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11.22.63 è una serie che meritava molto più successo di quello che ha avuto

11.22.63

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Vi siete mai chiesti che cosa sarebbe successo se, quel giorno, vostro padre non avesse incontrato vostra madre? E se quel giorno non aveste risposto a quella telefonata?

Tante situazioni ipotetiche. Tanti eventi mossi dal caso. Tante eventualità su cui potremmo farci mille domande.

11.22.63 tenta di dare una risposta a una domanda di questo tipo: e se qualcuno fosse stato in grado di impedire l’omicidio di Kennedy? È da questa domanda che parte la narrazione di una delle miniserie statunitensi più interessanti e meglio costruite dell’ultimo decennio.

La serie 11.22.63, uscita nel 2016 e divisa in otto episodi, è prodotta dalla piattaforma Hulu. Si basa sul celebre romanzo 22.11.63 di Stephen King, pubblicato nel 2011. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra J.J. Abrams (Scopri – 10 Serie Tv di JJ Abrams che dovreste assolutamente vedere), lo stesso Stephen King e la sceneggiatrice Bridget Carpenter. La regia e la produzione portano quindi la firma di nomi di grande peso nel panorama televisivo e letterario contemporaneo. La serie combina l’intensità emotiva del romanzo con lo stile visivo e narrativo tipico delle produzioni di Abrams, offrendo un racconto coinvolgente e pieno di tensione.

Credits: Bad Robot, Warner Bros

Il protagonista è Jake Epping (un magistrale James Franco). Jake è un tranquillo insegnante di inglese nel Maine, la cui vita cambia radicalmente quando un amico gli rivela un segreto incredibile: nel retro della sua tavola calda c’è un portale che conduce sempre nello stesso giorno del 1958. Non importa quante volte lo attraversi: il tempo si resetta e tutto ricomincia da capo. Jake viene presto coinvolto in un’impresa enorme: tornare indietro nel tempo per impedire l’assassinio di John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963. Se Kennedy non morisse, pensa il suo amico, il mondo sarebbe un posto migliore: niente guerra in Vietnam, niente disillusione politica.

Jake assume una nuova identità e si immerge nell’America degli anni ’60, piena di musica rock e automobili scintillanti, ma anche razzismo e tensioni. Ma il tempo, scopre presto, non vuole essere cambiato: ogni volta che tenta di modificare qualcosa, il mondo sembra ribellarsi con incidenti, coincidenze, ostacoli inspiegabili. Mentre si avvicina alla data fatidica, Jake si innamora di Sadie, una bibliotecaria dolce e coraggiosa che non sa nulla del suo segreto. La sua missione diventa allora un conflitto tra amore e destino: può davvero cambiare la storia senza distruggere il presente?

Quando finalmente arriva a Dallas, il 22 novembre 1963, Jake deve fare una scelta straziante che cambierà tutto, non solo per Kennedy, ma per lui stesso e per l’intero corso del tempo.

Stephen King è stato parte integrante e attiva del progetto di 11.22.63, ma ha lasciato libertà agli sceneggiatori: il finale della serie, infatti, è diverso (e più sintetico) rispetto a quello del romanzo. Inoltre, James Franco, grande fan di King, ha chiesto personalmente di partecipare alla serie dopo aver letto il libro. Lo scrittore ha deciso di lasciare un piccolo easter egg per i suoi fan: in una scena compare un cartello che cita Derry, Maine, la città dove si svolge IT, un tipico collegamento dell’universo narrativo kinghiano. (E tu, hai visto la prima puntata della serie IT:Welcome to Derry? Leggi la nostra recensione)

Credits: Bad Robot, Warner Bros

Di 11.22.63 si parla troppo poco, e noi non riusciamo a capacitarci del perché. È una di quelle miniserie che, pur non essendo lunghissime o eccessivamente pubblicizzate, rimangono impresse proprio per la cura con cui sono state realizzate.

Ha una trama avvincente e originale. La serie parte da un’idea irresistibile: se potessi tornare indietro nel tempo e impedire l’assassinio di John F. Kennedy, lo faresti? Questa domanda etica e storica diventa la spina dorsale di un racconto pieno di tensione, mistero e colpi di scena. Ogni episodio aggiunge un tassello, e il ritmo cresce fino ad arrivare a un finale emozionante e riflessivo.

E state tranquilli perché, pur parlando di fantascienza e viaggi nel tempo, 11.22.63 non si perde in tecnicismi o paradossi: mette sempre le persone al centro. Il focus non è sul come funziona il portale temporale, ma su cosa significhi cambiare il passato, e quanto questo possa costare a livello umano, emotivo e morale. Accanto a tutto questo, non manca la componente romantica. Il rapporto tra Jake e Sadie è una delle anime più forti della serie. È un amore nato in un’epoca che non è la loro, pieno di ostacoli e tenerezza. Questo elemento dà alla storia una profondità emotiva che bilancia perfettamente la parte thriller e storica, rendendola più coinvolgente e toccante.

Punta di diamante di 11.22.63 è la ricostruzione storica impeccabile. L’America degli anni ’60 è ricreata con una cura quasi maniacale: costumi, auto, musica, pubblicità, persino il modo di parlare dei personaggi. Molti degli oggetti utilizzati sono realmente oggetti d’epoca, trovati in mercatini vintage e negozi dell’antiquariato.  Lo spettatore viene immerso completamente in quell’epoca, come se viaggiasse nel tempo insieme a Jake. È un tuffo nella nostalgia, ma anche un ritratto realistico delle tensioni sociali di quegli anni.

Inoltre, con nomi come quelli di J.J. Abrams e Stephen King dietro le quinte, 11.22.63 conta una regia e produzione di altissimo livello. La serie vanta una qualità visiva cinematografica: fotografia curata, ritmo teso, e una colonna sonora che amplifica ogni emozione. Ogni episodio è girato come un film a sé, ma tutti insieme costruiscono un racconto coerente e denso di significato.

11.22.63 non è solo una storia di viaggi nel tempo: è una riflessione sul destino, il libero arbitrio e il prezzo dei nostri desideri. Ti lascia con domande che restano nella mente ben oltre la fine, e un senso di malinconia e meraviglia difficile da spiegare. È bella perché riesce a unire storia, emozione e mistero in un modo che poche serie sanno fare. È perfetta per chi ama i racconti intelligenti, nostalgici e pieni di cuore, dove ogni scelta ha un peso e il passato non è mai davvero passato.

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Credits: Bad Robot, Warner Bros

E allora perché, se 11.22.63 è una serie di altissima qualità, non ha mai raggiunto la notorietà che meriterebbe e se ne parla così poco? Probabilmente è rimasta nell’ombra per una serie di motivi. In primis perché, nel 2016, Hulu non aveva la diffusione internazionale che hanno oggi Netflix, Prime Video o Disney+. Questo significa che è arrivata a un pubblico molto più ristretto, soprattutto fuori dagli Stati Uniti. In Italia, per esempio, è stata distribuita solo più tardi e in modo limitato. Poi, perché è una miniserie autoconclusiva e oggi le serie che fanno parlare di sé sono quelle che durano più stagioni, creano community e hype nel tempo (Stranger Things, Breaking Bad…). 11.22.63 invece è una storia chiusa in otto episodi, perfettamente compiuta ma senza continuazioni o cliffhanger per tenere viva l’attenzione.

Non è solo un thriller, né solo una storia d’amore, né pura fantascienza: è un mix di generi molto particolare. Questo la rende affascinante ma difficile da vendere al grande pubblico, che spesso preferisce categorie più riconoscibili. Quella di 11.22.63 è una storia riflessiva più che spettacolare. Pur essendo prodotta da J.J. Abrams, non punta su effetti speciali o azione frenetica, ma su dramma umano, atmosfera e temi morali. Per molti spettatori abituati a serie più veloci e visivamente forti, potrebbe sembrare troppa lenta.

La serie non ha avuto grande eco sui social e ha avuto una gestione del marketing piuttosto scarsa. Nonostante i nomi noti coinvolti (Franco, Abrams, King), la campagna promozionale è stata sobria e poco virale. E in un’epoca in cui le serie vivono grazie alla discussione online, 11.22.63 è passata quasi in sordina: apprezzata da chi l’ha vista, ma poco condivisa dal grande pubblico.

In sintesi, possiamo dire che 11.22.63 è una perla nascosta: una miniserie di qualità cinematografica, intensa e ben recitata, che però non ha avuto la spinta commerciale e la visibilità necessarie per diventare un fenomeno. Chi la scopre oggi, spesso, la definisce come una delle migliori serie conosciute, ed è esattamente questo il suo fascino: un piccolo tesoro da riscoprire, perfetto per chi cerca qualcosa di diverso, intelligente e con un’anima.

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