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Ted Lasso: o meglio, ciò che ti capita mentre cerchi altro

Succede che Xbox ti regali tre mesi di AppleTv gratuito. Succede anche che, nonostante le serie tv arretrate infinite, decidi con assoluta naturalezza di scofanarti l’intero catalogo neppure fosse una confezione di cioccolatini. Succede poi che tra le tante serie tv che divori una dopo l’altra te ne capiti una che si chiama Ted Lasso. Gli altri membri della setta “Divoratori seriali” te l’hanno consigliata più e più volte ma non l’hai mai presa seriamente in considerazione. Sia perché è una comedy – genere con il quale non hai ottimi rapporti- sia perché parla di calcio, sport dignitosissimo ma addirittura farci uno show? Insomma, ogni scusa è buona per passare oltre e iniziare qualcos’altro. Poi il catalogo si esaurisce (ti vergogni anche un pochino della velocità con cui succede) e Ted Lasso ti guarda dall’alto del suo poster sorridente, con i baffoni e il pallone in mano. Allora fai spallucce e premi play.

Ed è così che dopo tre stagioni ti rendi conto dell’enorme perdita che stavi per sfiorare nel non avere iniziato prima Ted Lasso.

Ted Lasso (640×360)

Cominciamo subito con il presentare Ted Lasso. Chi è il personaggio interpretato da Jason Sudeikis e inventato da lui stesso, ormai tanti anni fa, per uno sketch fatto e finito? Ted Lasso è un coach di football americano chiamato in Inghilterra per allenare una tanto sfortunata quanto storica squadra di calcio: AFC Richmond. Con questa premessa chiara in mente, immaginate adesso la situazione tragicomica che si viene a creare, fin dal primo episodio, all’arrivo di un allenatore americano che non ha assolutamente idea di come funzioni il calcio. Il calcio quello vero. Quello europeo.

D’altronde la scelta di assumere Lasso non è stata affatto casuale, dato che dietro si nasconde il desiderio da parte di Rebecca Welton di veder fallire la squadra dell’ex marito. Insomma una vendetta da servire ghiacciata che però non va come previsto. Così come tutti gli altri personaggi che gravitano attorno a Ted, anche Rebecca rimane inevitabilmente toccata dall’ ottimismo dirompente di quest’uomo. Ed è proprio nel pensiero positivo che si nasconde la chiave del successo di questa serie tv. Letto in questi termini potrebbe scappare un’alzata di occhi al cielo. Comprensibile. D’altronde ne abbiamo abbastanza piene le tasche di self made guru e politicamente corretto e via dicendo. Il punto è che la positività trasmessa da Ted Lasso ai suoi colleghi e a noi pubblico non è una mera illusione ottica di bicchiere mezzo pieno ma un vero e proprio calice di vino traboccante.

Rebecca e Ted (640×351)

Man mano che gli episodi procedano ti sorprende sempre di più accorgerti di come la fiducia di Ted nel prossimo sia genuina, di come il suo altruismo non sia una semplice ostentazione e di come i suoi valori siano nobili nel vero senso della parola. Piano piano ti rendi conto di aver di fronte agli occhi, forse il personaggio moralmente migliore che la tv ti abbia mai offerto. E la cosa ti sorprende. Perché tra i vari Don Draper, Tony Soprano e Walter White del caso non ti sei mai resa conto che hai aspettato con il fiato sospeso, per tutto questo tempo, un personaggio come Ted Lasso. E no, non ho citato figure maschili per caso.

La serie tv riesce abilmente a ribaltare lo stereotipo maschile dell’uomo dall’aura inscalfibile. Aura che, scopriamo ben presto, non esiste. Gli uomini sono finalmente raccontati anche nelle loro fragilità che non intoccano la loro apparenza ma anzi la arricchiscono. Una direzione che acquista molta più profondità di senso perché il contesto è quello sportivo. Il mondo dello sport è pregno di maschi alfa che come tali devono mostrarsi al mondo. Pena l’apocalisse. In tal senso, quindi, Ted Lasso abbatte ben due stereotipi, che poi sono lo stesso ma radicati in due realtà spesso distanti fra loro, fino a questo momento: serie tv e sport.

Jamie Tartt è solo all’apparenza il classico calciatore belloccio e sciupafemmine. Dietro questa facciata dalla mascella scolpita c’è in realtà un caleidoscopio di sentimenti.

Jamie Tartt (640×360)

Stesso discorso vale per tutti gli altri uomini dello show. Compreso il nostro caro Ted. Un uomo estremamente sensibile e generoso ma, allo stesso tempo, ferito nel profondo da un trauma familiare che non ha mai affrontato. Dinanzi al dolore, però, Ted risponde inaspettatamente con la dolcezza contraddistinguendosi all’interno di un panorama, non solo seriale, in cui “porgi l’altra guancia” è un concetto ormai passato di moda. Il percorso personale di Ted si incrocia con quello di personaggi altrettanto feriti ma che hanno reagito in maniera dura. Il coach fa breccia nel loro cuore così come nel nostro mostrandoci un’alternativa alla rabbia e all’invidia. Anche nei momenti più difficili, anche di fronte ai torti subiti, Ted risponde sempre e soltanto con il perdono.

Alla fine di questa breve ma intensa partita, Ted Lasso ci rimane avvolta addosso come una copertina di linus. Pronta a tenerci al caldo e al sicuro quando prendiamo schiaffoni dalla vita.