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Imparare a conoscere qualcosa, a conoscerla davvero, è il primo passo verso la comprensione. Viviamo nel 2020, eppure sono ancora molte, nel mondo, le persone costrette a lottare, difendersi e giustificarsi per ciò che sono. Per questo la recente diffusione di numerose serie tv a tema LGBT è tanto importante: non si tratta solo di sensibilizzare lo spettatore, ma di portare alla luce contesti spesso celati o mal concepiti dalla maggior parte delle persone, come quello della comunità transgender. Cosa significa farne parte? Quali battaglie ha dovuto combattere in passato? Quali forme di discriminazione persistono ancora oggi, nonostante si inneggi a una mentalità più aperta?
Raccontare una storia è sempre stato un mezzo efficace per trasmettere un messaggio, e la televisione è senza ombra di dubbio uno dei metodi di narrazione più fruibili e immediati. Le serie tv che vi stiamo per citare (e altre ancora che, come Orphan Black, sono assolutamente degne di menzione) fanno proprio questo: raccontano storie. Storie di persone desiderose di affermare la propria identità, quasi sempre alla ricerca di qualcosa, che si tratti di comprensione, accettazione, successo, condivisione o più semplicemente di una risposta. Perché anche se siamo nel 2020, per alcuni, essere se stessi suona ancora come un privilegio.
1) Pose

Tra tutte le serie LGBT che parlano della comunità transgender, Pose è sicuramente il fiore all’occhiello. La serie di Ryan Murphy, ambientata a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, presenta la realtà delle ball newyorkesi attraverso gli occhi di Blanca Evangelista: all’interno di questo contesto trans, drag queens e drag kings si sfidano in sfilate, voguing e gare di ballo, ritagliandosi il loro spazio in un mondo incapace di accettare la loro esistenza.
Allo splendore delle ball si contrappongono le mille difficoltà della vita quotidiana: la miseria, il disprezzo da parte della società e persino dei propri cari, l’istituzione di gerarchie e famiglie alternative, per ricevere il supporto e l’affetto di cui si è stati privati. La malattia, anche, in un periodo in cui la piaga dell’AIDS miete vittime senza alcuna pietà. In Pose, però, il dolore si trasforma in un’energia nuova, nella volontà di non abbassare la testa di fronte a nessuno. Una serie tv da vedere, senza se e senza ma.







