Attenzione: l’articolo contiene spoiler sulla serie Smoke – Tracce di fuoco.
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Il quarto episodio di Smoke – Tracce di fuoco, in onda ogni venerdì su Apple TV+, inizia con una parola insolita e quasi disturbante: “transmogrification”. Non è solo un titolo suggestivo, ma è una dichiarazione di intenti. Un termine che indica una trasformazione profonda, spesso grottesca o sorprendente, ed è esattamente ciò che ci viene mostrato, in modo inesorabile, al protagonista della serie. L’episodio ce lo mostra con una doppiezza che fino ad ora avevamo solo intuito. C’è qualcosa in lui che si sta muovendo, sdoppiando, distorcendo, e questa volta non è più possibile ignorarlo. Nelle prime tre puntate, abbiamo visto Dave come un uomo che nutre una certa ossessione per il fuoco, con rapporti personali instabili e una scrittura che sembra svelarlo più di quanto egli stesso vorrebbe.
Se il colpo di scena finale del secondo episodio aveva aperto una breccia inaspettata nella narrazione, questo quarto episodio inizia a rendere tutto più chiaro. O, forse, più inquietante.
Dave è un uomo che oscilla tra due personalità opposte: da una parte l’investigatore capace, attento, persino rassicurante. Dall’altra, un individuo inquietante, impulsivo, seduttore. Lo vediamo passare dalla calma autoritaria con cui tiene un corso di formazione, alla leggerezza sfrontata con cui corteggia Michelle, quasi dimenticandosi del ruolo che ricopre. In tutto questo, Michelle rappresenta una costante. È l’unica che sembra davvero intuire che qualcosa non va. Non lo dice apertamente, ma osserva, e ascolta. E comincia a mettere insieme i pezzi. Tra lei e Dave c’è un rapporto che non è mai stato trasparente, ma in questo episodio la tensione tra i due cresce. Lei sa che Dave sta mentendo e che sta nascondendo qualcosa; lui sa che lei sta cominciando a capirlo.

Un elemento centrale di Smoke – Tracce di fuoco è il romanzo che Dave sta febbrilmente scrivendo. Sin dall’inizio della serie, quella storia che tanto somigliava alla sua vita, anche se in modo molto più grottesco ed esagerato, aveva fatto sorgere il sospetto che ci fosse qualcosa di più profondo dietro. In questo episodio intuiamo che il protagonista del racconto è proprio lui. Non un personaggio ispirato a lui, ma una vera proiezione della sua parte più oscura. Le parole che mette su carta sembrano lo sfogo della sua identità repressa e, ora, quella parte sembra stia prendendo spazio nella sua realtà quotidiana. Quasi come se Dave scrivesse non per allontanare i propri impulsi più primordiali, ma per legittimarli.
Se finora il fuoco era stato un semplice strumento narrativo – la causa del trauma, l’oggetto dell’indagine, il pretesto per costruire il thriller – in questo episodio diventa qualcosa di più. Diventa il simbolo stesso dell’identità fratturata di Dave. Un’immagine che ritorna e che assume nuovo significato è quella del primo episodio: l’uomo allo specchio. In quel momento Dave aveva creduto di vedere un collega venuto a salvarlo, ma in realtà era il suo riflesso. Quella scena, oggi, sembra assumere un nuovo significato. Non era solo un allucinazione, ma il simbolo dell’inizio di qualcosa. Quell’incendio, e soprattutto l’incontro con se stesso allo specchio, può essere la causa della nascita della sua seconda identità. Forse Dave non è mai davvero tornato da quell’incendio. Forse è rimasto lì, diviso in due.
O forse, da allora, ha semplicemente smesso di nascondere ciò che è sempre stato.

Il quarto episodio di Smoke – Tracce di fuoco segna una svolta. Se prima il fulcro della narrazione sembrava essere l’indagine su una serie di incendi, adesso ci rendiamo conto che il vero mistero è un altro: chi è davvero Dave? E fin dove può spingersi, prima che l’identità che sta emergendo prenda completamente il sopravvento? La serie così cambia tono: non è più solo un thriller investigativo, ma (anche) uno studio psicologico. Il fatto che la serie abbia scoperto così presto le carte, rivelando che Dave è uno dei due piromani seriali, è una scelta narrativa molto audace (qui la nostra recensione). Questa rivelazione, invece di smorzare la tensione, la amplifica. Perché a quel punto non ci interessa più sapere chi è il colpevole, lo sappiamo già. Ci interessa capire come ci è arrivato, e soprattutto perché.
Ed è proprio questo il fascino della serie: sapere che Dave è uno dei piromani su cui sta indagando ci permette di osservare la sua doppia vita con più attenzione, di notare i piccoli segnali della trasformazione in corso, di comprendere quanto il fuoco sia per lui un’attrazione a cui sembra impossibile resistere. È così che Smoke – Tracce di fuoco si conferma essere una miniserie avvincente e inaspettata. E mentre Michelle comincia a capire, mentre gli indizi si accumulano, mentre subentrano nuovi personaggi e mentre il romanzo diventa sempre più simile a una confessione, cominciamo a vedere lentamente il vero volto di Dave.






