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Una volta era Borat, dissacrante giornalista del Kazakhstan che ci portava a scavare nei meandri più nascosti e imbarazzanti della cultura americana. Poi è stato Bruno, giornalista austriaco di moda omosessuale, che aveva più o meno gli stessi intenti. Poi è stato il turno de Il Dittatore, una deviazione dal genere mockumentary che ne aveva caratterizzato lo stile sin dai tempi dello show di Ali G. Eppure una deviazione piacevole e ugualmente divertente, sempre prendendo di mira lo stesso target. Infine è arrivata la summa di tutto questo: Who Is America?

Sacha Baron Cohen ha sempre fatto ciò che ha fatto a modo suo, senza scendere a compromessi con il pubblico. Per questo si è attirato diverse critiche (e si è anche beccato una mole indicibile di cause legali in Kazakhstan). È evidente che uno così non può piacere a tutti. Eppure guardare un film o un programma televisivo ideato da lui è sempre un’esperienza estremamente pedagogica. E gli Stati Uniti ne sanno qualcosa, nel bene e nel male. Tra chi lo acclama e chi, anche questo è inevitabile, lo odia profondamente.

D’altra parte nessuno può mettere in ridicolo le controversie degli americani meglio di un inglese. A maggior ragione nell’era Trump.

Who Is America - Jason Spencer

Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska, ha espresso rabbia sui social per essere stata raggirata da Sacha Baron Cohen nella serie, definendo quest’ultimo un «malvagio, sfruttatore, malato». Jason Spencer, membro della camera dei rappresentanti della Georgia, si è dimesso dopo che in un episodio di Who Is America? ha urlato gli epiteti razzisti “neg*o” e “neg*o della sabbia”, a natiche scoperte parlando con uno stereotipato accento asiatico, in un tentativo di scongiurare potenziali terroristi.

Ancor più eclatante, sebbene senza conseguenze professionali, lo spezzone sull’attivista pro-armi Philip Van Cleave il quale ha partecipato a una campagna fittizia per armare i bambini statunitensi dai tre anni in su. La sua “giustificazione” alla mole di shitstorm che gli è logicamente piovuta addosso è stata, parafrasando, qualcosa del tipo: “sapevo che poteva essere una di quelle trasmissioni di Sacha Baron Cohen, ma sono stato al gioco per promuovere la diffusione delle armi tra i cittadini americani”.

Senza dubbio nessuno riesce a spingersi così oltre sul panorama televisivo. Forse solamente Louis C.K. nel campo della stand-up comedy ha raccolto altrettante reazioni a metà tra l’ilare e l’orripilato. Ma tutti i tumulti a ciò che Baron Cohen manda in onda da vent’anni a questa parte non sono altro che un attestato di successo al suo lavoro, ai suoi obiettivi e alla sua inequiparabile genialità. Per questo guardare un suo programma è un’esperienza, come dicevo prima, assolutamente pedagogica. Per questo egli è un artista necessario.

Che con Who Is America? è riuscito a fregarci ancora. Tutti, anche noi che – volente o nolente – continuiamo a guardare agli USA con occhi trasognanti.

Sacha Baron Cohen in questa serie ha interpretato Billy Wayne Ruddick Jr., uno studioso di estrema destra che possiede un blog complottista su internet; Dr. Nira Cain-N’Degeocello, un liberale che vuole “guarire il divario” tra repubblicani e democratici; Rick Sherman, un ex detenuto che cerca un’occasione per reintegrarsi nella società; Erran Morad, esperto anti-terrorista israeliano  che vuole istruire gli americani all’uso sconsiderato delle armi e delle tecniche militari più insulse; Gio Monaldo, un eccentrico milionario attivo nell’alta moda; OMGWhizzBoyOMG, uno youtuber finlandese.

Non tutti i personaggi da lui portati in questa serie si possono definire riuscitissimi. Però i momenti più iconici e memorabili dello show sono quelli in cui è nelle vesti di Erran Morad. Con le sue gag in compagnia di americani, per lo più repubblicani, xenofobi, sessisti e pro-armi avrebbe potuto reggere la serie anche da solo. Le sue sono le gag più raccapriccianti e, al tempo stesso, divertenti di tutta la serie. Vale la pena recuperarsi su Youtube qualche spezzone per capire veramente cosa voglia rappresentare una roba così.

Possiamo menzionare la falsa quinceanera ideata per “sgamare” i messicani introdottisi in America illegalmente. Oppure il pupazzo gonfiabile di Trump seviziato dai suoi stessi sostenitori per poter infiltrarsi all’interno di una manifestazione femminista e risultare credibili oppositori del presidente USA. Oppure, ancora, all’interno della suddetta manifestazione, comunicare con messaggi in codice presi da Girls (una serie considerata un manifesto del femminismo). Senza dimenticare il metal detector per scovare i pedofili con cui ha trollato Roy Moore, candidato al Senato in Alabama e accusato di violenze su minori.

Naturalmente Who Is America? non sarebbe una serie tv degna di questo nome senza il mega twist finale. E che twist. Non nominerò il personaggio che appare negli ultimi 5 minuti dell’ultimo episodio, vi basti sapere che è un uomo legato a uno degli omicidi più celebri nella storia degli Stati Uniti. È giusto che rimaniate sorpresi come sono rimasto sorpreso io. È giusto che, come me, possiate esclamare “Oh no! Sacha Baron Cohen l’ha fatto ancora!”. Sì, Sacha Baron Cohen l’ha fatto ancora. Ci ha fregati un’altra fo**utissima volta.