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Workin’ Moms – Recensione senza spoiler di una delle dramedy più longeve esistenti

Workin’ moms è una serie tv canadese che ha esordito nell’ormai lontano 2017, trasmessa inizialmente dall’emittente CBS, per poi essere acquisita da Netflix, che ha aggiunto le prime tre stagioni al suo catalogo nel febbraio 2019. Da poco è uscita la settima e ultima stagione, poiché, come ha comunicato Catherine Reithman (che oltre ad essere la creatrice della serie è anche una delle protagoniste), ogni storia deve avere una fine, e quella di Workin’ moms è giunta al termine. Quindi, dopo ben 7 stagioni, abbiamo detto addio alle mamme più irriverenti, ironiche e anti-convenzionali della TV, riconoscendogli la capacità di essersi fermate nel momento giusto, senza allungare eccessivamente la storia.

Se non avete ancora visto questa brillante serie tv, eccovi una recensione senza spoiler per recuperarla al più presto.

Workin’ moms è una boccata d’aria fresca, in cui la figura delle neo-mamme è totalmente stravolta: non troviamo mamme estremizzate, all’apparenza perfette o al contrario incredibilmente disastrose o disfunzionali. Troviamo mamme normali, non caricaturali, che vivono la maternità in modi diversi. Raccontano in modo ironico e sfacciato le condizioni in cui ci si può ritrovare dopo aver avuto un figlio, toccando anche temi molto delicati (come la depressione post-partum) in modo leggero e totalmente innovativa.

Workin’ moms (640×360)

Le workin’ moms che troviamo fin dalla prima stagione sono 5: Kate (interpretata dalla creatrice Catherine Reithman) lavora nel mondo delle relazioni pubbliche ed è alle prese con il difficile rientro dopo la maternità. Non vuole per nulla al mondo rinunciare alla sua carriera: se da un lato aspetta con impazienza una promozione che brama da tempo, dall’altro non vuole portare via troppo tempo al figlio appena nato. La difficile condizione di dover conciliare vita familiare e lavoro non è per nulla semplice, ma Kate è determinata a non dover rinunciare né a l’una né all’altra. C’è poi Anne, migliore amica di Kate, psicologa e terapeuta, che scopre di essere nuovamente incinta. Già madre di una figlia preadolescente decisamente difficile da gestire e di un bambino piccolo, non vuole avere un altro figlio. Dal carattere deciso e apparentemente aggressivo, Anne lotta contro l’opinione secondo la quale una mamma deve essere sempre dolce e gentile, mentre cerca nuovi metodi di approccio per gestire ed educare soprattutto la figlia adolescente. Frankie invece è un’agente immobiliare, neomamma che soffre di depressione post partum, condizione dalla quale riesce ad uscire grazie al supporto della moglie. C’è poi Jenny, che sembra non avere affatto l’istinto materno, invidiosa e al contempo sollevata che lo abbia invece il suo compagno Ian, che è perfettamente a suo agio nel ruolo di neo-genitore. Jenny continua a vivere la sua vita esattamente come la viveva prima di rimanere incinta, arrivando a trascurare molto presto la sua famiglia. In ultima c’è Val, mamma decisamente strampalata, organizzatrice del gruppo dove tutte le neo-mamme si riuniscono per scambiarsi idee e pareri una volta a settimana.

E’ proprio all’interno di questo gruppo in cui le mamme si riuniscono che scopriamo e conosciamo la parte più vera di loro: quando si incontrano, infatti, si sentono libere di dare voce ai pensieri più profondi, lasciandosi andare all’ammissione che essere mamme non è tutto rosa e fiori come lo descrivono i film o i libri. Essere mamme è sfiancante, stancante, a tratti orrendo, a tratti noiosissimo. Non esiste solo il lato bello: c’è un lato nascosto che ogni neomamma ha provato almeno una volta, e le nostre workin’ moms si liberano da questa idea preconcetta che tende a idealizzare il periodo di maternità.

Kate: “Ti adoro piccolo, ma la mamma deve controllare un po’ di mail. Non perché non mi interessano i tuoi progressi nel camminare, ma perché sono noiosi”.
Workin’ moms (640×360)

Gravidanze, aborti, relazioni, sesso, ruoli genitoriali e disparità di genere sono solo alcuni dei temi trattati da Workin’ moms, argomenti decisamente delicati e molto vasti, i quali solitamente vengono trattati seguendo o la strada comica, o quella drammatica. Workin’ moms invece riesce a trovare perfettamente l’equilibrio tra questi due generi, diventando di fatto una delle dramedy più longeve esistenti nel panorama seriale.

Il tono ironico è ciò che distingue Workin’ moms fin da subito, affiancato da una grande abilità di normalizzare il disagio derivante dal confronto tra i tanti e diversi modi di essere madre.