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Perché proviamo questa attrazione fatale per le comedy drama?

Perché le comedy drama ci attirano così tanto? Cosa hanno di speciale? Sono domande a cui ognuno di noi potrebbe rispondere. Basterà pensare alla propria esperienza di telespettatore. Chi, facendo zapping sul divano alle 15 del pomeriggio in una giornata primaverile, almeno una volta non è stato attirato da una battuta di Lorelai Gilmore sul caffè? Chi non ha visto New York con gli occhi di Carrie Bradshaw? Chi non si è lasciato trasportare dalle mirabolanti vicende della famiglia Gallagher in Shameless?

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Quel pomeriggio, avremmo detto più tardi nel tempo, è iniziato il nostro viaggio nell’infinito vortice delle serie tv. Infatti, il primo punto forte delle comedy drama, conosciute anche come dramedy, è che sono moltissime. Esse sono le principali serie tv che nel corso della giornata occupano il programma dei canali televisivi sin dal secolo scorso.

Serie famosissime come La famiglia Addams o Happy Days, e poi le serie di nuova generazione come Shameless, Glee o The O.C., ci accompagnano da sempre.

Questi sono solo alcuni degli esempi del genere tanto amato, ma nella faretra ci sono molte frecce.

Le comedy drama possono essere fantasy o parlare di vita quotidiana. In questo modo riescono sia ad attrarre l’interesse di un pubblico molto vasto, sia a incastrare, tra le vicende narrate, gli umori, le sensazioni e i temi che qualsiasi essere umano proverebbe. Il cercare di adattarsi e di sopportare le stranezze della propria famiglia, proprio come Fiona Gallagher in Shameless. Voler vivere l’adolescenza senza essere costretti a crescere troppo in fretta, proprio come una Buffy ancora quindicenne costretta ad affrontare il suo destino. Avere paura per i propri figli, lasciarli andare come Lorelai con Rory davanti alle porte di Harvard e poi di Yale.

Le comedy drama hanno reso la TV odierna un’arte, rappresentando la vita di tutti i giorni e diventando lo specchio della vita di tutti noi.

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Cavalcano l’onda di ogni generazione e, come Shakespeare nel lontano ‘600, gli sceneggiatori ci lusingano e soddisfano la nostra curiosità portando in scena i nostri stati d’animo. Rappresentano situazioni ipotetiche che tutti potrebbero o vorrebbero vivere e in questo modo ci spingono a guardare il telefilm. Ci permettono di sognare ed empatizzare con i singoli protagonisti facendoci tifare per Mickey Milcovich in Shameless, per Spike in Buffy, per Santana in Glee.

Questi sono tutti elementi caratteristici delle comedy drama che conferiscono al genere un notevole successo di pubblico.

È uno stile di vita. È una religione!

Direbbero le donne Gilmore, pronte per un nuovo episodio della loro serie preferita. In effetti, una volta che si sperimenta la prima comedy drama è difficile non continuare a cercarne altre (alcune molto belle le trovate in questo articolo). Le dramedy, essendo favorite da tempi di narrazione più lunghi poiché le puntate durano 30 o 40 minuti e non sono autoconclusive, hanno tutto il tempo di sviluppare, episodio per episodio, una trama complessa con personaggi poliedrici. Eppure, non perdono quella freschezza e dinamicità tratte dalle sitcom che le hanno ispirate.

Il dramedy è un genere sofisticato che, nonostante l’apparente scopo didascalico, riesce anche a non appesantire la mente e gli occhi di chi lo guarda.

my mad fat diary

Infatti, sono serie ricche di gag ironiche e sarcastiche che stemperano i momenti drammatici delle puntate (l’alta drammaticità talvolta è necessaria in alcune comedy). Ce lo insegna Rae, protagonista di My Mad Fat Diary con cui viviamo feste, sogni e fantasticherie tipicamente adolescenziali sugli addominali di Finn, il ragazzo che lei ama. Tutto ciò ci strappa un sorriso o una risata di stupore, eppure, allo stesso tempo impariamo a scavare nel profondo del personaggio e comprendiamo cosa c’è sotto il guscio. Vediamo il disagio e la paura di Rae mentre tenta di accettare il proprio corpo.

È il perfetto equilibrio tra telefilm drammatico e sitcom che rende le comedy drama perfette compagne anche nei periodi di stress, durante serate eccessivamente noiose. Le puntate sono lì, pronte per attrarre la tua attenzione o per cullarti pian piano nel sonno per essere recuperate il giorno seguente.

Questo alternarsi di momenti divertenti e drammatici talvolta può essere marcato eccessivamente e provocare nel telespettatore anche un senso di stranezza. Ad esempio quando una vicenda drammatica e una allegra sono poste l’una di seguito all’altra rendendo la narrazione degli eventi esagerata o particolare.

Questo senso di straniamento lo avvertiamo solo in serie tv come Shameless.

In cui le stranezze sono all’ordine del giorno. In quest’ultima, infatti, se un momento prima si assiste a una scena di bullismo, due secondi dopo ognuno di noi si trova catapultato in un musical. Questo però non significa che tali scelte danneggino la serie tv, al contrario, se gli sceneggiatori riescono a inserirle perfettamente, come in Shameless e in Glee, le puntate diventano molto gradevoli.

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Le comedy drama hanno dunque molti assi nella manica che le rendono capaci di rilassare la mente permettendole comunque di riflettere, nascondendo in bella vista tematiche importanti e colpi di scena. In questo modo, al termine dell’episodio, cliccheremo subito play per vedere quello successivo.

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