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La terza stagione di Ted Lasso è stata finora all’altezza delle altre due?

Nel momento in cui scrivo, Apple TV+ ha trasmesso il settimo episodio della terza stagione di Ted Lasso. A poco più della metà di questo terzo giro è permesso un bilancio ragionato, ci sono sufficienti elementi per una critica ragionata ma soprattutto sentita. Ted Lasso è una serie che si assapora come un piatto semplice, che ti fa provare il senso di casa nel suo gusto. Ecco, nella terza stagione il senso di casa non si trova in tutti i bocconi, come se ci fosse un piccolo cortocircuito gustativo. Alla prima lettura la lista degli ingredienti è la stessa, lo chef anche, sono cambiati solamente i tempi di cottura. Gli episodi arrivano a superare i 50 minuti, mentre nelle precedenti due stagioni duravano circa 30 minuti. La narrazione si è allungata e questo non è necessariamente un pregio o un difetto a priori, dipende dal contenuto.

Soli insieme

Ted Lasso (640x360), Fifa 23
Ted Lasso (640X360)

Cos’è cambiato in questa serie Apple TV+? Finora si sono persi i rapporti tra i personaggi, le interazioni tra i vari protagonisti di questa serie corale che ha in Ted Lasso l’iniziale catalizzatore, l’innesco per accendere le peculiarità di ognuno e di stabilire dei contatti, dei legami. In questa terza stagione sono tutti attaccanti, ricevono la palla e la giocano in solitaria senza avere in mente la porta avversaria. Coach Ted, il nostro allenatore americano in trasferta che potrebbe cambiare mestiere e diventare semplicemente un motivatore, l’amico che riesce sempre a trovare la frase giusta quando sei giù di morale, il nostro Ted si trova a fare i conti con il pensiero del figlio lontano, se sia ancora giusto lasciare un oceano di distanza tra loro, e con la scoperta che la (quasi) ex moglie sta frequentando il loro terapista di coppia.

Il Richmond continua a perdere come lui sta perdendo l’ultima speranza che il suo matrimonio si possa ricompattare. A volte crederci non è abbastanza. L’arrivo di Zava (Maximilian Osinsky), il personaggio costruito su misura per somigliare a Zlatan Ibrahimovic, distoglie ancora di più dalla narrazione corale e si concentra troppo sulla sua figura che ha un’ascendente di profonda devozione su tutti i compagni di squadra eccetto Jamie Tartt (Phil Dunster). Ted Lasso (Jason Sudeikis) con la mente già offuscata dalle sue ansie personali, si nasconde ancora di più alla vista della squadra e anche della nostra. Keeley (Juno Temple) che fungeva da pinball wizard tra tutti i protagonisti e interagiva con ognuno rimandando ad un altro, è chiusa nel suo nuovo ufficio da PR dopo la rottura con Roy Kent (Brett Goldstein), la vediamo effettivamente quasi sempre dietro la sua scrivania o sul divano dello studio.

Si vede di meno con la sua migliore amica e proprietaria del Richmond Rebecca (Hannah Waddingham) concentrata com’è con la sua nuova vita e relazione gay con la ricchissima Jack Denvers (Jodi Balfour) che finanzia la sua agenzia. Rebecca si trova quindi da sola quando vorrebbe condividere con Keeley il risultato delle analisi per controllare la sua fertilità stimolata dalle parole della sensitiva che le ha forzosamente presentato la madre.. Allontanatosi ed isolatosi di propria volontà scegliendo di allenare il West Ham, la squadra dell’ex marito di Rebecca, Nate Shelley (Nick Mohammed) sente fisicamente la solitudine che pensa di combattere con i successi della squadra che comunque non bastano a colmarla. Tante piccole storie solitarie che vengono vissute senza ulteriore condivisione, tessere di un puzzle che non si delinea, almeno fino alla settima puntata.

Jamie & Roy

Ted Lasso (1200X675)

Proprio alla virata della metà degli episodi, al sesto, Sunflowers, le uniche tessere del puzzle che sono rimaste unite nell’attesa di ricongiungersi alle altre, sono quelle di Jamie Tartt e Roy Kent. Nemici/amici di vecchia data, dall’essere stati insieme a Keeley in tempi separati ma successivi a non avere niente in comune se non la capacità sportiva, i due si ritrovano ad Amsterdam, per la trasferta della squadra, a condividere segreti e fragilità, a spronarsi a vicenda per superarli. Erano gli unici scettici nei confronti di Zava che li lascia in pieno campionato, gli unici rimasti fedeli a loro stessi pur essendo maturati. Il burbero e accigliato Roy che ammette di non sapere andare in bicicletta, il palestrato egocentrico Jamie che gli insegna. Reinterpretano Don Chisciotte e Sancho Panza in ruoli non definiti, come il calcio totale che scopre Ted Lasso, cercando i mulini a vento nella notte olandese.

Vedremo nei prossimi episodi su Apple TV+ se le molte solitudini torneranno a connettersi, scambiandosi anche i ruoli e portando a casa, alla fine, una buona stagione. Nel calcio e nelle serie tv bisogna saper aspettare.