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10 motivi per cui Willy, il Principe di Bel-Air era avanti di trent’anni, trent’anni fa

Quando Will Smith registra il primo episodio de Il Principe di Bel-Air probabilmente non è consapevole di quanta strada farà, di quale carriera lo aspettasse dopo sei stagioni e il raggiungimento di un obiettivo come il recente Oscar. L’attore non poteva essere consapevole di quanto una semplice sit-com potesse essere precursore nel genere e avere il coraggio di affrontare tematiche serie in un contorno di leggerezza pur centrando sempre l’obiettivo. Ringraziamo Italia 1 per averlo trasmesso pochi anni dopo il suo avvio.

1) Women Director’s cut

Il primo episodio de Il Principe di Bel-Air è stato girato da Debbie Allen, la Lydia Grant coreografa appassionata e testarda di Fame, nonché Dottoressa Catherine Avery Fox di Grey’s Anatomy che combatte pervicacemente il cancro che l’ha colpita. Una regista donna, afroamericana, scelta a dirigere il primo episodio è già un’impronta significativa. Lo spazio alle donne registe è stato mantenuto per tutti i 148 episodi. L’80% circa è stato girato da donne.

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Willy, Il Principe di Bel Air (640×426)

2) Sguardo in macchina

Complicità, intesa, oppure un semplice sguardo da “Hey, ci siete?”. Lo sguardo in macchina è una scelta stilistica che non era propria del genere sit-com. Will Smith la usa con naturalezza sin dal primo episodio in tutte e sei le stagioni, per accrescere il legame tra il personaggio e lo spettatore televisivo, travalicare lo schermo, i bumper pubblicitari di Italia 1, e piazzarsi sul divano accanto a noi, rubandoci le patatine.

3) La quarta parete

Lo sguardo in macchina sono le picconate per abbattere la quarta parete che vede il crollo definitivo in particolare in due episodi della quinta serie. Nel sesto episodio, Will’s Misery/Ride Bene Chi Ride Ultimo Carlton, che è la vittima finale di uno scherzo che gli si è ritorto contro, corre per tutta la casa fino ad approdare ad altri set predisposti per l’episodio, passando tra il pubblico, macchine da presa e luci. Nel dodicesimo episodio Same Game, Next Season/Un Papà Invadente è Will Smith che svela la quarta parete che non c’è a seguito della battuta “If we’re rich why we can’t afford the ceiling” (Se siamo ricchi perchè non ci possiamo permetterci il soffitto?), mentre la camera sposta l’inquadratura in alto per riprendere le luci del set. Tutto questo all’inizio dell’episodio, uno sfondamento della quarta parete totalmente dichiarato.

Will Smith (640×360)

4) Rodney King

Nell’episodio 6 della prima stagione, Mistaken Identity /Rei Confessi, abbiamo la possibilità di iniziare a capire la linea di demarcazione, che non si può certamente definire sottile, tra i giustificati controlli delle forze dell’ordine e l’abuso in presenza di persone di colore. Will e Carlton devono portare una macchina del socio di zio Phil a Palm Spring e vengono fermati dalla polizia. Carlton, fiducioso ed ingenuo, riesce anche a complicare la situazione. La polizia, senza prove, li ferma come ladri di auto. Willy, che invece poteva fare affidamento su un’esperienza di strada, cercava inutilmente di suggerire a Carlton come rispondere ed anticipava le mosse successive dei poliziotti che puntualmente si avveravano. Escono grazie all’intervento di zio Phil. Carlton continua a difendere l’operato dei poliziotti ma dopo uno scambio di battute con Will e il padre inizia a dubitare. Un anno dopo la messa in onda di questo episodio, nel 1991, il fatto reale di Rodney King ha fatto storia.

5) Il genere non conta

Nell’episodio 5 della seconda stagione, Granny Gets Busy/La Sfida, nasce una scommessa tra i duo Will-Carlton e Ashley-Hilary di riuscire a completare due attività che sono normalmente ritenute di competenza del sesso opposto. Gli uomini dovranno cucire un vestito e le donne dovranno montare una cyclette. Dai reciproci sfottò iniziali, i quattro si ritrovano a dover ammettere di aver tutti vinto la sfida. Un finale di assoluta parità che diventa la parola chiave. Non è quindi una questione di genere saper fare le cose, ma di abilità, di impegno che dedichiamo ai nostri progetti.

6) Il rap nel mainstream

Il Principe di Bel-Air introduce per la prima volta il rap in un programma mainstream quale è una sit-com. Il testo della sigla Yo Home to Bel-Air è scritto dallo stesso Will Smith su musica di Quincy Jones che gli ha dato la chance della sua vita in un provino con 10 minuti di preavviso. Un ex cantante rap si ritrova a fare l’attore, una sigla rap composta da uno dei più grandi produttori musicali del momento, tutto nella stessa sit-com. Se non è essere avanti questo!

7) Identità nera parte 1

Il borghese e naive Carlton può essere considerato “meno nero” di altri afroamericani? Meno nero, poi, rispetto a cosa? Chi stabilisce il metro di giudizio? Ma, soprattutto, perché si deve giudicare? Nell’episodio 8 della quarta stagione, Blood is Thicker Than Mud/Fratello Nero Non Sei Mio Fratello, Willy e Carlton si sottopongono a tutte le prove richieste per entrare a far parte della Confraternita di studenti di colore Phi Beta Gamma capeggiata da una vecchia conoscenza di Will (Top Dog) rincontrato per caso. Carlton non viene preso perché considerato un traditore delle sue radici, perché è ricco, veste da preppy . “Being black is not what I’m trying to be. It’s what I am” (Essere nero non è quello che sto cercando di essere. Bensì quello che sono) Con queste parole, Carlton liquida Top Dog e afferma la sua identità nera.

8) Identità nera parte 2

Non basta essere neri, indossare la maglietta con il volto stilizzato di Malcom X e nascere nei quartieri poveri di Philadelphia per avere coscienza della storia degli afroamericani. Nel 17mo episodio della prima serie de Il Principe di Bel-Air, Ethnic Trip/Lezione di Storia, il nostro Willy inizia a capirlo. Per sopperire a un pessimo voto ricevuto nel test di Storia, si difende con gli zii dicendo che se venisse insegnata anche la storia degli afroamericani lui non avrebbe problemi. Zia Viv si offre di insegnarla per un mese nella sua classe, e così Willy scopre che, anche se ha letto tre volte l’autobiografia di Malcom X, se non conosce la storia che c’è dietro rischia di banalizzare la lotta di affermazione dei diritti in una maglietta da sfoggiare.

willy il principe di bel air
Willy, il Principe di Bel-Air (640×360)

9) La famiglia Banks

Bel-Air è un quartiere residenziale che accoglie celebrità tra i suoi abitanti. Gli zii Phil e Vivian che ospitano Willy sono la prima famiglia borghese di colore rappresentata in una sit-com. Fino ad allora, la famiglia nera tipo passava dai proletari Sanford & Son agli ex proletari I Jefferson. Da un sobborgo di Los Angeles a un attico nell’Upper East Side di Manhattan. Un salto carpiato per arrivare alla villa di Bel-Air. Un doppio salto carpiato con avvitamento per arrivare alla famiglia Banks, borghese con lauree, professioni intellettuali, conoscenze altolocate, famiglia afroamericana con maggiordomo inglese di colore.

10) L’ultimo chiuda la porta

Nell’ultimo episodio, Willy resta l’ultimo ad andarsene dalla casa vuota. Il grande soggiorno ormai vuoto, l’ultimo sguardo – non in macchina questa volta – la quarta parete risorge dalle proprie ceneri. Anche nel finale Il Principe di Bel-Air ha anticipato i tempi. Otto anni dopo, un altro soggiorno vuoto di mobili e sei amici lasciano per sempre il luogo che li ha visti crescere (Friends ). Will Smith torna indietro da solo per dare il suo addio al luogo che non solo lo ha visto crescere ma lo ha anche salvato da una vita precaria nel suo ruolo di personaggio televisivo. Nella realtà, quel soggiorno è stato testimone delle sue capacità d’attore che ha scoperto e nutrito per tutta la serie. Dal Principe al Re, King Richard, il film per il quale ha vinto l’Oscar come migliore attore protagonista. Peccato che per ritirarlo abbia abdicato alle buone maniere e agli insegnamenti di zio Phil.