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6 personaggi delle Serie Tv comedy che hanno fatto di tutto per farsi odiare

Spesso le commedie vengono approcciate nella sola speranza di un po’ di spensieratezza, ma in alcuni casi il risvolto può essere inaspettato. Nonostante lo scenario delle serie tv di tale genere si componga per lo più di atmosfere radiose e liete, in ciascun racconto seriale possono sussistere figure sviluppate in maniera differente. Pur essendo contesti caratterizzati da ritmi e stili narrativi più positivi e allegri, in ciascuna narrazione possono collocarsi dei personaggi che interferiscono nel sereno scorrere del racconto. Col tempo il mondo dell’intrattenimento audiovisivo ha proposto una moltitudine variegata di volti verso la quale sviluppare sentimenti e opinioni di diverso tipo. Mentre a prevalere e a cogliere la principale attenzione e il favore dell’audience sono solitamente i personaggi positivi, esistono allo stesso modo dei caratteri che, in virtù delle proprie azioni e/o osservazioni, hanno conquistato i riflettori.

Nonostante lo spazio che questi sono riusciti a guadagnarsi, le ragioni alla base del proprio merito non sono particolarmente brillanti. A fronte dei tratti di cui si compongono, questi sono personaggi che col tempo hanno fatto e stanno facendo di tutto per farsi odiare. Si tratta di figure talmente spigolose da avvinghiarsi inesorabilmente alla mente di ciascuno. Seppur non siamo in grado di empatizzare con questi, non siamo neppure capaci di ignorarne l’essenza. Pur essendo titoli dal grande riscontro, la presenza di tali personaggi con umorismo più o meno marcato può veramente influenzare l’esperienza fruitiva. Tra questi rientra anche uno dei volti dello show NBC Superstore che, proprio a fronte della sua magnetica fastidiosità, si è conquistato un ruolo sempre maggiore all’interno della trama.

Proprio in virtù di quanto portato all’attenzione, in diversi contenuti comici per la televisione ritroviamo soprattutto dei personaggi che, con le migliori o peggiori intenzioni, hanno fatto e stanno facendo di tutto per farsi non incontrare la simpatia del pubblico. Spesso, la tensione irresistibile di alcuni contenuti si basa proprio sulle dinamiche che alcuni di questi sono in grado di originare, soprattutto se ricoprono ruoli antagonisti. Che siano battute infelici, pensieri non propriamente condivisibili o azioni che determinano le sorti della storia, molte sono le ragioni per la quale anche il panorama delle comedy non si esime dal veicolare figure che non riusciamo proprio ad amare, ma neppure a dimenticare a fronte dell’incisiva personalità di cui si dotano.

A partire proprio da Marcus White di Superstore di seguito sono riportati i 6 personaggi delle Serie Tv comedy che hanno fatto e stanno facendo di tutto per farsi odiare.

1) Marcus White – Superstore

Marcus è il direttore del magazzino del supermercato fittizio Cloud 9 di Superstore. E’ un ex-detenuto dalla bocca larga. Estremamente diretto nel modo di porsi e comunicare, Marcus è onesto in modo disarmante, dando voce a pensieri difficilmente condivisibili. Non è particolarmente brillante e mentalmente lucido, ragione per la quale i concetti che esprime sono spesso conservatori e rudi. Ha una comicità propria molto, forse troppo, sottile per poter essere apprezzata a cuor leggero, il confine è labile, soprattutto quando si parla di un umorismo che gioca col politicamente scorretto. Marcus enuncia la propria verità e non ha paura d’esser giudicato, andando oltre la morale socialmente condivisa. Non pensa di poter essere anche minimamente offensivo: la sua ignoranza e sprovveduta confidenza nel dire tutto con grande sincerità lo rendono un personaggio utilizzato soprattutto per riempire spazi con battute fuori luogo, rendendolo l’unica figura che stona nel piacevole mondo di Superstore. Nella grande critica sociale della serie tv al sistema americano e al suo consumismo, Marcus impersona le voci medie politicamente disinteressate e conservatrici della realtà statunitense ed è proprio per questo che, nella sua geniale rappresentazione, risulta complesso empatizzare col personaggio.
E’ freddo nel modo di porsi coi colleghi, ma è probabilmente dato dal fatto di essere il più outsider del nucleo dei principali di Superstore. E’ un personaggio fatto intenzionalmente per essere sgradevole agli altri e al pubblico stesso, pur incontrando comunque il favore di chi ne apprezza la costruita comicità.

2) Tammy Swanson II – Parks and Recreation

Tammy II è la seconda moglie di Ron Swanson, personaggio cardine della sitcom statunitense Parks and Recreation. E’ una figura fuori dagli schemi, folle in tutti i sensi possibili. E’ possessiva e vendicativa: è ancora innamorata (o convinta di esserlo) dell’ex-marito, per questo entra ed esce dagli episodi con l’intento di riconquistarlo. Abile seduttrice e conscia dell’ascendente che esercita ancora sul povero Ron, Tammy riesce spesso a farlo proprio almeno per qualche ora. Quando è in sua compagnia, l’uomo ne subisce totalmente l’influenza e diviene una persona nuova in senso negativo: commette reati, crea caos e compie scelte discutibili. La donna è tenace e fuori controllo, è disposta a tutto e mette in atto folli azioni per riprendersi il compagno, è persino disposta a ricorrere alla violenza. E’ spietata: non è veramente innamorata, vuole solo sfruttare Ron e vederlo fallire, ridurlo in miseria.
Lo intrappola in un tira e molla tossico e persuasivo che non fa altro che deteriorare costantemente lo stato psicologico e emotivo del direttore del dipartimento. Ogni volta che Ron cerca di placarla attraverso un confronto civile, nel giro di poco tempo è nuovamente soggiogato e portato ad atti estremi, come quello di tagliarsi gli iconici baffi. In sostanza, è un personaggio invasivo, violento, folle e senza rispetto per l’opinione altrui, è solo focalizzata sul raggiungere i propri scopi. Proprio a fronte di ciò, Tammy II alimenta costantemente le dinamiche narrative con tanti aneddoti sulle cose spaventosamente contorte che ha fatto per perseguitare il disperato uomo.

3) Pierce Hawthorne – Community

Community

Per Pierce essere cresciuto in un ambiente lussurioso e aver vissuto una vita agiata ha come esito il fatto che questi abbia passato buona parte della sua esistenza solo. Come conseguenza, non è particolarmente agile con le norme sociali ed è dotato di un grande ego con cui sovrastima le proprie capacità proprio a fronte della vita in discesa che ha sempre avuto. Per via dell’educazione chiusa ricevuta, Pierce ha interiorizzato valori bigotti e che si riflettono in battute a sfondo sociale non politicamente corrette. Il sottile umorismo del personaggio non lo rende facilmente apprezzabile. La disinvoltura con cui interviene nei dialoghi con osservazioni fuori luogo e spesso aberranti lo rende spesso inopportuno e difficile da sopportare. I suoi pensieri non vengono espressi in maniera moderata: non ha tatto e comunica direttamente ciò che pensa nel bene e nel male.

I say things others won’t. That has value.

E’ spesso inconsapevole della natura offensiva delle proprie esternazioni e azioni. Non è conscio dei valori controversi, della misoginia, del razzismo e dell’omofobia che gli sono stati inconsciamente inculcati durante l’infanzia e ne sono la prova le sue ingenue reazioni: non coglie che cosa abbia detto o fatto di male.
Il malsano rapporto col padre si riflette nel personaggio che nonostante l’età non ha ancora superato i traumi del passato e ha assorbito una mascolinità tossica che si esterna nel suo modo di rapportarsi con gli altri e di esprimere sé stesso. Come per Marcus di Superstore, i personaggi politicamente scorretti sono spesso difficili di sviluppare proprio in virtù della sottile linea che divide umorismo e offesa, in più occasioni Pierce è oltre le righe proponendo interventi fastidiosi e duri da digerire che lo rendono una figura spigolosa e controversa nel mondo delle indisturbate comedy.

4) Gabe Lewis – The Office

Noioso, puntiglioso, ingessato: questi e molti altri sono i modi che si possono utilizzare per descrivere il grigio Gabe di The Office, entrante in scena sin dal primo momento con un ruolo non propriamente amabile sia per gli altri personaggi dello show che per il pubblico stesso. Viene introdotto nella sesta stagione come rappresentante delegato della Sabre e della CEO Jo Bennett, simboleggiando dunque dal principio i poteri alti e ricoprendo le vesti di una figura seria e non gradita dai dipendenti.
Non sembra mai completamente a suo agio, non è in grado di essere un buon leader e di farsi prendere sul serio. I suoi tentativi di farsi valere si rivelano costantemente dei fiaschi ed è costantemente ignorato (giustamente) dal resto dell’ufficio. E’ insicuro, cerca di tenere tutto sotto controllo e allo stesso tempo di non turbare gli animi di nessuno, proprio per questo procede cautamente in modo poco disinvolto e naïf. A questo si aggiunge anche la sua apparenza fisica che ne amplifica l’incomodità sia visiva che interiore percepita dal personaggio, sottolineando il modo disagiato che questi ha di gestire i rapporti interpersonali. E’ alla costante ricerca di approvazione e tenta soprattutto di soddisfare a tutti i costi la CEO risultando ancora più sgradevole.

La sua figura composta e dedita al lavoro fa decisamente attrito con gli sciolti personaggi primari di The Office che abbiamo imparato ad amare nelle stagioni che ne hanno preceduto l’ingresso nella storia.

Come se non bastasse quanto avviene sul posto di lavoro, anche fuori dall’ufficio Gabe non riesce a mostrarsi come un personaggio apprezzabile. E’ un fidanzato possessivo, poco attento ai bisogni ed effettivi interessi della compagna. E’ egoista e prepotente con la povera Erin, come quando la sfida e batte puntualmente a scarabeo per scegliere il film da vedere al prossimo appuntamento.

5) Il Reverendo – Unbreakable Kimmy Schmidt

La stragrande maggioranza dei racconti seriali compone la sua storia di figure antagoniste che alimentino le dinamiche della trama. Nell’allegro panorama delle comedy, uno dei nemici più subdoli e oscuri è il Reverendo Richard Wayne Gary Wayne, colpevole di aver rinchiuso quattro donne per quindici anni in un bunker sotterraneo. Indotte con l’inganno a rifugiarsi nel sotterraneo per scappare da un’imminente apocalisse, l’uomo si è preso gioco delle ragazze per molti anni, sfruttandole e plagiandole. In grado di corrompere le menti, soprattutto quelle più sensibili come quella della giovane Kimmy Schmidt, l’uomo è in grado di manipolare gli altri e cavarsela spesso indisturbatamente.
Predicandosi il nuovo profeta, sfrutta a proprio piacimento i dettami della religione cristiana per ottenere ciò che desidera. Nonostante sia ritratto con l’umorismo oltre le righe che caratterizza Unbreakable Kimmy Schmidt, quella del Reverendo è una figura macabra che segue e tortura psicologicamente la protagonista. E’ la causa dei suoi traumi e, anche una volta fuori dal bunker, continua a non dare pace alla giovane. Anche dal carcere continua a comparire nella storia tormentando i personaggi con la sua influente personalità.
Nel periodo di reclusione ha tratto un vantaggio totale dalle donne, sfruttandole per il proprio tornaconto personale, per i propri scopi e piaceri sessuali. Grazie alla totale devozione ottenuta ha dato vita a una vera e propria setta che ha totalmente tagliato fuori dalla società le quattro ragazze, convincendole ormai di essere le uniche sopravvissute al mondo e facendo loro credere che l’esterno non sia ancora vivibile.

Il Reverendo non rinuncia mai a entrare in scena, proprio per questo lo scorso anno Netflix ha realizzato uno special interattivo dal titolo Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs. The Reverend

6) Nathan Shelley – Ted Lasso

Mentre all’inizio di Ted Lasso i personaggi che più si pensa possano far fatica a incontrare la simpatia dell’audience siano i due tormentati calciatori Roy Kent e Jamie Tartt, il vero volto che pare far di tutto per non essere tollerato è l’apparentemente innocuo Nathan Shelley. L’insospettabile assistente è pronto a rivelare nel corso delle due attuali stagioni la sua vera contorta natura. Un tempo amabile, il personaggio ha progressivamente abbracciato la propria oscurità fino a compiere una serie d’azioni che ci hanno progressivamente schierato contro di lui.
Ciò di cui si fa artefice lo rende una delle figure più meschine qui citate. A partire dallo sgradevole comportamento vendicativo nei confronti del nuovo kitman, sulla quale riversa tutta la sua frustrazione, passando per il tentato approccio alla ragazza di Roy, fino a tradire Lasso e il suo Team, il modo di agire di Nate non è sicuramente condivisibile. E’ un personaggio sensibile ed emotivamente instabile: è insicuro e non riceve mai credito per quel che fa. Quando finalmente Ted gli dà importanza, questi non è disposto a rinunciare alle sue attenzioni, diviene meschino, geloso e compie un errore dopo l’altro. Nate ha un arco narrativo in discesa. Dopo aver ingannato tutti con la sua amabile apparenza all’inizio della serie tv, l’assistente del coach rivela tutte le sue carte rendendoci testimoni oculari di un susseguirsi di atti che lo screditano ai nostri occhi.
Essendo Ted Lasso l’unico show citato ancora in produzione, Nate è il solo dei personaggi chiamati in causa ad avere ancora una chance di redenzione: resta solo da attendere la nuova stagione e verificare in prima persona se questi diverrà o meno il prossimo grande antagonista. Possiamo solo attendere e credere nel grande motto di Ted Lasso: Believe (che Nathan ha tra l’altro fatto a pezzi nella sua versione cartacea appesa negli spogliatoi).

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