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#VenerdìVintage – Com’è nato Streghe?

Le serie fantasy sono praticamente diventate il nostro pane quotidiano, ma fino a qualche anno fa la situazione era profondamente diversa: eccettuando telefilm “leggeri” come Vita da Strega, e, il suo derivato, Sabrina Vita da Strega, dobbiamo dire grazie a Streghe e Buffy per telefilm come Supernatural o The Vampire Diaries, e quindi, come da migliore tradizione scolastica, andiamo a conoscere meglio il passato così da comprendere sempre di più il presente seriale, partendo dalla quasi diciottenne Streghe.

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Ebbene sì, Streghe diventerà maggiorenne il 7 ottobre, e noi generazione anni ’90 (che non so se ve ne siete resi conto ma cominciamo ad essere definiti Vintage, e la cosa risulta un po’ inquietante) sgraniamo gli occhi ripensando a quelle sere passate sul divano con le amiche davanti a Rai 2 trascinati dal turbinio di incantesimi, lotte, amori e lacrime di cui il magico Trio si è fatto pioniere insieme alla sua collega ammazzavampiri.

Nel 1998 la Warner Brothers Television Network cerca una nuova serie drama e si rivolge alla Spelling Television di Aaron Spelling, già produttore di serie di successo come Settimo CieloBeverly Hills 90210. La Spelling comincia ad immaginare una serie di magia ambientata al giorno d’oggi, e ingaggia la futura creatrice della serie, Constance Burge.

La necessità numero uno che si prefissa la Burge è di andare oltre gli stereotipi di cappelli a punta e scope volanti, cui comunque verrà dedicato l’episodio di Halloween della terza stagione, in cui verranno però spiegati questi stereotipi seguendo la tradizione pagana delle origini. Infatti le ricerche della Burge convergono sulla religione New Age della Wicca, ritornata in auge a partire dagli ’70 dello scorso secolo, e che riprende le antiche tradizioni pagane, o per lo meno ciò che di esse è rimasto impresso nella storia, tant’è che per la realizzazione della maggior parte di personaggi di fantasia, viene consultato un esperto di mitologia e demoni come Robert Masello, cui per esempio si devono le idee di Wendigo, Banshee e di altre creature soprannaturali analizzate nel dettaglio.
Quale appassionata di fantasy e di folklore, sono cresciuta con questa serie, e con essa, ed ovviamente con la sua collega Buffy che non si può certo ignorare, mi sono appassionata sempre di più all’argomento, e mi sono ritrovata spesso ad ammirare la precisione con cui vengono messi sulla scena certi magici personaggi, e spesso e volentieri sono molto più fedeli alla tradizione di quanto non lo siano personaggi di serie post 2000.

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Tradizione a parte, la serie nell’immaginario della Burge doveva essere molto diversa: tre ragazze qualsiasi, dotate di poteri straordinari, si ritrovano nello stesso alloggio universitario a Boston, Massachussets, ed insieme decidono di combattere le forze del male con i loro poteri, chiaramente ispirato al film “horror” Giovani Streghe del 1996, da cui, tra l’altro, è tratta la sigla stessa “How Soon Is Now”, cover dei The Smiths. Ma il produttore esecutivo E. Duke Vincent voleva qualcosa di più incentrato sul concetto di famiglia: ed ecco che le tre streghe diventano in primo luogo sorelle, che per i casi del destino si ritrovano a vivere nella loro vecchia casa di infanzia a San Francisco, ma il titolo originario “The House Of Sister” proposto da Vincent venne bocciato per il più semplice ed incisivo “Charmed”.

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Inizia dunque il casting per l’episodio pilota, cui si presentano le due migliori amiche Holly Marie Combs per il ruolo di Prue e Shannen Doeherty, che aveva già lavorato, male, con la Spelling in Beverly Hills 90210, per il ruolo di Piper. Invertiamo i ruoli e abbiamo la prima combinazione vincente della serie. Ed ecco una curiosità che in pochi sanno: per il ruolo di Phoebe si era proposta ed aveva ottenuto la parte l’attrice Lori Rom, che prima di chiamarsi fuori per motivi personali aveva girato già tre o quattro episodi, e volendo si può addirittura trovare il pilot originario su Youtube.

Com'è nato stregheUna volta entrata in campo Alyssa Milano fu necessario rifare le riprese in cui compariva la nuova Phoebe, ed è per questo che nell’arco del primo episodio soprattutto si possono osservare una serie di incongruenze, come, ad esempio, gli alberi davanti alla casa prima ricolmi di foglie e poi toccati dalla mortifera mano dell’autunno inoltrato.

Per la parte di Andy Trudeau si erano candidati da principio Brian Krause, che si sarebbe trovato ad interpretare il più fortunato ruolo di Leo, e Chris Boyd, che una volta ottenuto la parte l’abbandonò misteriosamente lasciando poi spazio al dolce detective Ted King.

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Una volta visto il pilot, Susanne Daniels dà l’autorizzazione e come si suol dire “il resto è storia”…

Il pilot venne presentato nell’estate 1998 in anteprima agli L.A. Screenings nella Città degli Angeli, cui partecipò fatalmente il responsabile dei telefilm di Rai 2, Buscaglia, che ne rimase talmente colpito da volerne immediatamente acquistare i diritti, anche se nella resa italiana sono state apportate svariate modifiche di doppiaggio, oltre che diversi tagli, soprattutto per quanto riguarda parolacce e questioni politicamente scorrette.

Come ben sappiamo, però, i casting per uno dei ruoli principali si dovette ripetere tre anni dopo rispetto all’inizio della serie. I produttori cercarono attrici già ben affermate per il ruolo di Paige, così da perdere il minor numero di ascolti possibile: contattarono Jennifer Love Hewitt (Ghost Wisperer), Tiffani-Amber Thiessen (Beverly Hills 90210), Eliza Dushku (Buffy), Mary-Luise Parker (Weeds), Soleil Moon Frye (Sabrina vita da strega), Charisma Carpenter (Angel/Buffy e che comunque avrebbe partecipato a Streghe per la durata di qualche episodio) ed altre, fino finalmente a raggiungere la bella e affascinante Rose McGowan che, nonostante le prime difficoltà, riuscì a conquistare il cuore del pubblico e dei colleghi.

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Due sono le maledizioni che hanno tormentato questa serie televisiva: la numero uno è ovviamente la più ovvia: il talento della Doeherty meritava pur un po’ di trambusto e la sua uscita di scena, tra l’altro durante uno dei tre episodi che lei stessa aveva girato (gli altri furono il finale della stagione II e l’episodio 3×14), fu sicuramente tra gli avvenimenti più shockanti e mal digeriti della serie, tant’è che l’inizio della quarta stagione fu seguito da poco più della metà degli spettatori; per ritornare ad un audience comparabile a quello precedente ci fu bisogno dell’intervento delle forze del male con il matrimonio oscuro di Phoebe e Cole ed il conseguente gran finale della quarta stagione (lacrime e fazzoletti a gogò).

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La seconda maledizione, invece, fu forse ancor più seccante: il budget rimase un problema per la produzione fin dalla quarta stagione, costringendola più volte a dover tagliare delle spese, come per esempio il potere di levitazione di Phoebe o la stessa presenza di Brian Krause, che infatti nell’ultima stagione sparisce per più della metà del tempo. Di media ogni episodio costava all’incirca 2 milioni di dollari, un prezzo altissimo per tutti gli effetti speciali, il Libro delle Ombre dipinto a mano dal peso di circa 5kg, il trucco e il parrucco vario (e per fare contenti i fan di Star Wars, sappiate che il trucco dell’alterego di Cole Turner, Belthazor, fu direttamente ispirato a Darth Maul, e lo stesso personaggio cita testualmente il grande Darth Vader nelle fatidiche parole “trovo molto seccante la tua mancanza di fede”), e per ovviare a questo problema senza sopprimere la serie intervennero sia Alyssa che Holly contribuendo di tasca propria alla produzione della quinta e sesta stagione.

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Volendo fare un po’ di gossip, in pochi sapranno della relazione tra la Doherty e Julian McMahon (alias Cole) e della bella Alyssa Milano con*rullo di tamburi*– il dolce Leo! Ebbene sì, qui si parla di scambi di coppie shockanti, soprattutto per chi, come me, ha adorato Cole e Phoebe insieme, che si classificano nella top 10 delle storie d’amore più tragiche della televisione.

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E giusto per concludere la questione gossip, indovinate quale futuro dottore si scaldò sotto le coperte, fuori e dentro la scena, con la bella Alyssa Milano? com'è nato stregheSarà che il sangue italiano dà sempre una marcia in più

La serie, ormai da molti considerata obsoleta, si classificò quarta tre le 50 serie cult del secolo e le tre ragazze vennero definite le migliori streghe della televisione da AOC Television nel 2007. Ed il successo della serie in realtà non è terminato con la famigerata porta di casa Halliwell che si chiude, ma bensì continua tutt’oggi in un fumetto (arrivato alla decima stagione) della Zenoscope, mentre Holly Marie Combs tentò la strada di uno spin-off incentrato su Wyatt e Chris cacciatori di demoni che però venne bocciato perché troppo simile alla celeberrima serie Supernatural, che ovviamente si deve considerare in debito, tra gli altri, con il magico trio.

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Sono passati ormai 18 anni dall’inizio di Streghe, ma con il magico trio noi anni ’90 ci siamo cresciuti: ci hanno trascinato in quel turbinio di emozioni, ci hanno fatto ridere ed anche più spesso piangere, ci hanno fatto innamorare di un mondo ormai dimenticato, relegato nei libri di fiabe e nel folto dei boschi, un mondo magico che non può fare a meno di esercitare sull’uomo di oggi, di ieri e di domani un’attrattiva atavica, che ci appartiene dall’inizio dei tempi. il tutto è mescolato sapientemente all’amore, all’amicizia e al senso della famiglia, una serie cui bisogna dire grazie per i sogni che ci ha donato e che continua a donarci tramite la magica eredità che ci ha lasciato.

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