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#VenerdìVintage – Pippi Calzelunghe è ancora oggi un simbolo di emancipazione femminile

Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe, per gli amici Pippi Calzelunghe, è la protagonista dell’unica stagione (e due film conclusivi) della serie tv svedese che in Italia abbiamo visto a partire dal 1970 e che oggi possiamo recuperare in tutta la sua freschezza in onda su Sky. Nata dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren, la sitcom è tratta dal suo omonimo libro per ragazzi del 1945 e racconta le avventure di una bambina che all’improvviso arriva a movimentare la vita della tranquilla e puritana cittadina svedese di Visby, situata nell’isola di Gotland, e si stabilisce nella coloratissima Villa Villa Colle insieme al suo inseparabile cavallo, che chiama zietto, e la scimmietta di nome signor Nilsson. In un immaginario dominato dalle storie di principesse che aspettavano di essere salvate dal principe azzurro in sella al cavallo bianco, Pippi il cavallo bianco (a pois neri) lo cavalca da sé e vive tutta sola in un’enorme casa facendo quello che vuole, quando vuole. Se da bambini amavate trascorrere i pomeriggi in compagnia di personaggi fuori dagli schemi come Pippi Calzelunghe – oppure i più “recenti” Daria o Pollon – avrete sicuramente sentito quell’incoraggiante invito a essere voi stessi senza paura di perseguire i vostri sogni.

Oltre alla verve irrefrenabile, alla voglia di sovvertire i dettami dell’insegnamento tradizionale e a ribellarsi in nome della fantasia e della creatività, Pippi Calzelunghe è anche un esempio di emancipazione femminile che ancora oggi, a distanza di 52 anni, ha tanto da insegnarci. Tuttavia neanche l’amatissima bimba dalle trecce arancioni è rimasta fuori dal ciclone delle polemiche in riferimento all’uso di termini razzisti e a un comportamento troppo sovversivo e diseducativo. Eppure non possiamo negare che Pippi sia stata un punto di riferimento, soprattutto per le bambine, che ci ha incoraggiato a essere noi stessi, imprimendosi così nell’immaginario collettivo come un modello universale di autodeterminazione. Proviamo a capire perché!

Indipendente e autentica

zia Prysselius

“Fai la brava, comportati da vera signorina” è un rimprovero con cui molte bambine sono cresciute fino alla nausea, almeno fino a qualche generazione fa, e zia Prysselius – la bambinaia perbenista e ficcanaso del collegio di Visby – non perde occasione di ricordarlo a Pippi con la speranza di resettare il suo animo ribelle e conformarla all’ideale di bambina modello. Ma Pippi non si lascia addomesticare e continua a vivere come crede, facendo quello che desidera e indossando quello che la fa stare bene. Eppure la sua ribellione, unita alla tendenza involontaria di combinare guai, non si traduce mai in arroganza e in supponenza, anzi, come lei stessa ci ricorda nella sigla:

Ogni volta che devo far qualcosa combino guai, ma alla fine poi vedo che son tutti amici miei.

Non appena Tommy e Annika Settergren, i due fratellini vicini di casa, irrompono a Villa Villa Colle, restano subito affascinati da questa bizzarra bambina che permette loro di fare quello che vogliono, senza mai giudicarli. L’assenza di regole potrebbe indurre erroneamente a pensare che Pippi Calzelunghe sia un invito a vivere all’insegna dell’anarchia, a dispetto di tutto e di tutti, ma non è così. Pippi sa cosa è giusto e ha un codice etico molto forte: è rispettosa, è consapevole che mentire è sbagliato (ma a volte lo fa lo stesso) ed è sempre pronta ad aiutare gli altri e a opporsi ai soprusi dei prepotenti e dei bulli. Anche se vive sola, Pippi si autodisciplina e sa perfino quando è ora di andare a letto: prima si chiede gentilmente di andare a dormire poi, se non lo fa, si sgrida con tono autoritario. Pippi è l’unica a poter decidere cosa sia giusto per se stessa, infatti non disubbidisce mai per il gusto di infrangere le regole, ma solo quando queste limitano le sue scelte. Pippi ci conquista perché è autentica: non danneggia mai il prossimo, non impone a nessuno il suo modo di vivere (al contrario accetta e incoraggia la diversità degli altri) pertanto si aspetta che nessuno imponga a lei cosa essere. Non è arrogante, ma non è neppure ingenua. Pippi è voglia di vivere pura e contagia tutti, tranne zia Prysselius e i ben pensanti, cioè coloro che vivono seguendo dei rigidi schemi morali e guardano il mondo dall’unico punto di vista corretto: il loro.

Ricca ma generosa

Tommy e Annika Settergren

Pippi Calzelunghe ha un forziere pieno di monete d’oro che spende ed elargisce come crede. La sua eredità viene dalle conquiste del padre vedovo, Efraim Calzelunghe, capitano della Saltamatta, una nave di pirati che solca i mari del Sud, nonché re dell’isola immaginaria di Taka Tuka. I soldi non li ha guadagnati da sola – è pur sempre una bambina – ma Pippi dimostra di essere economicamente indipendente poiché gestisce i suoi averi in totale autonomia. Il romanzo è stato scritto nel 1945, un’epoca in cui, anche in Svezia, di norma le donne dipendevano finanziariamente dal marito. La serie tv testimonia quanto la libertà delle donne passa anche e soprattutto per l’indipendenza economica che permette loro di vivere la propria vita e di autodeterminarsi. Però la ricchezza di Pippi non è solo nei suoi bauli e nei cassetti ricolmi d’oro: la sua è una ricchezza spirituale e una generosità senza secondi fini. Pur non avendo bisogno di nessuno, lei ama vivere in compagnia, condividere e arricchire l’altro sia con dei beni materiali (i soldi) che con quelli astratti (la sua amicizia incondizionata e le esperienze fatte insieme). Pippi affronta ogni situazione con il sorriso e il buon umore che infondono sicurezza e allegria nei buoni e un velo di disagio in chi proprio non riesce ad accettarla e non si sforza nemmeno di comprenderla.

Totalmente libera e forte

Pippi Calzelunghe 01x01

Pippi Calzelunghe è felice in quanto vive libera dai pregiudizi e da ridicole imposizioni sociali. Lei ascolta se stessa, è consapevole di cosa vuole e lo ottiene perché sa bene quel che è giusto per lei, ma il voler vivere alla sue regole implica, come abbiamo detto, una forte autodisciplina e autoconsapevolezza. Nonostante sia solo una bambina, lei è forte e se vuole è capace di ogni cosa, persino sollevare da terra il suo cavallo, un bullo e due poliziotti. Non teme di sfidare l’autorità, quando questa è repressiva e ottusa, e non perde occasione di dire ciò che pensa e di difendere i più deboli. Lei è intelligente, sincera e scaltra e non ha paura di affermare il suo pensiero anche al cospetto di adulti sconosciuti che per questo, alla fine, la rispettano e forse un po’ la temono. La forza (che nel racconto è irrealisticamente sovraumana e per questo “ci fa ridere”) va intesa però in senso metaforico. Infatti quando i suoi coetanei si stupiscono di quanto sia forte, lei li sprona a provare ad esserlo a loro volta. Per questo Pippi è una fonte d’ispirazione, soprattutto per Tommy e Annika che non a caso sono un maschio e una femmina. La ragazzina con le treccine rosse e le lentiggini, infatti, è un simbolo di emancipazione femminile proprio perché un modello di comportamento universale: tutti possono ispirarsi a lei, non solo “le femmine”, le quali tendono a ispirare e ispirarsi solo ad altre donne. Un altro punto di forza risiede nella volontà di far ridere attraverso il suo essere sopra le righe che le consente di sprigionare la fantasia in opposizione a chi vorrebbe le bambine sempre serie e composte. A lei non dà fastidio che ridiamo di lei, anzi ci incoraggia a farlo, non certo perché vuole essere derisa, ma perché ridere e divertirsi ci fa stare bene.

Da grande sarà un pirata

Pippi Calzelunghe

Pippi è consapevole di non essere una bambina ben educata, se ne rammarica e, come lei stessa confida alla mamma che ora vive in Cielo, a volte se ne vergogna. Ci prova a imparare le buone maniere, ma queste sono così noiose e poco divertenti che preferirebbe diventare una pirata circondata da altri corsari che cantano sguaiati e bevono rum, proprio come sue padre. Pippi vuole fare un “lavoro” che nell’immaginario collettivo è sempre appartenuto al mondo maschile, ma a lei questo non interessa: lei può sparare e fare le pulizie; cavalcare un cavallo e cucinare; vivere da sola ma allo stesso tempo essere circondata da tanti amici. Pippi Calzelunghe si è imposta in tutto il mondo (la serie è stata tradotta in più di 40 lingue!) come un esempio di persona libera che può fare tutto, anche volare, perché crede in se stessa e non teme di affermare la sua personalità. Anche dopo 50 anni, il suo modo di vivere risulta attuale e disarmante perché ci ricorda che per essere liberi e felici (oppure delle donne emancipate) bisogna solo avere il coraggio di accettarci per come siamo e volerci bene, anche se questo significa non corrispondere a quello che gli altri o la società si aspettano da noi.

Pippi ci ha insegnato che se vogliamo possiamo anche dormire con i piedi sul cuscino, vestirci come ci pare e indossare delle scarpe enormi che ci permettono di muovere le dita dei piedi; possiamo sognare di essere chi vogliamo, anche dei pirati, mangiare tante caramelle e avere un viso pieno di lentiggini che – come ci ricorda con determinazione – non sono affatto un difetto che va curato, ma sono un tratto distintivo che la rende meravigliosamente unica.

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