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The Four Seasons è la serie Netflix che ci fa ridere, piangere e riflettere sulle amicizie che ci accompagnano per tutta la vita

The Four Season è una delle migliori serie tv di maggio

ATTENZIONE: l’articolo può contenere spoiler sulla serie tv Netflix di Tina Fey!

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Immaginate di avere un gruppo di amici da oltre vent’anni. Quegli amici veri, con cui avete condiviso le prime cotte, le crisi esistenziali, i trionfi e le rovinose cadute, il primo lavoro e il primo (e forse anche l’ultimo) mutuo. Ora immaginate che, da allora, ogni stagione dell’anno sia diventata occasione fissa per una vacanza insieme. Una tradizione che diventa rito, rifugio, un’ancora di salvezza: questa è The Four Seasons. Ma poi succede l’imprevedibile: uno di voi si separa dopo 25 anni di matrimonio e arriva in vacanza con una nuova compagna, giovane e frizzante. Gli equilibri saltano, le crepe si allargano. E voi siete nel mezzo.

Benvenuti in The Four Seasons, la commedia drammatica creata da Tina Fey, una miniserie approdata su Netflix il 1° maggio 2025 con una prima stagione composta da otto episodi da circa mezz’ora ciascuno. E no, non si scrive The Fous Season, come qualcuno potrebbe pensare dopo averli visti tutti in una notte.

The Four Season è una delle migliori serie tv di maggio
Credits: Netflix

Una vacanza per ogni stagione e per ogni crisi

La serie racconta la storia di tre coppie legate dai tempi dell’università, che da vent’anni si ritrovano ciclicamente per vivere insieme una vacanza ogni stagione. Un equilibrio che pare incrollabile, finché Nick (interpretato da uno strepitoso Steve Carell) annuncia il divorzio dalla moglie Anne (Kerri Kenney-Silver) e presenta Ginny, la sua nuova compagna molto più giovane, come nuova ospite del gruppo.

È l’inizio della fine? O forse dell’inizio di qualcosa di nuovo? Ogni episodio riflette sulle relazioni: l’amicizia che resiste (o no), l’amore che cambia forma, la paura di invecchiare e quella – ben peggiore – di rimanere immobili.

Ironia e dolore, verità e risate

Ciò che distingue The Four Seasons da molte altre serie contemporanee è la sua straordinaria capacità di far coesistere leggerezza e profondità senza mai scadere nel patetico o nel cinismo. L’ironia che pervade ogni episodio non è mai gratuita, ma nasce da una verità emotiva autentica: ridiamo perché ci riconosciamo, perché sappiamo cosa si prova a sorridere anche quando si ha il cuore in subbuglio. Tina Fey riesce a calibrare alla perfezione i tempi comici e le pause emotive, costruendo dialoghi taglienti che scavano in profondità senza mai perdere ritmo o umanità.

La serie è ricca di situazioni esilaranti, ma ogni risata è intrisa di significato. Un commento sarcastico tra vecchi amici, un brindisi fuori luogo, una gaffe che rivela una ferita nascosta: ogni scena ha più strati, e lo spettatore si ritrova spesso a sorridere con un nodo in gola. È qui che risiede la vera forza narrativa dello show: nella capacità di mostrare la fragilità umana con onestà, ma senza mai perdere la tenerezza. Gli attori – da Steve Carell a Colman Domingo – incarnano questa ambivalenza emotiva con una naturalezza sorprendente, regalando momenti di autentica empatia.

Una vacanza per ogni stagione

La struttura narrativa della serie – con due episodi dedicati a ciascuna stagione dell’anno – non è solo un espediente temporale, ma un vero e proprio dispositivo simbolico. Ogni vacanza diventa una tappa in un viaggio interiore, un’occasione per mettere a nudo i sentimenti e per ridefinire le relazioni. L’estate porta con sé la spensieratezza e i malintesi sotto il sole; l’autunno, con i suoi colori malinconici, segna i primi cedimenti nelle certezze del gruppo; l’inverno è gelido non solo per il clima, ma anche per le distanze emotive che emergono; infine la primavera – come da tradizione – porta nuove fioriture, ma anche l’imprevedibilità del cambiamento.

In ciascuna di queste stagioni, i personaggi affrontano una loro piccola “rivoluzione privata”: chi si rende conto di non amare più il proprio partner, chi scopre il bisogno di ricominciare da zero, chi prova a chiedere scusa dopo anni di silenzio. La vacanza, da momento di evasione, si trasforma in uno spazio sospeso dove tutto può accadere – anche ciò che nella vita di tutti i giorni resterebbe sepolto sotto la routine. Questo schema stagionale accompagna lo spettatore in un ciclo che non è solo meteorologico, ma emotivo e umano: nascita, crisi, morte simbolica e, forse, rinascita.

The Four Seasons
Credits: Netflix

Un racconto che continua

Con un formato originale che struttura l’intera stagione in base al calendario delle vacanze stagionali, The Four Seasons si muove con grazia tra l’intimità del quotidiano e la grandezza dei sentimenti universali. Ogni coppia vive la propria crisi, ma ciò che davvero colpisce è il modo in cui le interazioni di gruppo riflettono dinamiche familiari reali: il sarcasmo che maschera l’affetto, le piccole vendette passivo-aggressive, i silenzi più fragorosi delle urla.

Il finale della prima stagione è tutt’altro che conclusivo. Il personaggio di Ginny – apparentemente inserito come elemento destabilizzante – si rivela molto più profondo e umano del previsto. Non è solo la “giovane fidanzata nuova”, ma una presenza che costringe tutti a guardarsi allo specchio e a fare i conti con ciò che sono diventati. Le sue frizioni con Anne, la rivalità con le altre donne del gruppo e il tentativo di farsi accettare in un cerchio che la considera un corpo estraneo, sono uno degli archi narrativi più interessanti della serie. E poi c’è Nick, che cerca di reinventarsi a quasi sessant’anni e finisce col non riconoscersi nemmeno più.

Ci sarà una seconda stagione?

Se una seconda stagione ci sarà – e ce lo auguriamo – potremmo vedere le conseguenze di scelte difficili, nuovi equilibri e, magari, qualche riconciliazione che ci farà commuovere. Sarebbe un peccato lasciare tutto in sospeso proprio adesso che ci siamo affezionati così tanto a questi personaggi. The Four Seasons non è solo una serie ben scritta e ben recitata. È una riflessione sul tempo che passa, sugli affetti che restano e su quelli che si perdono per strada. È uno specchio per chi ha superato i 40, ma anche una lezione per chi è più giovane e crede che tutto resti com’è. Spoiler: non è così. Eppure, c’è bellezza anche in questo.

La vera forza della serie sta nella sua capacità di parlare al cuore dello spettatore con semplicità, senza retorica. Non ci sono grandi colpi di scena, né eroi tragici. Ci sono solo persone normali che provano a essere felici, anche quando tutto sembra cospirare contro. E forse, oggi più che mai, è proprio questo che abbiamo bisogno di vedere.

The Four Seasons
Credits: Netflix

Un invito a guardarla (e a viverla)

In un panorama televisivo spesso dominato da supereroi, distopie o drammi iperbolici, The Four Seasons è un piccolo miracolo di equilibrio e umanità. È la serie perfetta da guardare con un amico, un partner o anche da soli, con un bicchiere di vino e qualche pensiero che si fa strada tra una risata e una lacrima. E quando i titoli di coda scorrono sull’ultimo episodio, è difficile non provare un pizzico di malinconia. Ma anche una voglia irresistibile di riprendere il telefono e mandare un messaggio a qualcuno che abbiamo amato, o che forse non abbiamo mai avuto il coraggio di amare abbastanza. Noi vi lasciamo con un altro approfondimento sulla dramedy firmata dalla penna di Tina Fey.

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