo analista e il cimitero dove è sepolta Lisa. La ripetitività con cui vediamo Tony ripercorrere gli stessi passi ogni giorno per recarsi in questi luoghi è un mezzo per dare allo spettatore l’idea della vacuità della sua esistenza.

Afterlife

Per Tony ogni giorno è identico al precedente da quando Lisa non c’è più. Il suicidio è un pensiero che s’insinua spesso nella sua mente. Un attimo prima dell’irreparabile, però, l’amore per il suo cane e la consapevolezza di averne la responsabilità lo fermano.

After Life è in grado di divertire lo spettatore grazie al sarcasmo pungente e irriverente del protagonista, sapientemente interpretato da Gervais. Ma la miniserie trascende il concetto di dramedy.

After Life è la cronaca di una lotta intestina tra la vita e l’autodistruzione. Un racconto crudo e cinico della vita dopo la morte di qualcuno che si è amato e di quanto sia importante elaborare adeguatamente il lutto. Per farlo infatti, Tony si reca abitualmente dal suo analista, un uomo poco professionale che rappresenta pienamente l’errata elaborazione del suo dolore. È chiaro da subito come in parte l’uomo voglia tornare a vivere, ma la convinzione di dover annullare la sofferenza per farlo sarà il più grande ostacolo da abbattere.

La serie ci mostra l’importanza di vivere pienamente il dolore al fine di superarlo e come ogni mezzo palliativo ritardi la guarigione. A fare la differenza nella vita di Tony tuttavia saranno le persone. Nuovi e vecchi amici che incrocerà nel suo cammino e che restituiranno all’uomo un’immagine di sè per troppo tempo dimenticata e nascosta sotto cumuli di cinismo e sarcasmo. Queste persone all’inizio possono sembrare solo volti di passaggio ma in realtà rappresentano ognuno a suo modo uno stimolo a riemergere dall’abisso.

After Life

After Life è la dimostrazione che una volta toccato il fondo si può arrivare a scavare profondi solchi prima di riuscire a risalire, ma anche che non importa quanto in fondo si vada: la vita vince sempre. Tony è un brav’uomo che ha toccato il fondo e che ha commesso gravi errori per sopire la sua rabbia, ma è un brav’uomo. All’improvviso le persone intorno a lui sentiranno il bisogno di comunicargli il loro affetto e la loro stima e questa ondata di inaspettata positività lo travolgerà, salvandogli la vita.

Grazie a queste persone speciali e alla forza d’animo di Tony basterà una singola scintilla di vita a infiammargli di nuovo il cuore.

Lo show da poco approdato su Netflix è un inno alla vita, che con la sua forza è in grado di imporsi sul dolore e sulla morte. Musiche azzeccatissime e paesaggi calmi e romantici in opposizione ai conflitti interni del protagonista fanno di After Life un gioiellino. Il titolo è perfetto per descrivere il senso profondo della serie: con la morte di Lisa per Tony la vita è finita, ma lui è ancora vivo. La serie mostra come dopo una vita possa essercene un’altra e di come si possa ricominciare, a piccoli passi a sperare.

After Life è la vita dopo la vita. Un prodotto a tratti crudo e mai edulcorato, confezionato da Gervais con tutta la sua maestria e in cui ha impiegato molta parte della sua personalità, a partire dal suo grande amore per gli animali.  L’esperienza fornita dalla visione di After Life è completa e porta lo spettatore a ridere, commuoversi, arrabbiarsi, creare empatia e perfino a perdonare.

Un po’ come fa la vita.

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