Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Stranger Things » Perché tutti si sono fissati con Eddie Munson?

Perché tutti si sono fissati con Eddie Munson?

Eddie Munson è l’immagine di una categoria di persone, di ragazzi, che non hanno mai trovato il proprio posto nella società. Anzi, a cui la società ha sempre detto – senza giri di parole – che non andavano bene e che sarebbero stati per sempre dei disadattati. Eppure, tutti i protagonisti di Stranger Things sono a modo loro dei freaks, dei nerd. I ragazzi giocano a Dungeons & Dragons da quattro stagioni, amano la scienza e sono costantemente vittime di bullismo. Quindi perché proprio Eddie ha riscosso un tale concorde successo?

Eddie Munson è il capo dell’Hellfire Club, è un metallaro, un artista. Lui, con i capelli lunghi e le t-shirt delle band, lui che non è riuscito a diplomarsi e che vive in una roulotte, è il paladino di una causa che Stranger Things porta avanti fin dalla prima stagione. Eddie non è solo un nerd, un emarginato. Eddie è l’emblema dell’emarginato. È quel che ragazzo che intimorisce quando cammina per strada, ma che attira gli sguardi con il suo fascino anticonformista. È quello che giudichi prima ancora di parlargli. È la persona che avresti dovuto conoscere meglio. Perché se all’epoca chi giocava a Dungeons & Dragons e ascoltava heavy-metal era considerato alla peggio un satanista, oggi la situazione non è tanto diversa e tutti i giorni tantissimi ragazzi sono messi ai margini perché hanno interessi non convenzionali.

Stranger Things 4 - Eddie

Ma Eddie, come risposta a tanto odio ingiustificato, ha sviluppato invece una resistenza ai giudizi, dimostrandosi a sua volta sprezzante verso le cricche dei ragazzi popolari e del conformismo in generale. Ma anche il suo disprezzo, sebbene molto reale, è sempre giocoso e ironico. E questo è uno dei motivi per cui il personaggio interpretato magistralmente da Joseph Quinn (qui 7 curiosità sull’attore) ha conquistato immediatamente il pubblico.

Nonostante l’apparente aria da duro ribelle, Eddie si svela fin dal primo episodio un ragazzo premuroso, gentile, di buon cuore.

È palese dal modo in cui tratta la cheerleader Chrissy Cunningham quando gli chiede aiuto, dal modo in cui si rivolge a lei e scherza nel bosco. E soprattutto lo vediamo nel modo in cui si rapporta con i ragazzi, le sue “pecorelle smarrite”. Fino alla fine ha sempre voluto che nessuno si sentisse come doveva essersi sentito lui per tutta la vita: solo, sbagliato. Senza contare che sappiamo che Eddie è cresciuto con lo zio, dei genitori non sappiamo nulla, se non che suo padre gli ha insegnato a rubare auto: non esattamente un modello. Eppure, l’amore e la cura dello zio hanno tirato su un ragazzo che solo a uno sguardo superficiale potrebbe essere ritenuto un delinquente. O, ancora peggio, un assassino.

Una vita passata a essere sempre fuori luogo, sempre incompreso. Ma alla fine è evidente che un posto a modo suo l’aveva creato, un safe space dove poter essere se stesso e che accogliesse chiunque sentisse lo stesso bisogno.

Ulteriore dimostrazione del suo carattere accogliente e gentile la vediamo quando Erica si presenta la prima volta all’Hellfire. Tra i due c’è uno scambio di battute pungenti e di sguardi torvi. Ma quando la sorella di Lucas dimostra di essere all’altezza del club lui le apre le porte della sua fortezza, gioisce della sua vittoria e accoglie un’altra “pecorella” sotto la sua ala protettiva.

Il suo rapporto con Dustin poi ha fatto sì che il pubblico lo vedesse in veste di amico, di protettore ma anche di chi ha bisogno di aiuto. Ed è proprio per il desiderio di proteggere Dustin e gli altri che Eddie smette di scappare. Inutile dire che se questo personaggio ci aveva convinto nella prima parte di Stranger Things 4, con l’ultimo episodio si è preso un pezzo di noi: con la sua evoluzione, il suo coraggio, il suo essere sempre se stesso nonostante tutto e il suo essere buono e altruista fino in fondo e fino alla fine.

Ed è straziante pensare che nessuno lo abbia mai realmente visto per quello che era, che tutti si siano fermati all’apparenza e che da quella lo abbiano considerato marcio.

stranger things

È facile guardare la stagione 4 di Stranger Things e pensare che Eddie Munson è un ragazzo incompreso e di buon cuore, con talenti nascosti e passioni che le altre persone dovrebbero conoscere. La cosa difficile è ricordare quanto sia incredibilmente comune questo scenario nella vita reale, come sia un prodotto del nostro sistema e come dovremmo assolutamente fare qualcosa al riguardo.

Centinai di ragazzi sviluppano interessi non comuni, di nicchia. Centinaia hanno doti artistiche come quelle di Eddie, che eccelleva nella musica e nella capacità di raccontare storie, di farle vivere. E solo perché non rispecchiano l’ideale dello studente perfetto con interesse nelle materie più “convenzionali” e perché hanno hobby diversi da quello della maggior parte dei coetanei, preferendo restare a giocare a un gioco di ruolo piuttosto che praticare sport o assistere alle partite, la società li estromette. Gli tarpa le ali.

Ecco perché Eddie Munson ha conquistato la stragrande maggioranza del pubblico. Perché questa serie si è presa la briga di farcelo conoscere, di scavare oltre le apparenze. Per la prima volta i reietti si sono sentiti davvero rappresentati. E per la prima volta, molti si sono presi il disturbo di fare la conoscenza di uno di loro. Ora sta a noi che tanto abbiamo amato Eddie Munson cercare di fare la differenza e accogliere le pecorelle smarrite, rendendo ogni posto uno spazio sicuro dove poter essere se stessi.