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10 Serie Tv che hanno decisamente esagerato con gli episodi filler

The Mentalist

The Mentalist e The Walking Dead filler

The Mentalist è una serie drammatica di sette stagioni molto amata, incentrata sulle vicende di Patrick Jane, un consulente del CBI che si avvale delle sue capacità di osservazione – sviluppate appunto come mentalista – per “leggere” le persone e risolvere i casi. La regola non scritta della serialità vuole che dopo cinque stagioni, eccezioni a parte, quasi ogni serie perda colpi. Uno dei motivi è legato al fatto che la produzione non termina quando dovrebbe ma, nonostante sia rimasto poco o nulla da dire, si tende a creare degli episodi tappa buchi per sopperire all’assenza di materiale originale. E purtroppo, di fronte alla popolarità, l’ingordigia spinge i network a spremere il succo fino all’ultima goccia. Secondo un utente di IMDb, gli episodi essenziali del crime drama di Bruno Heller, The Mentalist Essential Episodes, si ridurrebbero a 43 su 151 totali, cioè meno di un terzo delle puntate aggiungerebbero qualcosa arricchendo la narrazione e lo sviluppo dei personaggi. Tra questi figurano Red Badge, Red John’s Footsteps e Blood Money mentre gli episodi delle ultime stagioni potrebbero essere saltati a pie pari per inconcludenza. Ad ogni modo The Mentalist resta una serie accattivante, pregna di risvolti psicologici affascinanti e di intrighi. Per questo, e per il fascino del protagonista, lo spettatore accetta il compromesso e prosegue la visione nonostante i filler.

Castle

Castel

La serie ABC interpretata da Nathan Fillion e Stana Katic è arrivata fino all’ottava stagione, che si è conclusa nel 2016, con tanta tanta fatica. Castle è unico nel suo genere con la sua miscela di divertimento, mistero e romanticismo. Ha anche un impianto solido e un protagonista amato eppure gli episodi cosiddetti “skippable” rappresentano una fetta consistente della serie. Molti dei 173 episodi non sono essenziali, altri risultano poco interessanti, riempitivi e posizionati al momento giusto solo per sviare l’attenzione dalle questioni urgenti (ad esempio, che fine ha fatto Castle!). La chimica tra i dei due protagonisti però ha portato il giallo a proseguire nonostante molti episodi non contengano nessun elemento necessario per lo sviluppo degli archi narrativi. Nelle ultime stagioni Castle alterna episodi divertenti a episodi puramente filler; episodi drammatici dalla qualità narrativa e recitativa elevatissima a puntate che girano a vuoto, spruzzando qua e là qualche dettaglio per tenere viva l’attenzione. In molte occasioni i colloqui con i sospettati mancano di mordente e gli accadimenti importanti sono condensati in pillole all’inizio e alla fine della puntata. Inoltre gli schemi narrativi tendono a riproporsi ciclicamente, mentre l’evento clou è relegato alla fine della stagione. La sesta e la settima stagione sono considerate (quasi) all’unanimità addirittura un filler senza fine dove la trama pare divagare su lande deserte. Riempire può essere una strategia vincente, ma quando si abusa di questo tipo di espediente narrativo, anche il fan più incallito perde interesse e, inevitabilmente, gli ascolti crollano e la serie chiude.

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