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Mercoledì 2 – La Recensione della prima parte: i colpi di scena ci sono, ma c’è anche caos

Mercoledì 2

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS della seconda stagione di Mercoledì

“Do not put me on a pedestal. The only place I will lead you is off a cliff.”

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Non sarà esattamente in palette, ma evidentemente non era questa una delle esigenze di Netflix quando ha deciso di fissare la data di uscita della seconda stagione di Mercoledì al 06 agosto. Almeno la prima parte. Perché, come sembra ormai essere diventato il trend del momento, le serie tv si sdoppiano, se non addirittura si dividono in tre o quattro parti perfino, per allungare l’attesa. E se c’era un saggio tedesco che una volta disse come l’attesa del piacere fosse essa stessa piacere, viene da domandarsi se lo hiatus televisivo non abbia un po’ stufato. Sorge, infatti, spontanea una domanda: in un’epoca del “tutto e subito” come quella che stiamo vivendo oggi, la mossa di spezzettare una stagione seriale è davvero quella giusta?

Mercoledì è stata il fenomeno del 2022, così come i Labubu sono quello del 2025.

Trovare qualcuno che non abbia visto, anche solo di sfuggita, il ballo coreografato da Jenna Ortega è più difficile che trovare un ago in un pagliaio. Dalla mente creativa e unica di Tim Burton, Netflix ci ha deliziati con uno show che ha conquistato (quasi) tutti tra ambientazioni alla dark academia e la rivincita del gotico. Pur lasciando il suo nutrito pubblico con numerose domande e un’attesa lunga tre anni.

Arriviamo quindi a questa caldissima estate 2025 che la seconda stagione disponibile su Netflix sembra voler rinfrescare con atmosfere autunnali fuori stagione e un nuovo, mortale mistero. Di ritorno alla Nevermore, Wednseday è adesso considerata da tutti un’eroina, mentre uno stalker le sta con il fiato sul collo e la vita di Enid è messa in pericolo. Più family drama, meno teen drama, anche se non manca il tocco del regista più outsider del panorama cinematografico e una certa nostalgia canaglia.

In un mondo che da sempre ha cercato di definire il “normale”, la Famiglia Addams ha scelto l’altra via. Quella dell’anomalia felice, della stranezza come valore, dell’estetica gotica come linguaggio affettivo. Nata dalla mente di Charles Addams negli anni ’30 come una serie di vignette sul New Yorker, questa singolare famiglia di eccentrici aristocratici con un debole per il macabro è diventata uno dei fenomeni culturali più longevi e trasversali del XX e XXI secolo (ecco le 10 principali differenze tra la serie e le precedenti versioni della Famiglia Addams).

La famiglia Addams nella seconda stagione di Mercoledì
Credits: Netflix

Chi è davvero la Famiglia Addams?

A prima vista, sono il contrario della famiglia americana ideale: vivono in una villa fatiscente, collezionano torture medievali, accarezzano piante carnivore, si dilettano in esperimenti e giochi pericolosi. Eppure, sotto la superficie dark, si cela il vero paradosso. Perché gli Addams sono una delle famiglie più affettuose e solidali della cultura pop. Gomez e Morticia sono una coppia appassionata, presente e affiatata. Non c’è il minimo accenno a tradimenti o alla noia coniugale, tanto da esser diventati iconici proprio per il loro linguaggio affettivo decisamente fisico. I figli, Mercoledì e Pugsley, crescono in un ambiente che incoraggia l’individualità, la creatività e persino la ribellione. Zio Fester, Mano e Lurch completano un quadro che, nella sua assurdità, finisce per sembrare più sano di molte famiglie “alla Mulino Bianco” rappresentate in tv. Ieri come oggi, aggiungiamo noi.

Simbolo stesso della comunità goth, dell’accettazione delle identità alternative e della libertà espressiva, la famiglia Addams è ciò che i fan hanno criticato più pesantemente nella prima stagione. Contrariamente agli adattamenti che l’hanno resa celebre, la serie tv Netflix ha focalizzato tutta la sua attenzione sul personaggio di Mercoledì, lasciando decisamente in disparte gli altri componenti. Escluse alcune fugaci apparizioni, tutti i membri della famiglia sono rimasti ai margini della narrazione venendo poco o per nulla esplorati.

Qualcuno deve aver preso appunti, perché la seconda stagione torna a mettere al centro la famiglia in toto. Che la ragione si nasconda dietro la minor partecipazione di Jenna Ortega (ormai impegnatissima a Hollywood) o per genuina correzione di rotta narrativa, poco importa.

I primi quattro episodi della nuova stagione di Mercoledì parlano prepotentemente di legami, di eredità e di parenti scomodi.

Temendo lo stesso destino della sorella Ophelia (sensitiva che è stata per un certo periodo in manicomio), Morticia tenta a ogni costo di proteggere la figlia dai suoi stessi poteri psichici. Ovviamente, Mercoledì, come ogni brava adolescente che si rispetti, non ascolta neppure uno dei preziosi consigli, ficcandosi in un guaio dopo l’altro. Ed è in queste interazioni madre-figlia che risiede il grande punto di forza della seconda stagione. Magari i metodi per risolvere le questioni in famiglia potrebbero risultare eccentrici a un occhio comune, ma rimane vero il profondo legame che unisce tutti i membri incondizionatamente. Morticia, Gomez, Pugsley, Lurch e Mercoledì stessa compongono un quadro gotico inquietante e intrigante che ci fa sorridere.

Prima di parlarvi un po’ del secondo main plot della seconda stagione, e di quello che non ha funzionato, non posso davvero concludere questo paragrafo sulla famiglia senza menzionare lo zio Fester. Penso che un solo episodio su quattro sia davvero un crimine nei confronti di Fred Armisen e della sua memorabile interpretazione. Tutt’al più considerata l’eredità che porta sulle sue spalle. A mani basse lo zio Fester continua a confermarsi il miglio personaggio secondario della serie tv.

“There is no we in family, only an I”

Jenna Ortega in ‘Wednesday’ season 2. Courtesy of Netflix

Occhi, corvi e una premonizione di morte (di nuovo)

Jenna Ortega aveva promesso meno teen drama in questa stagione di Mercoledì. Diciamo che si è rivelata una promessa mantenuta a metà. Si, sarà pur vero che l’assenza di Xavier e la nuova residenza di Tyler impediscano un’evoluzione nella vita romantica di Wednesday, ma non è mai stato davvero il romance il problema. Il problema è quando una trama viene sviluppata in corso d’opera o quando per riempire minutaggio si opti per storyline palesemente scopiazzate qua e là: la caccia alla bandiera nel Campo Mezzosangue di Percy Jackson? Il “un troll-nei-sotterranei-io-ve-l’ho-detto” di Harry Potter? Ditemi che non si tratta di allucinazioni da millennials nostalgica.

Esclusi, poi, questi più o meni evidenti rimandi ad altre opere, la seconda stagione presenta un altro problema evidente: il caos. Nella prima stagione, Wednesday rimaneva fondamentalmente la sola e unica protagonista, con personaggi secondari a farli da proverbiali aiutanti o antagonisti. In questa nuova tornata di episodi, la trama si dirama, introducendo varie storyline appartenenti a vari personaggi. Funziona? Non del tutto, perché quando l’occhio si espande oltre il cerchio familiare degli Addams, si intravedono diverse incrinature. Da Enid, bloccata in un triangolo amoroso inesistente, alla professoressa Capri che ha scritto “colpevole” in fronte dopo una sola introduzione. Tim Burton ha un problema con le rosse.

Per fortuna il mistero persiste, così come il carisma di Jenna Ortega. Entrambi continuano a reggere botta, anche dopo tre anni dalla prima stagione di Mercoledì.

I primi quattro episodi ripropongono nuovamente la classica struttura del whodunit. La nostra protagonista deve mettere insieme numerosi pezzi del puzzle. Nel tentativo di proteggere Enid, di rivelare l’identità della sua stalker e di salvare un po’ tutti attorno a lei. Anche se non ne ha assolutamente voglia. Wednesday non vuole essere un’eroina, le fanno ribrezzo attenzioni e adulazioni. Eppure, pur agendo egoisticamente, si ritrova ad agire per il bene comune. Come accade appunto nel sanguinoso midseason finale. La prima parte riserva alcune sorprese, morti inaspettate e prepara il terreno per Lady Gaga, ma si perde talvolta nel caotico affollamento di personaggi. Anche nel caso di Mercoledì, dunque, come la storia delle serie tv insegna, la seconda stagione segna la perdita dell’innocenza e della freschezza. Cadendo in certi tropoi (la perdita dei poteri per esempio) e cedendo alle necessità di produzione, Mercoledì non fa più tanto rumore.

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