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Negli ultimi due decenni, l’evoluzione dello storytelling nelle serie tv ha dato vita a veri e propri universi televisivi condivisi, tra sequel e spin-off, interagendo, contaminandosi e arricchendosi a vicenda. Si tratta di veri e propri ecosistemi narrativi che sfruttano la serialità per costruire mondi complessi, stratificati e interconnessi.
Creare un universo condiviso risponde a due logiche principali. Da un lato, c’è la voglia di espandere la narrazione, esplorando nuove prospettive, personaggi e generi a partire da un nucleo originale. Dall’altro, si tratta di una strategia commerciale potente, che fidelizza il pubblico e moltiplica le possibilità di monetizzazione. Se un personaggio funziona in una serie, perché non farlo migrare in un’altra? Se un mondo narrativo è amato, perché non esplorarlo da altri punti di vista?
Ecco quindi 9 universi televisivi che contengono al loro interno alcuni spin-off di spicco, oltre ovviamente alla serie tv madre da cui tutto ha avuto origine. Ve ne vengono in mente altri?
1) The Vampire Diaries

Quando The Vampire Diaries debuttò nel 2009, il mondo della televisione stava vivendo una delle sue tante, piccole rivoluzioni. In questo specifico caso, anche, la rinascita del fascino vampiresco. Non più solo mostri da cacciare con paletti di legno e crocifissi, ma eroi malinconici, tormentati e assetati di vita oltre che di sangue. Eredi del Dracula di Bram Stoker, i vampiri sono fascinosi principi delle tenebre nonché bad boys per antonomasia che la protagonista della porta accanto di turno si impone lo specifico compito di salvare dalla perdizione.
Nel caso dell’amatissima The Vampire Diaries, la storia ha inizio quando Elena Gilbert, che ha da poco perso entrambi i genitori e non è più la it girl della scuola, incontra Stefan Salvatore. Lo sconosciuto, appena arrivato a Mystic Falls, è un vampiro centenario che ha intenzione di iniziare una nuova vita, quanto più normale possibile, e scappare dal proprio passato. A quanto pare, però, il passato non ha intenzione di lasciarlo andare tanto facilmente e Mystic Falls diventa ben presto teatro di eventi e creature sovrannaturali.
Qualche stagione dopo l’universo della serie tv si allarga, quasi naturalmente, con lo spin-off The Originals.
È uno spin-off, sì, ma non è un’appendice. Ambientata a New Orleans, la serie si libera dell’impianto liceale e affronta temi più adulti: il potere, la famiglia, l’eredità. I fratelli Mikaelson – Klaus, Elijah, Rebekah – sono personaggi tragici e antichi. Qui, l’elemento sovrannaturale è meno “strumento di trama” e più metafora: il vampirismo come condanna, la stregoneria come identità culturale, la licantropia come rabbia intergenerazionale. The Originals è forse la serie che più si prende sul serio delle tre, ma anche quella che osa raccontare il lato più oscuro del legame tra genitori e figli, tra fratelli che si amano troppo per lasciarsi, ma troppo poco per smettere di ferirsi.
Infine c’è Legacies. Una serie che inizia con il peso ingombrante di essere “figlia di”, ma che, proprio per questo, decide di guardare in avanti. Al centro c’è Hope, figlia di Klaus Mikaelson e l’ultima discendente di un’eredità magica troppo grande per essere gestita da una sola persona. Alla Salvatore School non si addestrano solo vampiri e streghe. La serie è più leggera, talvolta ingenua, ma anche sincera nel cercare di parlare ai ragazzi con un linguaggio proprio, senza ripetere quello che è già stato detto. È imperfetta, certo, ma è una serie che si sporca le mani nel provare qualcosa di nuovo.