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Nostalgia di This is Us? 5 Serie Tv da vedere per curare l’astinenza

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di This is Us,Parenthood, One day at a time, Heroes, Noi, Pitch.

Con la sesta stagione abbiamo dato il nostro addio a This is Us, serie iniziata il 20 settembre del 2016 e conclusa il 24 maggio del 2022. In questi lunghi sei anni le vicende della famiglia Pearson hanno accompagnano milioni di spettatori in un viaggio durato una vita. E non solo in maniera metaforica. Chiunque abbia visto This is Us dalla prima all’ultima puntata ha vissuto con i protagonisti le loro vicende, creando un percorso. Grazie a This is Us ognuno di noi ha vissuto una vita intera nel giro di 6 anni circa. Per questo motivo dare l’estremo saluta a questa serie è ancora più difficile di quanto ci si aspettasse. È quasi come salutare una persona che ci è stata a fianco, nel bene e nel male, che ci ha sostenuto e che ci ha permesso di crescere e di capire la vita, o almeno una parte di essa. Quello che più di tutto ha fatto sì che ci si affezionasse a This is Us è stata la sua dolcezza, il suo modo di porsi nei confronti di qualcosa che è semplice e terrificante: la vita. Un tema apparentemente semplicissimo che nasconde insidie dietro ogni angolo e che This is Us ha saputo raccontare con un realismo e una genuinità tali da fidelizzare chiunque lo guardasse. Tutti, in un momento o nell’altro, si sono riconosciuti nelle vicende dei Pearson e hanno potuto empatizzare con loro. E allora, per cercare di ovviare a questa mancanza, possiamo utilizzare altre serie che condividono personaggi o tematiche, nonché produttori o registi che ci facciano dimenticare i Pearson.

1. Non solo This is Us: Parenthood

A tratti This is Us potrebbe sembrare un remake di Parenthood, o almeno per i primi momenti lo abbiamo pensato tutti. Andando avanti capiamo che non è così e che ognuna delle due serie ha le sue peculiarità che la rendono unica. Parenthood si basa sul presupposto di una narrazione completamente familiare che difficilmente si avventura fuori dal focolare. E va benissimo così. La vicenda svolta interamente con personaggi dello stesso nucleo familiare funziona, e funziona molto bene. Per l’intera durata della serie la famiglia Braverman porta avanti svariate tematiche che affrontano spesso anche questioni psicologiche tortuose, che fanno riferimento a comportamenti familiari particolari e complessi. La serie ha sicuramente un punto di forza: la realtà con cui affronta gli eventi. Nulla sembra indorato o lasciato al caso, ogni vicenda si espande senza alcun distaccamento dalla realtà. Certo è che parliamo sempre di una serie americana incentrata sulla famiglia e c’è quindi sempre una componente di drammatizzazione; altrettanto certo è, però, che Parenthood riesce ad affezionare lo spettatore e a renderlo partecipe delle vicende.

parenthood

2. Non solo This is Us: One day at a time

Andiamo sulla comedy. Perché in fin dei conti chi ha detto che una serie che nasce comica non possa restituire emozioni contrastanti e riflessioni su temi complessi come immigrazione, razzismo e famiglia? One day at a time (in Italia Giorno per giorno, serie andata in onda dal 2017 al 2020) è davvero un mix ben riuscito di leggerezza e complessità. La serie riesce in maniera semplice ad affrontare tematiche anche molto dure con un linguaggio che coinvolge tutti e che apparentemente potrebbe sembrare frivolo. One day at a time (reboot dell’omonima serie del 1975) fa ridere, i suoi personaggi sono molto caratterizzati e hanno un forte impatto sulla narrazione stessa ma allo stesso tempo, puntata per puntata, va a scandagliare stereotipi e usanze americane e latino-americane analizzandole con una lente meno incentrata sulla politica e più sulla quotidianità. Il rammarico resta per la chiusura prematura della serie: il potenziale era davvero alto ed è stato un peccato non poter continuare a vivere con Penelope, Lydia, Elena e Alex (senza dimenticarci del miglior personaggio della serie, Schneider) quelle variopinte vicende dentro quella casa piena di musica e caffè cubano che era diventata anche un po’ nostra.

One day at a time

3. Heroes

Nostalgia di Milo Ventimiglia? Se sapete a memoria Gilmore Girls e volete vederlo in panni molto più crudi, Heroes fa al caso vostro. Iniziata nel 2006 e finita nel 2010, Heroes vive esattamente nei suoi tempi e si allinea con un filone sci-fi che in quel periodo va per la maggiore. Ma se serie televisive come Smallville o Kyle XY sembrano riscrivere una storia già fin troppo conosciuta, Heroes sorprende portando avanti una narrativa fumettistica, già nella denominazione degli episodi e delle intere stagioni (rispettivamente capitoli e volumi) esattamente come nei fumetti. La trama è semplice, o almeno così appare: una cerchia ristretta di persone apparentemente comuni scoprono di avere dei poteri soprannaturali e cercano, ognuno a suo modo, di conviverci. Il tutto condito da trame e sotto trame thriller che fanno sì che lo spettatore non resti affascinato solo dalle ambientazioni particolarmente scenografiche ma anche e soprattutto dalla suspense. Così le vite di Claire, Peter, Nathan e molti altri personaggi si intrecciano dando vita ad un giallo soprannaturale che attraverso crimini, scontri e lotte di potere (nonché familiari) tiene incollati allo schermo. Purtroppo, come succede spesso alle serie che partono in maniera fin troppo eccellente, va leggermente a perdersi soprattutto nelle ultime due stagioni, molto meno caratterizzate da quella narrazione ipnotica che la definisce.

heroes

4. Noi

Remake di This is Us del 2022, andata in onda sulla Rai, Noi ripercorre le storie della serie originale in chiave tutta italiana. Sicuramente i remake partono già con un peso molto grande da portarsi dietro e hanno un’asticella molto alta da superare. Perciò, l’aspettativa su Noi era molto alta e le pretese lo erano ancor di più, soprattutto in virtù del fatto che con l’ultima stagione This is Us ha suggellato l’amore dei suoi fan. Forse per questo motivo, Noi non ha avuto il successo che si sperava. Se la forza di una serie non sta solo nella sua storia ma soprattutto nel modo in cui si racconta, Noi prova a cogliere la linea consolidata di This is Us anche attraverso una forte ammirazione per la serie di origine, cercando di renderle omaggio. La lingua italiana è sicuramente qualcosa che può fare strano inizialmente ma i temi tanto cari alla serie originale e ai suoi fan sono sempre lì, pronti a farci riflettere e soprattutto piangere. L’ambiente familiare e le sue dinamiche non sono certo qualcosa di estraneo alla narrazione tipica italiana e Noi ne è un ottimo esempio. Noi è stato sicuramente un esperimento molto atteso di eguagliare una serie molto solida e forse questo è stato il suo più grande ostacolo. La serie in sé ha tutto quello che serve per farci rivivere le avventure della famiglia Pearson e sa sicuramente rileggere la trama dell’originale in chiave italiana. Probabilmente se non avesse dovuto portare il fardello della serie madre sulla spalle, molti di noi avrebbero dato una chance più concreta alla serie, che nel suo complesso porta a termine il suo obiettivo.

noi

5. Pitch

Ginny Baker è una donna determinata, pronta a tutto. Anche a rompere uno schema insito nella società americana e non solo: il cameratismo da spogliatoio maschile. Siamo a San Diego e la protagonista Ginny è nata e cresciuta con il baseball, ed è ciò che vuole fare nella vita. Arriva la sua occasione di diventare una stella dello sport americano più amato, ma per coglierla deve affrontare un ostacolo che sembra inizialmente insormontabile: un’intera squadra di uomini. Di colpo Ginny è la prima donna a giocare nel campionato professionistico di baseball con la squadra dei San Diego Padres. Il suo non è più un sogno personale, ma diventa una conquista collettiva. Nemmeno la storyline amorosa con il suo ricevitore Mike la distrarrà dal suo obiettivo, anche se distrae decisamente il pubblico che si lascia trasportare dalla narrazione romantica. Insomma, Pitch ha tutte le carte in regola per essere una serie sul coraggio, sulla lotta e sulla determinazione. E ovviamente anche sullo sport. Si tende a scordare il tema principale soprattutto a causa della chiave drammatica in cui versa la serie. In effetti, tutti questi temi tenuti insieme dal bellissimo personaggio di Ginny Baker fanno di Pitch una serie completa, nonostante sia ad oggi solamente alla prima stagione. E se non lo avete ancora fatto, è il momento giusto di vederla e di conoscere la bellissima storia di una donna coraggiosa. E speriamo, come si vocifera, che l’autore Dan Fogelman la salvi regalandoci una seconda stagione.

pitch