2) True Detective a BoJack Horseman
Per nulla lineare risulta la visione di BoJack Horseman. La serie animata gode di una complessità tutt’altro che facilmente decifrabile. L’esistenzialismo, il nichilismo e il male oscuro della contemporaneità sono indagati con sguardo disilluso e fervido realismo. Man mano che si procede nella visione risulta chiaro come BoJack Horseman sia un dramma finissimo, vissuto dietro la maschera del prodotto animato. In quel cavallo antropomorfo si rispecchiano le due anime dell’essere umano, l’istintualità (il cavallo) irrimediabilmente compromessa dai sensi di colpa e dall’inadeguatezza sociale (l’uomo).
A ragione possiamo parlare di una filosofia di BoJack Horseman. I riferimenti ai padri delle moderne correnti dell’ontologia sono costanti e rese con eccezionale padronanza divulgativa. Per sviscerarne l’essenza e coglierne il dramma interiore appare, però, essenziale una visione preliminare. Quella di True Detective, che nell’arco di appena otto ore riesce a restituirci un personaggio, Rust Cohle, eccezionale. Nel protagonista si fondono, infatti, i più profondi temi filosofici. Rust mette in scena la visione moderna di Emil Cioran rimasticandola per il grande pubblico. Per suo tramite cogliamo le contraddizioni dell’uomo moderno e le speranze affidate al rapporto con gli altri. Quello stesso rapporto, spesso fatto di incomunicabilità, che diverrà essenziale tema portante in BoJack Horseman.
