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Dovete assolutamente guardare The Gentlemen, il pulp d’autore in cui eleganza e brutalità parlano la stessa lingua

ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su The Gentlemen, la serie tv di Guy Ritchie disponibile su Netflix.

Tra i titoli più visualizzati di Netflix, ce n’è uno che, da quando è sbarcato sulla piattaforma, ha mantenuto per diverse settimane una posizione fissa nella Top10 delle serie tv più viste (le nuove migliori serie secondo Hall of Series – La Comunità). Stiamo parlando dell’ultima opera del regista britannico Guy Ritchie, che ha scelto la via della serialità per rilanciarsi sul palcoscenico internazionale. The Gentlemen è un titolo vivace, brioso, elettrizzante. Ricalca lo stile del suo regista, ne porta il marchio visibile ad ogni puntata. È una storia di violenza raccontata con il tono della comedy. I personaggi sono individui loschi, gangster inesperti, figure bizzarre che esagerano nei comportamenti e faticano ad essere collocati in un universo preciso.

L’ambientazione è quel sottobosco criminale in cui la brutalità è attutita dal luccichio delle passerelle, la caccia ai soldi si consuma nelle ville sfarzose e nelle dimore di lusso dell’aristocrazia inglese e la sporcizia si mischia costantemente con l’eleganza più sfrontata. Con The Gentlemen sembra di essere tornati ai vecchi fasti di Lock & Stock – Pazzi scatenati o Snatch – Lo strappo, le pellicole che hanno lanciato il regista britannico sulla scena internazionale. Anche se lo spazio della serie tv consente di prendersi del tempo in più per dire qualcosa di diverso (e infatti Snatch è diventata anche una serie). Qualche anno fa, Ritchie è tornato al cinema con una commedia d’azione che ha pagato un po’ l’uscita in concomitanza con la pandemia. Il film è il materiale di base da cui è tratta la serie, anche se racconta tutt’altro.

The Gentleman (1200x675)

Criminali squattrinati e personaggi egocentrici sono i protagonisti di un racconto in cui sangue e violenza non mancano, ma sono filtrati dal registro della commedia.

Combattenti di MMA, droga, calci, pugni, sangue e adrenalina occupano lo schermo insieme a duchi, miliardari e boss in doppiopetto. Dell’opera originale, la serie conserva qualche tratto, ma la storia che va a raccontare è diversa. Il protagonista è Eddie Horniman (Theo James), il secondogenito di una ricca famiglia nobiliare inglese, che si è scelto come vita quella di un capitano dell’esercito mandato a presidiare le frontiere all’estero. La morte del padre in patria però, riscrive completamente il copione della sua vita. Eddie torna a casa e scopre, un po’ a sorpresa, di essere stato designato da suo padre come erede delle sue fortune. Non una grande notizia per il protagonista, costretto ad occuparsi di affari e a mettere in stand-by le proprie cose.

Ancora più orribile per suo fratello Freddy (Daniel Ings), convinto di poter ereditare tutto il patrimonio paterno e invece lasciato a sorpresa senza un penny. E con una sfilza di debiti con loschi individui sulle spalle. Freddy è il primo anello di congiunzione tra la vita agiata di due rampolli dell’aristocrazia inglese e lo spietato mondo criminale in cui incapperanno. Un mondo animato da personaggi malvagi e imprevedibili. L’imprevedibilità è uno dei grandi leitmotiv delle opere di Ritchie: una sbandata, un colpo di testa, una decisione sbagliata portano a stravolgere tutti i piani, infilando di forza i personaggi in situazioni rocambolesche.

È un po’ quello che accade a Eddie, che da capitano dell’esercito ed ereditiere raffinato si trasforma in un gangster di successo. Garbato nel trattare, spietato quando le situazioni lo richiedono.

The Gentlemen

Per tirare il fratello maggiore fuori dai guai, il protagonista di The Gentlemen accetta di portare avanti le attività segrete del padre. Attività che prevedono accordi e trattative con individui violenti e sui generis. La produzione di droga è un affare che è fonte di incredibili guadagni, ma anche di altrettanto incredibili grattacapi. È a questo punto che conosciamo gli altri personaggi di The Gentlemen, individui con una singolare propensione a mettersi nei guai. Ci sono figure quasi tipizzate, esponenti della bassa manovalanza criminale. Luridi, sporchi, sprovveduti e facilmente aggirabili, sono tutti quei personaggi che marcano la linea di confine tra il mondo dell’aristocrazia raffinata e quello della criminalità.

Poi ci sono anche i gangster moderni, figure alle quali Guy Ritchie è particolarmente affezionato. Il regista britannico si diverte a portare sulla scena uomini e donne che hanno scalato il potere criminale fino a raggiungere la vetta e ora indossano le vesti del boss moderno, quello elegante, dalle buone maniere, ma ugualmente spietato e brutale. Susan Glass (Kaya Scodelario) è uno di quei personaggi. La sua presenza in The Gentlemen è cruciale. Susan non ha forse i tratti fisiognomici di un criminale incallito, eppure è lei che gestisce il commercio di droga. E lo fa con padronanza e arguzia, impartendo ordini, comandando e mandando a morire come un vero boss della droga, perfettamente mimetizzata nel contesto.

Anche il protagonista finirà per camuffarsi bene nelle sterpaglie del mondo violento disegnato da The Gentlemen.

Ed è qui che Guy Ritchie si diverte a tirare fuori qualcosa dai suoi personaggi. Quando li strappa dal loro habitat e li scaraventa di forza in un contesto anomalo, li sottopone ad un test psicologico che fa emergere la loro reale natura. Eddie sembrava un uomo di sani principi e particolarmente ligio al dovere. Si immerge nel traffico di droga per “necessità familiari“. Lo fa quasi con spirito di sacrificio, per mettere in salvo il fratello maggiore e difendere la rispettabilità della famiglia. Il suo sembra un impegno a scadenza, preso solo per chiudere i conti con la discutibile gestione degli affari del padre e ripulire il nome della propria famiglia. Quel che però il protagonista di The Gentlemen non mette in conto è che, a fare il gangster, ci si prende gusto.

C’è un piacere perverso nello scoprirsi in grado assumere le sembianze di un boss temuto e rispettato. Egocentrismo e ambizione prendono il sopravvento in maniera del tutto inaspettata. I personaggi si riscoprono assetati di potere, disposti a tutto per mantenerlo, pronti a fare la guerra a chi vuole sottrarglielo. La componente action è una prerogativa delle opere di Ritchie, un po’ la sua cifra stilistica dai tempi di Lock & Stock fino all’approdo su Netflix. Violenza e brutalità non sono fini a se stesse. Sono chiazzate di tinte pulp, vistose e impattanti. Ma servono anche a raccontare un mondo di confine, che non è moralmente catalogabile. Un mondo in cui finiscono personaggi di frontiera, gentiluomini che sparano e contano i soldi. Che si costruiscono una morale tutta propria in un contesto in cui i buoni sono sempre meno riconoscibili e i cattivi si presentano sotto un’infinità eterogenea di vesti.

La violenza di The Gentlemen non inorridisce, anche se in alcuni casi può sembrare addirittura raccapricciante.

Il registro comico della serie la rende un mezzo con cui intrattenere il pubblico. Violenza e brutalità diventano espedienti con i quali raccontare una storia storia bizzarra ed esagerata, nella quale i personaggi scoprono una parte di sé alla quale non avrebbero dato mai credito. La serie Netflix è bella da guardare proprio perché diverte, al di là di qualsiasi sottotesto vi si possa leggere dietro. Dopo un periodo un po’ difficile per il suo autore, The Gentlemen sta invece segnando il rilancio di Guy Ritchie, che ci ha abituati a storie violente, piene di sangue, spari, macchine che sfrecciano, inseguimenti, combattimenti corpo a corpo, pugni, calci, uccisioni improvvise.

La popolarità della serie, data soprattutto dalla vetrina di Netflix, ha consentito anche alla critica di riscoprire il valore del regista e di parlare di questo prodotto come di un vero pulp d’autore. Non c’entra Tarantino, anche se i rimandi di The Gentlemen ad una certa cinematografia americana sono tanti. La via con cui Ritchie sceglie di mettere sullo schermo la brutalità di certi contesti criminali moderni è una via che gli consente anche di sperimentare e di mettere sotto pressione i propri personaggi. La serie resta consigliatissima da guardare per gli amanti delle dramedy action. Ma anche un pubblico più eterogeneo sta dimostrando di apprezzare il titolo, al punto che è considerato uno dei nuovi prodotti che potrebbero segnare il rilancio della piattaforma.