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10 Serie Tv che non devi assolutamente vedere se sei ipocondriaco

Carissimi, se pensate che solo i medical drama tipo “The Night Shift” possano infondere ipocondria, vi sbagliate di grosso e oggi ve lo dimostreremo.

In principio fu Molière, con “Il malato immaginario” il commediografo sdoganò l’ipocondria ovvero la paura delle malattie, di cui, oggi, soffrono 4 milioni di italiani ed il 7% della popolazione mondiale.

Questi numeri faranno sentire meno soli chi conosce da vicino la sensazione di ansia, mista a paura di avere chissà quale brutto male.

Siccome siamo tanti e siccome siamo fragili, noi nosofobici dobbiamo proteggerci: il solo sentir nominare una malattia ci porta a ricercarne i sintomi in noi stessi e a farci una anamnesi da laurea ad honorem in medicina. Noi amanti delle serie tv siamo esposti continuamente al pericolo ipocondria, soprattutto in un’era in cui la parola pandemia è ancora più forte e attuale di epidemia.

Per i motivi di cui sopra, oggi, mossi da amore filiale per te che hai scambiato almeno una volta nella vita un dolore intercostale per un infarto, stiliamo la lista delle 10 serie tv che non devi assolutamente vedere se sei ipocondriaco.

Si sconsiglia la visione ai soggetti affetti da particolare propensione all’apprensione per la propria salute.

Non diteci che non vi avevamo avvertito.

10. La Linea Verticale

la linea verticale

Iniziamo con una serie italiana: La Linea Verticale, di cui soggetto, regia e sceneggiatura sono di Mattia Torre.

Questa potrebbe essere l’occasione per fare un panegirico sull’autore, ma non è questa la sede adatta.

Ritornando all’ipocondria, La Linea Verticale è sconsigliata perché è ambientata nel reparto oncologico di un ospedale italiano ed ha come protagonista Luigi, che deve essere operato di tumore al rene, ancora giovane ed in attesa del secondo figlio.

Ciò che maggiormente genera ipocondria è il contesto doloroso e tragico a cui la nostra mente associa un reparto oncologico, anche se in realtà nella serie non c’è spazio per la disperazione e neppure per la cattiva sanità, anzi il primario di oncologia è un medico appassionato e molto umano e in ospedale funziona tutto come dovrebbe.

La Linea Verticale è una grande serie tutta italiana che racconta un pezzo di vita del suo autore ed è forse questo che la rende dolce amara. La serie parla di vita, morte, sofferenza e malattia; sostanzialmente di una esperienza umana che, però, nei più sensibili al tema potrebbe suscitare ipocondria.

9. Life Sentence

Life Sentence parla di una ragazza che scopre di avere il cancro. C’è bisogno di spiegare perché se si è ipocondriaci non va visto?

L’adolescente protagonista interpretata da Lucy Hale, vive ogni giorno come se fosse l’ultimo, poi guarisce e deve fronteggiare le conseguenze della sua vita vissuta seguendo il motto di OrazioCarpe Diem“.

La serie cerca di essere spensierata ma la leggerezza non si addice bene al suo tema centrale e alle vicende cupe di sottofondo: matrimoni falliti, bancarotta, morte.

Insomma, sarà pure una serie quasi adolescenziale ma il tema da cui partono le avventure della protagonista è sicuramente uno dei più temuti dagli ipocondriaci .

8. Helix

Helix racconta di una squadra di scienziati e ricercatori che vengono mandati prima in una struttura nel circolo polare artico, poi su un’isola sperduta nell’oceano, ad indagare su una strana epidemia.

La ricerca ha come sfondo una grande quantità di sangue, morte, intrecci amorosi.

Forse se l’avessimo vista nel 2014, quando è uscita, ci avrebbe fatto anche sorridere e l’avremmo considerata, per quello che è, ovvero una serie fantascientifica, tra l’altro, nemmeno troppo ben fatta, con problemi di coerenza ma con una bella colonna sonora.

Il problema è che vederla ora, ancora in pieno maremoto emotivo da Covid-19, sarebbe un’angoscia troppo grande.

Tra l’altro, il virus su cui indagano i ricercatori di Helix permette ad alcuni fortunati di diventare immortali ed è stato creato in laboratorio.

Ipocondriaci, non ce la possiamo fare. Non adesso.

7. Between

Passiamo a Between: in una cittadina sperduta del Canada, Pretty Lake, all’improvviso tutta la popolazione over 22 inizia a morire, senza una causa apparente.

I sopravvissuti sono costretti  a bruciare i corpi e l’intera città viene messa in quarantena; qualsiasi contatto con il mondo esterno viene impedito e tutti devono imparare a sopravvivere in un mondo diverso da quello a cui sono abituati.

Mentre il governo si mobilità per mettere in quarantena la zona, i pochi giovani superstiti uniscono le forze nel tentativo di rimettere in piedi la società, scoprendo ben presto che il pericolo è in agguato anche per loro.

L’ennesima storia su epidemie dalle origini misteriose, raccontata con uno stile che il New York Times ha definito “una familiare soap opera corale con ricami di teorie della cospirazione“.

6. It’s a Sin

La serie tv che prende il nome da una canzone dei Pet Shop Boys, It’s a Sin, è una produzione molto apprezzata dalla critica, una sorta di romanzo di formazione, ambientato tra gli anni ’80 e ’90, che ha come protagonisti ragazzi omosessuali alla scoperta della loro sessualità. La storia assume caratteristiche meno colorate (la fotografia è al neon, chiaro richiamo all’estetica degli anni Ottanta) quando l’energia vitale di questi giovani inizia a spegnersi con il dilagare del virus dell’HIV che colpisce la comunità omosessuale trasformandosi in uno stigma sociale e purtroppo in una causa di morte a causa delle poche conoscenze di cui disponeva la scienza medica.

Sappiamo bene che ormai l’Aids è una malattia che si riesce a tenere sotto controllo con le giuste cure e le giuste precauzioni, ma è altrettanto risaputo che gli ipocondriaci hanno un grosso problema con le infezioni e It’s a Sin è una serie che parla di persone che muoiono.

5. Black Summer

Black Summer nasce come prequel di Z Nation e le vicende che racconta sono incentrate su un gruppo di sopravvissuti di una città statunitense post-apocalittica: un virus sconosciuto sta trasformando gli essere umani in zombie e i protagonisti si uniscono per cercare di sopravvivere e trovare i loro cari.

Tra i personaggi principali c’è Rose, che separata dalla figlia, inizia un viaggio straziante pur di trovarla, non fermandosi davanti a nulla. Black Summer non è la solita serie un po’ trash sugli zombie; anzi, riesce a farti provare lo stesso stato d’ansia dei sopravvissuti, le stesse frustrazioni (e sappiamo che è ciò che un ipocondriaco non vorrebbe mai sentire).

Ciò che la caratterizza è l’insolita velocità; tutto è una fuga contro il tempo e contro la morte, spesso inevitabile.

A rendere ogni episodio un concentrato di angoscia contribuiscono inoltre movimenti della telecamera che, affannosamente rincorrono i protagonisti.

Per carità, evitate se siete ipocondriaci.

4. Survivors

Una serie tv che si chiama “Sopravvissuti” non lascia presagire niente di buono; Survivors è ispirata alla omonima fiction degli anni ’70 di Terry Nation. Ambientata nel presente, la serie si concentra su un gruppo di sopravvissuti ad un’epidemia di un virus che ha ucciso il 99, 9 % della popolazione mondiale.

Survivors è una serie tornata precipitosamente attuale. E anticipava alcuni dei drammi di questi giorni.

Tutto inizia con quella che sembrava una banale influenza che poi si trasforma in una epidemia letale per oltre il 90% della popolazione; per i superstiti la sopravvivenza è legata direttamente alla loro capacità di recuperare tecniche, valori e conoscenze che non sono ormai più presenti nella nostra società moderna.

Direi che noi ipocondriaci non siamo pronti per rivevere queste sensazioni pandemiche, d’altronde lo stato di emergenza ancora non è finito.

3.Strain

Anche in Strain il protagonista è un virus misterioso che uccide tutti i passeggeri e l’equipaggio di un jet in arrivo all’aeroporto di New York. Ci sono, però, dei sopravvissuti che non vengono messi in quarantena e la situazione precipita quando si scopre che il virus trasforma le sue vittime in vampiri.

 Sin dalle prime sequenze è percepibile un approccio medico-scientifico alla narrazione del terrore, il vampirismo di cui parla la serie tv non è diabolico ma patogeno ed è questo il motivo per cui sarebbe meglio evitare questa serie se vittime dell’ipocondria.

2.The Night Shift

The Night Shift è la prima serie medical che inseriamo in questa lista perché si sa, se sei ipocondriaco questo genere lo scarti a priori, a meno che tu non sia anche un po’ masochista.

The Night Shift è una serie televisiva medica che tenta di discostarsi da tutte le altre in quanto è ambientata durante il turno di notte del Pronto Soccorso di un ospedale del Nuovo Messico. Il team di medici è non convenzionale; alcuni di loro hanno prestato servizio come medici di guerra e tra Afghanistan e Iraq hanno imparato le migliori tecniche da attuare nelle emergenze e sono sicuramente capaci di affrontare le situazioni peggiori. 

The Night Shift è un dramma teso con frequenti emergenze mediche, i pazienti muoiono improvvisamente, vengono mostrati coperti di sangue ricevono interventi chirurgici ben rappresentati visivamente; si vedono molto sangue e ferite aperte. I bambini sono spesso in pericolo e talvolta muoiono. Aiuto.

1.Alexa & Katie

Alexa & Katie è una storia di una amicizia tra due adolescenti che si preparano ad affrontare il primo anno di liceo, Alexa, però, ha il cancro, con tutte le conseguenze che esso genera e con implicazioni anche estetiche, come la caduta dei capelli, che sono psicologicamente difficili da affrontare soprattutto in una età in cui si tende all’omologazione per la necessità di sentirsi parte di un gruppo.

Il cancro non viene trattato in maniera solo simbolica e menzionato qua e là; la protagonista deve affrontare davvero la malattia e i momenti interamente dedicati alla sua lotta.

Per carità, Katie è una amica fantastica che è sempre al fianco di Alexa e l’aiuta nel suo percorso di vita e la serie vuole anche essere divertente ma pensiamo che per farsi due risate ci siano altri prodotti televisivi con protagonisti che non devono affrontare una delle sfide che a noi ipocondriaci fa più paura.

Con “Strain“, “The Night Shift” e “Alexa & Katie” abbiamo terminato la nostra lista; ma il mondo è pieno di serie tv che potrebbero generare un po’ di nosofobia, quindi attenzione cari “cuori in allarme”.