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La vera storia di Oleg di Kiev, il nuovo carismatico protagonista di Vikings

In Vikings è interpretato dall’affascinante e bravissimo Danila Kozlovsky, attore e modello russo, ma chi era Oleg di Kiev, tra mito e realtà?

Pirotecnico, violento, un abile condottiero, un fine stratega, uno spietato vendicatore: Oleg era tutto questo e molto di più. In Vikings è diventato un personaggio centrale e le sue dinamiche e lo stretto rapporto con Ivar lo hanno reso un elemento chiave della trama di questa sesta stagione.

Non si hanno moltissime notizie certe sul suo conto perché, come per molti personaggi di Vikings, le radici della sua storia si confondono spesso col mito.

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Ignota è la sua data di nascita e, anche per quanto riguarda la data di morte, le cronache riportano il 912 o il 922, addirittura dieci anni di differenza. Era probabilmente imparentato con Rjurik, capo dei Variaghi che conquistò il potere su Velikij Novgorod e divenne il capostipite della dinastia che prende il suo nome. Rjurik che, secondo altre fonti non ha alcun rapporto di parentela con Oleg, gli affidò la reggenza della signoria nell’attesa che il figlio Igor diventasse maggiorenne.

In questo interregno, Oleg riuscì a dar via all’egemonia Rus’ che, ben presto, dilagò fuori dai propri confini.

Abile stratega e uomo politico di grande levatura, tra le sue imprese vi fu quella di potenziare la rete stradale che portava dal Mar Baltico al Mar Nero, la cosiddetta “Via dei Variaghi ai Greci“, che era di fondamentale importanza per i commerci con l’Impero Bizantino.

Oleg allargò il proprio potere a molte città slave, tra cui Smolensk, Boroviči e Černigov, ma soprattutto Kiev, che, fino a quel momento, era stata governata dai variaghi Ascoli e Dir.

Considerata fondamentale da un punto di vista strategico, trasferì la capitale da Novgorod a Kiev e, proprio per questo, viene ricordato come Oleg di Kiev.

A questo punto, con una flotta di navi da fiume, attaccò l’Impero bizantino con un enorme esercito composto da scandinavi, rus’, baltici e finnici. Per evitare il crollo totale della città, l’imperatore accettò di pagare un tributo di cento carri d’oro, olio, argento, spezie e altri materiali preziosi.

Secondo la Cronaca degli anni passati, anche conosciuta come Racconto dei tempi passati, la più antica cronaca russa, Oleg era caparbio e astuto e riuscì abilmente a evitare un tentativo di avvelenamento, gesto che gli garantì un’effettiva aura da profeta. Questa sua abilità di prevedere gli attentati sicuramente gli fece guadagnare una fama quasi mitica che ben si mescola alla sua storia, confusa tra leggenda, mito e reali fatti di cronaca.

Riuscì poi a concludere un vantaggioso accordo commerciale con i bizantini: Costantinopoli si impegnava a ospitare i mercanti russi, mentre la controparte doveva comportarsi in maniera consona in città. Si trattò, tutto sommato, di un accordo che favoriva anche l’Impero bizantino.

C’è un altro testo che parla delle gesta di Oleg: la Prima Cronaca di Novgorod, ma le due cronache sono in aperta contraddizione l’una con l’altra per molti aspetti, sia per la parentela con Rjurik, sia per la data della sua morte che per il luogo di sepoltura.

Oleg, in Vikings, si definisce profeta e i retroscena sulla sua morte (almeno, se si dà credito alla leggenda) sembrano confermare questa definizione. C’era una profezia, infatti, che aleggiava sulla sua testa: Oleg, prima o poi, sarebbe morto per colpa del suo cavallo. Lo fece quindi allontanare e, quando morì, andò a vederne il cadavere. Si chinò per ispezionare il teschio dell’animale, dal quale uscì un serpente che lo morse, uccidendolo. Non è ovviamente dato a sapersi se questa storia sia vera o meno, anche perché profezia, cavallo e serpente sono simboli, rispettivamente, di sovranità, riproduzione e guerrieri.

Alla sua morte, probabilmente nel 912, gli succedette Igor’ di Kiev.

Che lo si ami o lo si odi, in Vikings Oleg di Kiev non passa certo inosservato e anche la sua figura storica è decisamente interessante.

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